Libero De Rienzo


L. De RienzoA Salerno per presentare al pubblico di Linea d’Ombra – festival sui talenti emergenti diretto da Maurizio Di Rienzo – il suo debutto alla regia, Libero De Rienzo annuncia la sua prossima tappa: un progetto corale realizzato in Canada. E quando parla del suo film in uscita Sangue-La morte non esiste è un fiume in piena di passione ed entusiasmo. Il lungometraggio è il ritratto estremo di una generazione di ventenni che vuole vivere senza compromessi o limiti etici. Prodotto da Mikado, Nitrofilm e Rai Cinema uscirà in sala, con pochissime copie, il prossimo 5 maggio.

Nel film assistiamo alla rappresentazione di una generazione di ventenni ben diversa da quella ad esempio di “Notte prima degli esami”, di chi parla e a chi è rivolto in realtà il tuo lavoro?
Sangue è un film di sperimentazione e di rottura, rivolto sia a quella parte di miei coetanei che non si sente rappresentata dai film di botteghino o di fiction, che è gran parte del cinema contemporaneo, sia agli appassionati del cinema italiano ricercato e di qualità. Il film ha una struttura complessa tutta piena di rimandi e grammatiche rigorosissime ma il suo scopo è semplicemente far emozionare usando musica e immagini.

Il film tratta temi sociali spesso ritenuti tabù: la Chiesa, l’autorità dello stato, la famiglia. Da cosa è partita la scelta di tematiche così complesse?
E’ difficile rispondere, è come chiedere ad una persona di parlare di se stesso: è troppo intimo. In realtà il film è frutto di tante interiorità vissute, è ricco dei contenuti di amore e di rivolta, della passione e della violenza che appartengono a chi mi circonda.

La scelta di passare alla regia è stata più politica o più artistica?
Tutto nasce in primo luogo da un amore totale per il cinema, arte che ritengo sublime poiché permette di creare dal nulla un intero mondo. Il film è nato da un desiderio maturato negli anni di fare cinema in prima persona, di dire delle cose e non essere schiavo di un disegno altrui. E’ uno sfogo artistico necessario che vuole dare uno scossone allo spettatore impigrito e passivo.

Quali difficoltà hai avuto nella realizzazione del film e che possibilità di mercato ci sono per produzioni a basso budget?
Il mio è stato un film a basso budget, che ha richiesto una alta concentrazione e una collaborazione stretta tra artisti e artigiani per evitare sprechi di pellicola. Con una parte della troupe inoltre abbiamo costituito una società che possiede buona parte delle quote del film, così alla fine Sangue è veramente di chi l’ha fatto.
Riguardo al mercato penso ci vorrebbe maggiore trasparenza nei percorsi che portano al finanziamento e alla realizzazione dei film. Attualmente ci sono film che escono in sala con un numero eccessivo di copie e film che è impossibile vedere nei centri più piccoli per mancanza di copie. Sarebbe utile invece una legislazione che regolamenti in qualche modo il numero di copie distribuite, dando magari in seguito la possibilità a un film di successo di rimanere più tempo in sala.

Quali progetti per il futuro?
Insieme ad alcuni componenti della squadra con cui ho lavorato per Sangue, stiamo mettendo su un progetto che realizzeremo probabilmente in Canada, paese con una Film Commission attenta a sostenere le esigenze dei giovani registi. Come per le università anche per il cinema si finirà col parlare di fuga dei cervelli?

Carmen Diotaiuti
29 Aprile 2006

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