Palazzo Pitti 3D e la visione dello “scalone a lumaca”

Un progetto Gallerie-Unifi: un anno e mezzo di lavori per il rilievo tridimensionale del Palazzo fiorentino. E' la prima volta che un complesso antico così vasto e articolato viene riprodotto


Un imponente palazzo rinascimentale di Firenze, Palazzo Pitti, il cui nucleo originale risale al 1458: dal Rinascimento al 3D, infatti si sono conclusi – dopo un anno e mezzo – i lavori di rilievo per la riproduzione ad alta definizione e tridimensionale di ogni dettagli dell’edificio fiorentino, inclusi esterni, interni, opere esposte e anche scomparse, come lo “scalone a lumaca” realizzato nel ‘500 da Bartolomeo Ammannati, di cui si erano perse le tracce dopo la demolizione, avvenuta secoli fa.            

Il progetto nasce dalla collaborazione tra Gallerie degli Uffizi e il dipartimento di ingegneria civile e ambientale dell’Università degli Studi di Firenze. “E’ la prima volta” – spiega il Museo in una nota – “che un complesso antico così vasto e articolato viene integralmente riprodotto in 3D”. Il progetto è stato presentato durante la giornata di studi “Palazzo Pitti e il suo gemello digitale: i grandi edifici storici nell’era della transizione tecnologica”. 

Per il direttore delle Gallerie, Eike Schmidt “gli Uffizisi confermano di nuovo all’avanguardia dello sviluppo tecnologico: il gemello digitale, fedele fino al millimetro, di Palazzo Pitti non ha soltanto un enorme valore come documentazione dello status della Reggia, ma offre anche dati per la conoscenza e la ricerca storica; è uno strumento importantissimo per le progettazioni delle manutenzioni e dei restauri“. Così, “abbiamo adesso una documentazione precisa sull’architettura del palazzo e l’ultimo passo sarà anche la possibilità di sviluppare delle esperienze per i visitatori, per accedere virtualmente a spazi non accessibili, oppure anche di fare dei viaggi nel tempo per vedere come nel corso dei secoli il Palazzo si è sviluppato”.

Il professore associato di topografia e cartografia dell’Università di Firenze, Grazia Tucci, ha spiegato che “il modello 3D, che deriva dal rilievo con metodologie geomatiche, deve essere uno strumento utile alla conoscenza, alla conservazione e alla gestione dell’edificio ma perché ciò accada occorre imprescindibilmente creare un modello di gestione per l’archiviazione, conservazione e aggiornamento dei dati del rilievo. Siamo riusciti a fare una specie di calco digitale di tutta la struttura: interni, esterni, interspazi mai esplorati finora”. 

n/b
03 Ottobre 2022

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