Gwyneth Paltrow compie 50 anni: i suoi 10 film più iconici

Attrice e discussa imprenditrice, ecco le dieci perle nella carriera trentennale di Paltrow


Compie oggi cinquant’anni Gwyneth Paltrow, attrice dalla carriera ondivaga come il Pacifico nella sua Santa Monica, dove è cresciuta. È stata attrice piglia-tutto dalla metà degli anni ’90 ai primi Duemila. Con la lenta ma decisa decentralizzazione dal panorama hollywoodiano, poi, si è parlato di lei soprattutto per la carriera da imprenditrice sui generis. “This Smells Like My Vagina”, recitava il claim – a suo modo epocale – delle candele da lei ideate, andate sold-out a poche ore dal lancio. Tralasciando una serie di ulteriori trovate sulla medicina alternativa che eufemisticamente definiremmo discutibili, concentriamoci sui circa trent’anni su cinquanta che ha passato davanti alla macchina da presa, a recitare. Ecco i 10 film (+ 1) più iconici della sua carriera, non una classifica, ma una selezione in ordine cronologico di uscita dei film che certamente “resteranno”.

Seven, di David Fincher, 1995

Non che a questo film serva una qualche ulteriore introduzione, ma ricordiamolo: Gwyneth Paltrow, Brad Pitt, Morgan Freeman e Kevin Spacey. Tutti al massimo del loro splendore e della loro “potenza” artistica, a metà anni ’90. Diretti, per giunta, da David Fincher, che non avrebbe più sbagliato un film, inanellando una serie piuttosto incredibile di instant classic. Pitt, Freeman e Spacey sono certamente la colonna portante del film, ma in quel finale rimasto così iconico la cosa che tutti ci ricordiamo di più è la faccia (la testa) proprio di Gwyneth.

Sydney, di Paul Thomas Anderson, 1996

Esordio alla regia del ventiseienne (!) Paul Thomas Anderson. Anche qui, forse, basterebbe questo per rendere l’idea della rilevanza del prodotto. Il film fu presentato a Cannes nella sezione Un Certain Regard, svelando al mondo il talento registico del concittadino di Paltrow. Hard Eight, questo il titolo originale, è un film dal piccolo budget, ma già pieno di idee, e con un cast immenso, i tre attori-feticcio di PTA (Philip Baker Hall, John Christopher Reilly e Philip Seymour Hoffman) e Samuel L. Jackson. E poi c’è Paltrow, in un ruolo che le si addice particolarmente, la ragazza dalla vita complicata ma dalla scorza dura. Sebbene a dinamica principale sia tra Sydney e John, la sua Clementine è una sorta di centro pulsante di tutta l’azione.

Sliding Doors, di Peter Howitt, 1998

Sliding Doors, un termine che dopo l’uscita del film è diventato di utilizzo comune anche qui in Italia quando si parla del destino, di eventi che possono prendere una piega o un’altra come conseguenza di fatti infinitesimali, come la chiusura di una porta. Sebbene non sia il film che le ha dato il maggior riconoscimento in termini di premi, è stato probabilmente la chiave di volta dell’intera carriera, il film che l’ha definitivamente fatta conoscere al grande pubblico e ha incontrato l’approvazione anche della critica.

Shakespeare in Love, di John Madden, 1998

Il 1999 fu un anno particolare per il cinema. Alcuni lo definiscono il migliore di sempre, perché uscì una quantità enorme di film universalmente riconosciuti come cardinali (davvero, date uno sguardo qui). Eppure, nella notte degli Oscar, Shakespeare in Love fece incetta di statuette (addirittura sette), tra cui Miglior Film. Molti ricordano Shakespeare in Love come il peggior Miglior Film di sempre, altri di una chiara traccia della potenza del produttore Harvey Weinstein. Al di là di qualsiasi discorso di valore, Shakespeare in Love ha lanciato Paltrow nell’assoluto Olimpo cinematografico, consegnandole la prima – e per ora unica – statuetta come Miglior Attrice.

Il talento di Mr Ripley, di Anthony Minghella, 1999

Un cast, anche qui, straordinario, dove Gwyneth Paltrow figura tra i primi nomi, in mezzo a star come Matt Damon, Jude Law, Cate Blanchett, Philip Seymour Hoffman (nonché, vista l’ambientazione italiana, anche Sergio Rubini, Stefania Rocca, Rosario e Beppe FIorello). Il talento di Mr Ripley è un film che ha avuto un riscontro di pubblico e critica non unanime, ma si è imposto da subito, anch’esso, come un cult, una grande produzione con un cast importante e grosse ambizioni di trama, ormai uno standard per Paltrow.

I Tenenbaum, di Wes Anderson, 2001

I Tenenbaum è un film che trascende il concetto stesso di cult, sostituendolo, diventandolo per eccellenza. Forse il film perfetto di Anderson, quello che più di ogni altro ha fissato un immaginario. Forse il suo personaggio Margot Tenenbaum, con la pelliccia, il caschetto e la sigaretta in bocca è l’immagine più iconica della sua intera carriera.

Two Lovers, di James Gray, 2008

Dopo il meraviglioso I padroni della notte, James Gray torna con una sorta di commedia romantica e tormentata, piena di silenzi e sofferenza. Anche qui Paltrow recita a un suo classico personaggio: la ragazza ai margini, affascinante e problematica. Ad affiancarla Joaquin Phoenix nel ruolo di Leonard Kraditor, un ragazzo molto fragile che (ahilui!) si innamorerà di Michelle.

Contagion, di Steven Soderbergh, 2011

Ancora una volta un film corale (oltre a Gwyneth figurano Marion Cotillard, Matt Damon, Laurence Fishburne, Jude Law, Kate Winslet e Bryan Cranston). Il film parla di un virus che in breve tempo si espande e colpisce tutta la popolazione mondiale. Vi ricorda qualcosa? Esatto. Non a caso nel 2020 balzò in testa alla classifica dei film più visti nelle varie piattaforme digitali.

Universo Marvel, dal 2012

Dal 2012, col personaggio di Pepper Potts, segretaria e storica fidanzata di Tony Stark, entra nel mondo Marvel, e nei successivi anni reciterà in sette film, ultimo dei quali il mega successo (come tutti, del resto)  Avengers: Endgame.

Bonus track: Hook, Capitan Uncino, di Steven Spielberg, 1991

È questo l’annunciato “+1”. In Hook, diciannovenne, interpreta una giovane Wendy. Il tempo sullo schermo è pochissimo, ma non si poteva lasciare fuori questo classico dei film per ragazzi che, a suo modo, ha segnato un’epoca.

Alessio Altieri
27 Settembre 2022

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