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MARTONE VERSO L’OSCAR: Nostalgia in corsa per provare a rappresentare l'Italia come Miglior Film Straniero. Su "La Stampa" e "Il Messaggero" i commenti di Steve Della Casa e Gloria Satta.


MARTONE VERSO L’OSCAR. Su tutti i quotidiani di oggi appare con evidenza – su “Il Mattino” anche con un richiamo in prima pagina -, la notizia che sarà il film di Mario MartoneNostalgia, a cercare di rappresentare l’Italia nella prossima corsa all’Oscar.

Nostalgia – commenta Stefano Della Casa su “La Stampa” – è il più bel film italiano uscito nelle sale in questa annata così difficile”. Parere condiviso da Gloria Satta su “Il Messaggero” che scrive: “La Napoli di Nostalgia, oscura e seducente, ha tutti gli ingredienti per conquistare il mondo intero”.

E se Federico Pontiggia su “Il Fatto Quotidiano” sottolinea che per Martone riuscire a entrare nella quindicina dei film candidabili non sarà facile, fuori dal coro dei commenti positivi circa la scelta della commissione che ha designato Nostalgia è l’intervento di Francesca D’Angelo su “Libero”, che definisce quello di Martone un film senza alcuna originalità e scrive: “Chissà perché noi italiani non vogliamo proprio entrarci nelle nomination agli Oscar. Con la sola eccezione del capolavoro E’ stata la mano di Dio, in short list l’anno scorso, è dal 2015 che i film proposti dall’Anica non entrano nelle cinquina di pellicola in corsa per la statuetta come miglior opera internazionale. Vuoi, o non vuoi, finisce sempre che puntiamo sul cavallo sbagliato e, a occhio, sembra che sarà lo stesso pure quest’anno”.

CINEMA IN FESTA. A proposito di critiche e polemiche, su “Il Giornale”, commentando i risultati di Cinema in Festa, svoltasi da domenica 18 a giovedì 22 settembre, Alice Sforza scrive: “Una iniziativa del genere, se ci credi, dovevi concentrala per tutto il fine settimana. Tagliare fuori due giorni come venerdì e sabato è stato un errore e ha dato l’impressione di una iniziativa azzoppata. O la fai fino in fondo, credendoci, o perdi molto del suo potenziale. I distributori devono essere i primi ad impegnarsi, sostenendola concretamente. Mettendosi d’accordo e giocandosi, nei giorni del ribasso del prezzo del biglietto, dei titoli importanti. Che non devono necessariamente essere quelli natalizi, ma neanche il cartellone degli ultimi giorni”.

RACCOMANDAZIONI PER IL GOVERNO IN ARRIVO. Affronta questioni di politica culturale su “Prima” l’articolo di Anna Rotili dal titolo Raccomandazioni per il governo in arrivo, che dà conto degli incontri svoltisi durante l’ultima Mostra di Venezia sull’evoluzione del comparto audiovisivo nel nostro Paese. Riassumendo gli interventi, del ministro Dario Franceschini, della sottosegretaria Lucia Borgonzoni e del responsabile della Direzione Cinema, Nicola Borrelli, che hanno tutti sottolineato l’importanza del tax credit, scrive la Rotili: “Il credito d’imposta continua ad essere la pietra angolare della crescita dell’industria, quindi va potenziato adeguandolo al nuovo contesto del mercato, ma anche migliorato e meglio mirato per evitare dispersione di risorse. Si suggerisce, ad esempio, di concentrare il credito sui progetti più potenti e sulle imprese più qualificate”. Altro punto essenziale ricordato nell’articolo citato è: “il rafforzamento della struttura finanziaria delle imprese italiane. Con ritardo, infatti si prende atto che molte importanti società di produzione, Cattleya, Lux, Vide, Palomar, solo per fare grandi nomi, sono state acquistate da gruppi internazionali, fatto che conferma l’attrattività dell’audiovisivo di casa nostra, ma anche la necessità dei nostri produttori di avere capitali per competere sui mercati internazionali”.

QUESTIONE DI REGOLE. Ma c’è anche una necessità di revisione di regole e lo ricorda, sempre su “Prima”, Moreno Zani, fondatore di Tenderstories, la società che ha coprodotto il film di Guadagnino, Bones and AllLeone d’Argento all’ultima Biennale Cinema che, intervistato da Marina Cappa, afferma: “Dario Franceschini ha dato un grande aiuto al cinema, si vedrà che cosa farà il nuovo ministro. Di sicuro una revisione ci sarà. Poi, chi andrà in sala si scoprirà. Oggi, per esempio, c’è la modalità degli eventi: film che stanno tre giorni al cinema e poi vanno subito sulle piattaforme. Ma quella è solo una modalità per prendersi il contributo pubblico, così non si aiuta il mondo della distribuzione nelle sale tradizionali”. 

Franco Montini
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