Cineasti sotto attacco: dall’Iran un appello alla libertà creativa

I registi iraniani Jafar Panahi e Mohammad Rasoulof hanno inviato alla Mostra del Cinema di Venezia un messaggio


VENEZIA – “Siamo cineasti. Facciamo parte del cinema iraniano indipendente. Per noi vivere significa creare. Creiamo opere che non sono su commissione, per questo chi è al potere ci vede come criminali”. Inizia così il messaggio che i registi iraniani Jafar Panahi e Mohammad Rasoulof (nella foto) hanno inviato alla Mostra del Cinema di Venezia e che è stato letto dal direttore, Alberto Barbera, durante il panel internazionale, intitolato “Cineasti sotto attacco: fare il punto, agire / Filmmakers Under Attack: Taking stock, Taking Action”, che ha avuto luogo al Lido con Vanja Kalurdjercic (Croazia, Direttrice dell’International Film Festival di Rotterdam), Sinem Sakaoglu (Turchia, regista), Orwa Nyrabia (Direttore dell’International Documentary Film Festival di Amsterdam), Mike Downey (Presidente della European Film Academy) e Kaveh Farnam (Iran, produttore).

“Il cinema indipendente – prosegue il messaggio dei due registi arrestati in Iran – riflette i suoi tempi, trae ispirazione dalla società e non può rimanerle indifferente. La storia del cinema iraniano testimonia la presenza costante e attiva di registi indipendenti, che hanno lottato per respingere la censura e per assicurare la sopravvivenza di quest’arte. Fra questi, ad alcuni è stato vietato di fare film, altri sono stati costretti all’esilio o ridotti all’isolamento. Eppure la speranza di poter nuovamente creare, è una ragione di vita, non importa dove, quando o in quale circostanza un cineasta indipendente stia creando o pensando di creare. Siamo cineasti, cineasti indipendenti”.

Fra i temi affrontati nel panel: il progetto del fondo per i registi ucraini dell’ICFR (ne ha parlato Vanja Kalurdjercic); i numerosi casi di cineasti perseguitati cui l’ICFR si sta occupando nel resto del mondo; la situazione in Turchia, con riferimento al caso della produttrice Cidgem Mater e dei suoi colleghi condannati con lei; la situazione iraniana, con riferimento ai recenti casi, appunto, di Jafar Panahi, Mohammad Rasoulof e Mostafa Aleahmad.

Il panel è la prima delle due iniziative di solidarietà alla 79ma Mostra per i registi, cineasti, artisti arrestati o imprigionati nel mondo nell’ultimo anno, con lo scopo di sensibilizzare i media, i governi e le organizzazioni umanitarie mondiali sulla loro situazione. La seconda è il flash-mob sul red carpet del Palazzo del Cinema di venerdì 9 settembre (ore 16.30) a cui cineasti e artisti presenti alla Mostra saranno invitati a partecipare. Le due iniziative sono organizzate in collaborazione con Icfr-International Coalition Filmmakers at Risk.

Cr. P.
03 Settembre 2022

Venezia 79

Venezia 79

Biennale College: aperto il bando per l’edizione 2023

E' possibile iscriversi per team di nazionalità italiana composti da registi alla loro opera prima o seconda, associati a produttori che abbiano realizzato almeno tre audiovisivi

Venezia 79

Barbera: “E’ stato un festival intelligente e innovativo”

"Il cinema italiano ne esce bene. E anche Netflix". Bilancio di fine Mostra per il direttore Alberto Barbera e il presidente Roberto Cicutto. Si registra un +6% di biglietti venduti rispetto al 2019. Tra i temi toccati anche il Leone del futuro ad Alice Diop, documentarista attiva da più di dieci anni

Venezia 79

Guadagnino: “Bones And All, una storia d’amore viscerale e inesorabile”

Abbiamo incontrato il regista Leone d’argento – Miglior Regia: “Non penso sia un film horror ma una storia d’amore, come non credo che L’Esorcista non sia un horror ma un film bergmaniano fatto a Hollywood”. Bones and All esce in Italia – e nel mondo – dal 23 novembre

Venezia 79

Panahi e Nan Goldin, sedie vuote e sete di libertà

A volte i veri protagonisti sono gli assenti, come il regista dissidente Jafar Panahi, imprigionato da ormai due mesi, a cui Luca Guadagnino e Laura Poitras dedicano i loro premi


Ultimi aggiornamenti