Benvegnù e Liberti, nuovi direttori artistici del Biografilm

Sono Massimo Benvegnù e Chiara Liberti i nuovi direttori artistici per la 19ma edizione del Biografilm Festival - – International Celebration of Live, in programma dal 9 al 19 giugno 2023. I due aveva


A Venezia si apre una piccola finestra su Bologna, o meglio sul Biografilm Festival – International Celebration of Live, con l’annuncio ufficiale dei due nuovi direttori artistici della 19ma edizione, in programma dal 9 al 19 giugno 2023. Sono Massimo Benvegnù e Chiara Liberti, due volti noti, avendo coordinato insieme la programmazione dell’edizione di quest’anno dopo le dimissioni della direttrice uscente, Leena Pasanen. La conferma del tandem di queste due figure professionali è dovuta ai numeri lusinghieri della 18ma edizione, che ha visto oltre 17.000 spettatori dal vivo, oltre 1.500 accreditati, 2.500 spettatori online e 600 abbonamenti venduti.

I due nuovi direttori tornano a Bologna, forti della loro esperienza professionale internazionale. Particolare è la storia di Chiara Liberti: classe 1982, ha iniziato a lavorare nel mondo del cinema 19 anni fa, facendo la stagista proprio alla prima edizione del Biografilm Festival. “Suonerà banale, – racconta Liberti – è possibile ottenere questi risultati con la perseveranza, la resilienza, il credere in quello che fai, credere anche nei momenti di frustrazione, nelle difficoltà. La cosa più cruciale è la socialità, nel senso le relazioni che costruiamo. Una parola chiave per me è anche fiducia, che costruisci facendo, anche sbagliando, rialzandoti. La fiducia in senso collettivo e individuale, quella in sé stessi che questo paese fa fatica a rafforzare.

Essenziale per entrambi è stato il lavoro svolto nell’ultima edizione, scoprendo “la forza del dialogo e del confronto reciproco” e il potenziale culturale del festival. “A Bologna c’è una vecchia monosala, – racconta Benvegnù – il Medica Palace che è rimasta quella che era negli anni ’80, ovvero una di quelle cavernose sale urbane da centinaia e centinaia di posti. Il regista del film d’apertura The Princess, un giovane trentenne inglese, mi ha detto è la sala più grande che abbia mai visto, mostrano il mio film ed è piena. Mi rimane la sua emozione, avere dato a un regista che poi aveva fatto un film che era stato al Sundance e aveva vinto dei premi, un film importante, questa emozione del pubblico, del rito collettivo del cinema. Ho pensato: ecco questa è la cosa che dobbiamo portare avanti. La visione del rito collettivo festivaliero, una visione d’insieme che non fa bene solo al pubblico e al festival, ma perfino ai registi”.

“Vedere insegnanti o persone del pubblico che normalmente non andrebbero al festival di cinema, – conclude Chiara Liberti – avvicinati da una pluralità di racconti universali e di storie più intime portati in sala. Avvicinati da quel contesto in cui hanno conosciuto una storia, incontrato un regista, avuto la propria opportunità di allargare la propria visione”.

Carlo D'Acquisto
09 Settembre 2022

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