FantaOscar di CinecittàNews: i favoriti per il miglior film

Quali sono i titoli che possono rivaleggiare con lo strafavorito Everything Everywhere All at Once per la statuetta di Miglior film ai prossimi Oscar? Scopriamolo prima di consegnare la formazione del


L’8 marzo uscirà nelle sale italiane Women Talking: il pubblico nostrano potrà quindi finalmente recuperare l’ultimo titolo mancante tra quelli candidati al premio più prestigioso degli Oscar 2023: quello di Miglior film. Come accade dall’edizione del 2010, anche quest’anno i film candidati sforano la semplice cinquina raggiugendo quota dieci, tra questi sembra esserci un netto favorito: Everything Everywhere All at Once. Eppure, guardando la storia di questo premio, non sempre il favorito si è poi portato a casa la statuetta, tutt’altro. Facendo riferimento alle quote ufficiali, il favorito ha vinto solo tre volte negli ultimi 10 anni, una sola volta negli ultimi 5, con Nomadland nel 2021. Chi non ricorda lo “scippo” – non solo metaforico – di Moonlight a La La Land nel 2017?

Anche l’anno scorso Coda – i segni del cuore ha beffato a sorpresa Il potere del cane, ribaltando i pronostici. In questa edizione i titoli meritevoli sono davvero tanti e potrebbe esserci una nuova sorpresa, che farebbe la felicità dei tanti giocatori del FantaOscar di CinecittàNews, il nostro fantasy game. Scopriamoli assieme.

Fiumi di inchiostro sono stati spesi sull’incredibile e inaspettato successo di Everything Everywhere All at Once. Il nuovo film dei Daniels è diventato un instant cult grazie alla sua capacità di fondere stili, generi e riferimenti in un crogiolo di idee visive e concettuali. Grazie alle 11 pesanti nomination e alla lista infinita di premi ottenuti nell’ultimo anno (Saga, Golden Globe, Screen Actors, per nominarne alcuni) è nettamente il favorito della vigilia. Il suo unico punto debole è quello di essere prettamente una commedia e di non affrontare tematiche care agli Oscar, se non vagamente quello dell’inclusione culturale. All’orizzonte ci sono titoli che sotto questo punto di vista possono essere molto più competitivi.

 

Niente di Nuovo sul Fronte Occidentale è la seconda sorpresa di questa stagione cinematografica. Passato in sordina per mesi a causa dell’uscita praticamente esclusiva su Netflix, il film di Edward Berger (regista recentemente a lavoro a Cinecittà per il suo nuovo Il Conclave) è salito pian piano di quotazione nel corso dei mesi con l’inizio della stagione dei premi, dove si è affermato come il più accanito competitor di EEAAO, in particolare dopo il trionfo ai British Academy Film Awards. Per ovvi motivi, la tematica bellica centrale in questo ennesimo adattamento del romanzo di Erich Maria Remarque è molto calda nel vecchio continente. L’evidente sovrapposizione tra il fronte francese durante la prima guerra mondiale e quello russo/ucraino attuale potrebbe fare la differenza per la vittoria del premio più ambito.

 

Fin dalla sua presentazione in Concorso a Venezia, è stato chiaro che con Gli spiriti dell’isola Martin McDonagh avesse nuovamente centrato il bersaglio. A 5 anni da Tre Manifesti a Ebbing, Missouri (7 nomination e 2 premi attoriali nel 2018), l’autore britannico potrebbe finalmente aggiudicarsi una delle statuette più prestigiose (è stato candidato anche per la sceneggiatura e la regia) forte di un’accoglienza internazionale di prim’ordine. L’intenso film tragicomico con protagonista Colin Farrell ha già avuto la meglio contro EEAAO ai Golden Globes, dove erano entrambi candidati come miglior commedia. Potrebbe ripetersi anche agli Oscar?

 

Osannato dalla critica al lancio, dopo la vittoria ai Golden Globes come miglior film drammatico le quotazioni di The Fabelmans si sono pian piano smorzate: tante nomination ma pochissime vittorie negli ultimi mesi per il nuovo e più personale film di Steven Spielberg, il primo di cui firma anche la sceneggiatura. Le chance di vittoria di The Fabelmans sono legate all’aspetto meta-cinematografico e al fatto di essere incentrato sulla biografia di uno dei più importanti registi della storia del cinema. La consegna di un premio al miglior film – a quasi 30 anni dalla vittoria di Schindler’s List – sarebbe un meritato omaggio a una carriera senza precedenti.

 

Top Gun: Maverick insegue questo gruppo di favoriti alla velocità di un jet supersonico. Presentato a Cannes con tutti gli onori, è stato un clamoroso successo internazionale (il maggiore incasso di sempre di un film con Tom Cruise), offrendo un raro esempio di sequel fuori tempo massimo di un cult che non tradisce le attese del pubblico, che anzi riesce in parte a superare il predecessore. Un anno fa nessuno si sarebbe aspettato di trovarlo in questa lista, eppure il film di Joseph Kosinski è stato un protagonista della stagione dei premi, aggiudicandosi il Sattelite Award per il miglior film drammatico. La vittoria sarebbe un riconoscimento clamoroso, forse eccessivo, ma si sa quanto questo tipo di film facciano letteralmente impazzire il pubblico e la critica d’oltreoceano.

 

Da qui in poi, le possibilità di vittoria dei film candidati diventano decisamente proibitive, anche se tutti, in qualche modo, hanno delle carte da giocarsi. Tár vanta la superba interpretazione di Cate Blanchett, alle prese con il poco frequentemente raccontato mondo della musica classica contemporanea. Ma la sua arma definitiva potrebbe essere la tematica cruciale della “cancel culture” che diviene centrale nella parte finale del film. Elvisdi rimando, può farsi forza della mimetica interpretazione di Austin Butler in quel “Tale e quale show” che tanto aggrada il grande pubblico. A questo si aggiunge l’attaccamento emotivo al ricordo indelebile del re del rock and roll, un simbolo della cultura a stelle e strisce. Avatar – La via dell’acquaè l’ennesimo colpo sparato da quel fuoriclasse di James Cameron che piazza a mani basse il campione d’incassi della stagione. L’innovazione tecnologica che rappresenta questo film, unita alla devozione per il medium che ne ha accompagnato la produzione, vale di certo il prezzo del biglietto, forse anche qualche statuetta.Triangle of Sadness ha entusiasmato Cannes, aggiudicandosi la Palma d’oro, ma ha diviso il pubblico per il suo essere meravigliosamente sopra le righe. Un dato di fatto è che il regista Ruben Östlund è uno dei nomi più in auge del momento, se si aggiudicasse anche un Oscar sarebbe letteralmente lanciato nella stratosfera. Infine, abbiamo il film con cui abbiamo iniziato questo articolo, quel Women Talking che vede nel suo straordinario cast tutto al femminile e nella sua terrificante storia vera dalla matrice anti-patriarcale i suoi, non trascurabili, assi nella manica.

 

Cari amici, ci siamo! Il primo FantaOscar di CinecittàNews sta per partire, mancano pochi giorni alla notte più importante. E noi siamo pronti con il nostro gioco! A vedere l’ondata di adesioni che stanno arrivando siamo davvero contenti di condividere il FantaOscar di CinecittàNews con tutti voi. E allora, votate, votate, votate per film e Artisti che ci emozionano, ci rendono felici, ci fanno riflettere e riempiono le nostre vite. Che vinca il migliore che, sicuramente, è e sarà sempre il Cinema.

La redazione di CinecittàNews

Carlo D'Acquisto
07 Marzo 2023

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