Marco Bellocchio acclamato su ‘New York Times’ e ‘New Yorker’

Dopo l'uscita americana del 15 luglio di Marx can wait (titolo internazionale di Marx può aspettare), sono arrivati gli elogi di dei critici A.O. Scott e di Anthony Lane, che incoraggia l’autore piace


Dopo l’uscita nelle sale USA il 15 luglio, Marx può aspettare di Marco Bellocchio è stato acclamato dai maggiori critici americani, dal “New York Times” al “New Yorker”, con il titolo internazionale Marx can wait distribuito da Strand Releasing.. Il film è stato appena  premiato come Film dell’anno dal Sindacato Giornalisti Cinematografici, è prodotto da Kavac Film, Ibc Movie, Tender Stories con Rai Cinema.

Lo osanna il noto critico del “New York Times” A.O. Scott di cui ecco alcuni stralci: “In un nuovo toccante documentario, il regista italiano Marco Bellocchio riunisce gli affascinanti e anziani membri della sua famiglia per dare un senso al suicidio del fratello. (…) La carriera di Bellocchio, da allora a oggi, può essere vista in parte come una cronaca della disillusione, quando l’ardore rivoluzionario lascia il posto all’ironia, al compromesso e alla sconfitta. I suoi numerosi film su personaggi pubblici e istituzioni italiane – Mussolini, le violente Brigate Rosse di estrema sinistra, la Chiesa cattolica romana, la mafia – sono anche storie di famiglia, attente alle sfumature intime del potere e delle emozioni. (…) Marx can wait è interamente assorbito dai volti, dalle voci e dalle personalità dei fratelli e delle sorelle di Bellocchio, presenti e assenti, ma si ha anche la sensazione, per implicazione o per osmosi, di raccontare l’Italia dell’ultimo mezzo secolo. (…) La forza di Marx can wait viene dai volti e dalle voci di persone, ormai ottantenni, che cercano allo stesso tempo di evocare e dare un senso ai loro sé più giovani. (…) Il senso del passato faulkneriano che mai passa, come presenza incombente è stato raramente illustrato con un’intimità così vivida. La perdita di Camillo è continua, avvolge la vita della famiglia come una vite, impossibile da districare o da potare. Ciò che rende questo film tenero e tragico è il modo in cui quella perdita fa anche sbocciare la famiglia davanti ai nostri occhi.”

Questa settimana “The New Yorker ha pubblicato un servizio intitolato “I film da non perdere di Marco Bellocchio. La carriera del regista italiano è ampia, fervida e costantemente in grado di sorprenderci”. Scrive il critico Anthony Lane: “Il regista italiano Marco Bellocchio, nato nel novembre 1939, sta tuttora andando forte. La forza è evidente nel suo nuovo documentario Marx può aspettare che esce venerdì all’IFC Center. Sono in programma anche due dei suoi primi film, I pugni in tasca (1965), che rimane un’opera aggressiva come suggerisce il titolo, e La Cina è vicina (1967). Non è facile vederli sul grande schermo proprio com’è successo spesso ai film di Bellocchio, quindi prendeteli al balzo”.

Dopo aver analizzato Marx può aspettare in rapporto alla variegata carriera di Bellocchio, Anthony Lane incoraggia l’autore piacentino ad affrontare un adattamento de Il rosso e il nero di Stendhal. “Puro Bellocchio, sicuramente. Qualcuno dovrebbe dargli cinquanta milioni di dollari e dirgli di andare avanti. Dopotutto ha solo ottantadue anni. Marx può aspettare ma Stendhal davvero non può. È giunta l’ora”.

Lorenzo Codelli
18 Luglio 2022

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