Istria e cinema

Carlo Gaberscek pubblica il libro 'Istria. I luoghi del cinema'


Carlo Gaberscek, il noto storico udinese specializzato nel rintracciare palmo a palmo le location dei film western americani così come di quelli italo-iberici, ha pubblicato un gigantesco, illustratissimo baedecker policromo dal titolo ‘Istria. I luoghi del cinema’ (La Cineteca del Friuli, 607 pp.).      

Scrive l’autore: «L’Istria è diventata oggi una importante meta turistica e, di pari passo, una location cinematografica capace di attirare produzioni internazionali: film di fiction, serie televisive, documentari, spot commerciali. L’obiettivo del mio libro è quello di presentare un quadro sintetico dell’attività cinematografica in Istria dagli inizi ad oggi, con particolare interesse per l’identificazione e l’utilizzo delle location: scenari naturali, architetture storiche, set appositamente costruiti per il cinema. La filmografia comprende complessivamente 168 titoli, metà dei quali girati nell’Istria slovena e metà in quella croata. 33 schede dettagliate sono dedicate a film particolarmente significativi».  

Gaberscek inizia il suo itinerario storico-geografico dall’epoca del muto. Il film tedesco Die Frau mit den Millionen, diretto da Willi Wolff, venne girato nel 1923 a Pirano e Portorose, oltre che in parecchie altre città europee. Durante la guerra il capitano Francesco De Robertis gira a Pola e sul mare Adriatico un dittico di propaganda sostenuto dalla Marina italiana: Alfa Tau! (1942) e Marinai senza stelle (1943).

Nel 1957 Gillo Pontecorvo esordisce nel lungometraggio con La grande strada azzurra, una vicenda di pescatori ambientata in Sardegna ma interamente girata sulla costa istriana, tra Rovigno e Pirano. Durante le riprese, nell’estate 1957, della coproduzione italo-tedesca-jugoslava La ragazza della salina (regia del cecoslovacco František Čap), Marcello Mastroianni ricordava che ogni mattina l’autista della troupe veniva a prenderlo al suo albergo a Trieste per portarlo sul set oltre confine, a Pirano, Isola e alle saline di Sicciole. 

Dagli anni ‘60 in poi si moltiplicano le coproduzioni internazionali girate in Istria. Peplum, western, spy stories, film di vichinghi, softcore, ma anche l’epico Fräulein Doktor (1969), diretto da Alberto Lattuada e prodotto da Dino De Laurentiis, in parte girato sulla piazza di Pirano. Franco Giraldi, il regista di origini giuliane, dirige due ambiziosi adattamenti letterari di ambientazione istro-dalmata: La rosa rossa, girato tra Pola e Isola, e La frontiera (1996), girato sull’isola dalmata di Lissa.

Chi scrive ha avuto la fortuna di seguire nella primavera 1977 le riprese a Portorose e in altre location de La croce di ferro, una cruenta vicenda ambientata durante la seconda guerra mondiale e diretta dal leggendario regista americano Sam Peckinpah che mise letteralmente a ferro e fuoco l’intera penisola istriana. Oggigiorno può succedere di recarsi in vacanza a Pirano, un incantevole porticciolo che da tempo ha bandito il traffico automobilistico, e di trovarsi circondati da masse di turisti coreani e da grosse troupe con megastar della tv coreana. La loro popolarissima serie neoromantica intitolata Dear My Friends/Di-eo ma-i peurenjeu, dal 2016 in poi utilizza metodicamente calli, campielli, chiese, giardini, litorali e interni assolati della pacifica cittadina appartenuta secoli fa alla Serenissima Repubblica di Venezia. 

Lorenzo Codelli
18 Maggio 2022

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