One Piece e gli anime al cinema: le ragioni del successo

One Piece Film: Red si appresta a imporsi nel botteghino italiano, così come ha fatto nel resto del mondo. Nel disastrato box office del 2022 sarebbe il terzo film tratto da un anime giapponese ad ott


In una stagione cinematografica colorata di rosso, quello del segno negativo portato dai mancati incassi, un altro “rosso” ha attirato l’attenzione degli esercenti: quello di One Piece Film: Red, il nuovo film spin-off della più longeva e apprezzata serie anime di sempre. La ciurma di cappello di paglia torna al cinema con il suo 15mo lungometraggio e, dopo avere battuto ogni record in Giappone e nel mondo, stupisce anche il mercato italiano, con numeri in proporzione impressionanti. L’anteprima in lingua originale del film uscito il 6 e 7 novembre ha portato in sala ben 50.879 spettatori, per un incasso totale di 392.624 euro, al quale bisognerà aggiungere gli incassi dell’uscita ufficiale in lingua italiana, prevista per il 1° dicembre 2022.  

Con ogni probabilità, Red diventerà il miglior incasso italiano della saga di One Piece, superando nettamente i 531.288 euro di Stampede del 2019. Inoltre e si candida a insidiare la top ten dei film di animazione giapponese più visti in assoluto. Una classifica di cui fanno parte, oltre a lungometraggi d’autore come quelli targati da Hayao Miyazaki e il Capitan Harlock del 2013, ben due film del 2022, entrambi spin-off di serie anime molto popolari. Si tratta di Dragon Ball Super – Super Hero con i suoi 1.460.447 euro e Jujutsu Kaisen 0 – The Movie con 1.109.214 euro. Ma come mai questi film non risentono della ormai inarrestabile crisi delle sale, anzi sembrano addirittura trarne un vantaggio competitivo?

Le motivazioni sono più complesse di quello che ci si potrebbe aspettare, ma tutte si basano su un singolo elemento: lo zoccolo duro di appassionati di manga e anime in Italia. Quello dei fumetti è un settore in costante crescita nel nostro paese, con un aumento delle vendite del 520% nel biennio della pandemia rispetto a quello precedente. Dei 100,245 milioni di euro di entrate provenienti dai fumetti nel 2021, 58,3 milioni riguardano i manga giapponesi. Tra questi, il più popolare è proprio One Piece, che nel nostro paese vanta oltre 18 milioni di copie vendute, grazie anche agli oltre cento albi pubblicati dal 2001 ad oggi.

Queste cifre costituiscono di certo una boccata d’aria per il disastrato settore dell’editoria italiana e si ripercuotono positivamente anche sul mondo della distribuzione televisiva e cinematografica. Gli adattamenti animati dei manga, gli anime per l’appunto, grazie alla loro facilità ed economicità di fruizione hanno ancora più successo delle loro controparti cartacee, vantando centinaia di milioni di appassionati in tutto il mondo. La serie animata di One Piece, ad esempio, annovera oltre mille episodi in venti stagioni. È facile immaginare che un appassionato che abbia trascorso centinaia di ore nel bizzarro mondo fantasy creato da Eiichirō Oda, non ci pensi due volte a fiondarsi al cinema per non perdersi la nuova avventura della ciurma piratesca più amata la mondo.

Il primo elemento da tenere in considerazione è quindi questo target già indissolubilmente legato al franchise, facile da raggiungere e da convincere, soprattutto in quanto si tratta per la stragrande maggioranza di giovani e giovanissimi. Adolescenti e preadolescenti sono il pubblico ideale per gli esercenti cinematografici: dinamici, inclini alla socializzazione rappresentata dalle sale e, soprattutto, attivi su internet, dove il lavoro di marketing è più diretto ed efficace. A questi si aggiungono i, non pochi, appassionati di lungo corso, quei trenta-quarantenni che seguono il franchise da decenni, che lo hanno visto nascere, crescere e a cui sono indelebilmente affezionati. Un pubblico, insomma, che rappresenta una vera e propria garanzia per il distributore. Una rarità per il mercato attuale.

Ultimo ma decisivo fattore è quello legato alla qualità e all’originalità. Per loro natura, infatti, le serie anime hanno budget produttivi molto limitati. Il riutilizzo di sfondi, animazioni ed effetti sonori sono all’ordine del giorno per gli studi di animazione che devono adattare in poche settimane, spesso fedelmente, decine di albi stampati. Limiti che vengono infranti nelle versioni filmiche, che sono spesso al 100% originali, che hanno dinamiche produttive meno frettolose e che sono pensati per essere proiettati sul grande schermo. La possibilità di vedere i propri eroi nel loro massimo splendore – con scene d’azione al cardiopalma, colonne sonore irresistibili e paesaggi da togliere il fiato – rappresenta di certo un fattore di spinta ulteriore e decisivo. Questi lungometraggi diventando così tasselli fondamentali di un puzzle di cui non si vuole perdere nemmeno una sfumatura, eventi epocali che vanno apprezzati immancabilmente, per la gioia degli esercenti di tutto il mondo, nel buio della sala cinematografica. 

 

Carlo D'Acquisto
24 Novembre 2022

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