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Il sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni ha concluso la prima giornata del convegno Un altro genere di leadership - che si tiene all'Acquario Romano e prosegue domani - dialogando con la giornalista e conduttrice tv Eleonora Daniele. "Nel MIC - ha sottolineato la senatrice nel suo intervento - tutta l’innovazione è gestita da donne e nessuno lo sa, dovremmo essere brave a raccontare cosa fanno le donne, perché spesso viene ignorato, ad esempio non molti sanno quante registe vi fossero nel cinema muto". Parlando della sua esperienza ha aggiunto: "Credo di essere sottosegretario per la terza legislatura per la mia competenza e passione, per la caparbietà enorme che ci metto e non, come qualcuno mi ha detto, perché volevano una presenza femminile. Le donne vanno avanti con una forza che è difficile trovare in un uomo. Anche noi stesse dobbiamo credere di più in noi. Insegniamo ai bambini, maschi e femmine, che le donne possono fare tutto. Cambiamo i libri di scuola, dove mancano tante figure importanti del Novecento, come Nilde Iotti o la fisica Laura Bassi. E' una grande rivoluzione che va fatta al di là delle quote, a cui ero contraria anche se mi sono resa conto che sono state un aiuto in una certa fase".

E ancora: "Nell’audiovisivo le donne sono poche ed è nostro compito entrare nella narrazione e dare alle ragazze gli strumenti per scegliere. La parità salariale è un altro immenso problema di questo paese. La donna deve portare una leadership femminile, aggiungere qualcosa e non comportarsi da maschio come fanno alcune super manager. La gravidanza viene considerata ancora come una malattia, le partite Iva e le lavoratrici dello spettacolo devono essere tutelate, cosa che stiamo facendo".

Lucia Borgonzoni ha annunciato una mostra al Maxxi sulla situazione della donna in preparazione a cui sta lavorando con la presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia e ha lanciato un appello per la situazione di Iran e Afghanistan: "Diritti che da noi sembrano scontati sono stati smantellati in quei paesi dove negli anni '60 e ’70 le donne erano libere e adesso non possono neanche studiare. Le donne sono le prime ad essere colpite, ma sono anche le prime a ribellarsi: dobbiamo dare sostegno alle iraniane e afghane e non solo indignarci".  

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DONNE E LEADERSHIP

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