In sala con Cinecittà la musica e il genio di Piero Umiliani

Sarà in sala con un tour di proiezioni evento Il tocco di Piero -Le mille vite di Piero Umiliani, di Massimo Martella, ​prodotto e distribuito da Luce Cinecittà


Sarà in sala con un tour di proiezioni evento Il tocco di Piero -Le mille vite di Piero Umiliani, di Massimo Martella, prodotto e distribuito da Luce Cinecittà.

Da I soliti ignoti a Mana’-mana’ alla lounge music, il film della vita di uno dei più importanti compositori di colonne sonore del ‘900, genio assoluto tra cinema e musica.

Il film racconta la sua parabola creativa, dagli inizi nel dopoguerra nelle orchestrine jazz degli Alleati, alla prima colonna sonora italiana jazz per I soliti ignoti di Monicelli; il creatore di uno dei motivetti tormentone più noti al mondo (quello che fa Man’ha Man’ha…), autore di decine di colonne sonore di film di genere degli anni ’60-’70, e tra i primi a sperimentare la musica elettronica in Italia, fino alla brusca interruzione dell’attività per colpa di un’emorragia cerebrale a metà degli anni ’80.

Per lui hanno suonato tutti i grandi musicisti del jazz italiano, ma anche Chet Baker, Helen Merrill, Gato Barbieri; e negli anni ’90, dopo il faticoso recupero dalla malattia, la sua musica è stata riscoperta nelle discoteche da un pubblico di giovanissimi, e i suoni creati da Piero hanno iniziato a essere saccheggiati e campionati dai rapper anglosassoni.Il tocco di Piero, dopo una brillante presentazione all’ultimo Torino Film Festival arriva nelle sale con un tour di proiezioni-evento, alla presenza del regista e di ospiti, in tante città: da Torino (cinema Massimo, il 24, 25 e 29 maggio), a Bari (il 31 maggio), Roma (il 5 e 9 giugno), Mantova, Brescia, Pisa, e altri centri.

Se a distanza di anni il nome di Umiliani fa brillare gli occhi dei collezionisti di vinile di mezzo mondo, e viene considerato un maestro da riscoprire e imitare, è forse perché ha nutrito il suo talento artistico di un’incessante curiosità per qualunque forma di musica, riuscendo poi a riportare tutto alla sua gentilezza di tocco, a una cifra stilistica che resta inconfondibile pur avendo attraversato e contaminato generi tra i più disparati.

Umiliani ha saputo essere sofisticato e popolare al tempo stesso, interprete dell’Italia di quegli anni.Il documentario è costellato di musica live, suonata in parte nello studio che Umiliani volle fortemente per sentirsi libero di registrare quando voleva. La produzione jazz viene reinterpretata da un sestetto guidato dal pianista Enrico Pieranunzi; ad un altro gruppo, i Calibro 35, sono invece affidate versioni elettriche delle colonne sonore dei film di genere, che hanno poi ispirato la lounge music; Carlotta Proietti esegue il ‘Valzer della Toppa’ scritto da Umiliani a quattro mani con Pasolini, diventato un classico della canzone romanesca.

Il film si avvale inoltre della narrazione partecipata della famiglia Umiliani; dei ricordi di amici e collaboratori come Edda Dall’Orso, Giovanni Tommaso, Gegè Munari, Silvano Chimenti; e degli interventi di storici della musica e del cinema come Vincenzo Mollica, Dario Salvatori, Pierpaolo De Sanctis, Luca Sapio.I

Dice il regista: “Il jazz è ritmo, perché viene dall’Africa. Fa parte della nostra vita”. Così Piero Umiliani, che non è mai stato amante delle classificazioni, provò a definire la musica che ispirò profondamente la sua vita, e restò centrale nella sua ispirazione nonostante i mille stili che frequentò componendo colonne sonore, libraries e altro.

Sono partito da queste parole per costruire un film dal ritmo “sincopato”, e che poi non fosse una semplice biografia. “Il tocco di Piero” più che un film su Umiliani è un film sulla sua musica: per questo ho voluto che il suo sound risuonasse ancora, rigorosamente dal vivo, con arrangiamenti inediti preparati dai musicisti italiani che forse sono maggiormente legati a lui. In secondo luogo, dal momento che lungo il suo percorso Umiliani ha saputo spesso interpretare il gusto dei tempi, tramite la sua parabola artistica ho cercato di ripercorrere la trasformazione della musica per il cinema, e del gusto musicale degli italiani. Di conseguenza le ambientazioni, le evocazioni visive e i colori delle clip musicali citano epoche e luoghi di fruizione dei brani originali: dai night anni ’50 al Festival di Sanremo, dal cinema dark a quello figlio del boom economico, dall’arrivo del beat e della psichedelia a cavallo del ’68, alle luci stroboscopiche delle discoteche anni ’80.Infine, c’è il racconto della sfera privata di Piero e della sua famiglia, con la consapevolezza che se le sue capacità compositive non fossero state spente prematuramente dall’ictus che lo colse nel pieno della carriera, avremmo avuto ancora altre musiche da ricordare con il sorriso sulle labbra”.

Umiliani a Taranto nel 1961. Nel 1987 si diploma in Regia al Centro Sperimentale di Cinematografia. L’anno successivo inizia a collaborare come regista per il programma di RaiTre Un giorno in pretura, del quale firma la regia di oltre 30 puntate nell’arco di 5 anni. Nell’ambito di questo programma firma come regista e co-autore Giustizia negata, speciale in due puntate sul processo per la strage di Bologna. Nel 1992 scrive e realizza il suo primo lungometraggio, Il tuffo, Premio Kodak come miglior opera prima al Festival di Venezia 1993.Nel 1998 dirige il secondo film La prima volta, al quale collabora anche come sceneggiatore.

Nel 1999 scrive la sceneggiatura del film L’ultima lezione, diretto da Fabio Rosi, poi inizia a scrivere per la serialità televisiva. Dal 1999 fino al 2004 collabora alla serie tv La squadra (RaiTre), prima come sceneggiatore, poi come story editor e infine responsabile del reparto scrittura. Dal 2005 al 2013 lavora per la società Taodue Film come sceneggiatore ed editor, dirigendo il reparto scrittura delle serie Ris – Delitti imperfetti (tre stagioni) e Ris Roma (altre tre stagioni). e collaborando anche alle serie Distretto di Polizia e Squadra Antimafia.

Nel 2015 scrive e dirige il documentario Mio duce ti scrivo, co-prodotto da Istituto Luce e RaiTre. Nel 2017-18 scrive e dirige il documentario Nel nome di Antea – L’arte italiana al tempo della guerra, prodotto da Istituto Luce Cinecittà. Insegna Scrittura creativa e Metodi della produzione seriale presso le Accademie di Belle Arti di Napoli e Foggia.

redazione
23 Maggio 2023

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