Antonello Matarazzo: la caffettiera dell'architetto
Chi non conosce la famosa caffettiera "poetica"
di Alessi? Quell'oggetto tra arte e industria, tra tradizione
napoletana e design moderno che nel 1981 ha fatto meritare al
suo creatore il prestigioso Compasso d'Oro per il Design? In
pochi invece conoscono lui, l'ideatore di questo oggetto e di
molti altri, Riccardo Dalisi, architetto oggi
quasi ottantenne che è entrato nella storia dell'arte
contemporanea grazie alla sua "rivoluzione culturale". Ha
coinvolto nei suoi progetti i bambini e gli abitanti dei
quartieri più disagiati di Napoli, ha lavorato con
materiali di scarto e da riciclo, anticipando in Italia l'arte
povera e il concetto di ecosostenibilità. A questo
personaggio vulcanico e geniale il videoartista Antonello
Matarazzo ha dedicato un documentario dal titolo Latta e
cafè, scelto da Mario Sesti per il suo
Extra e contemporaneamente da Gaia Morrione
per il Focus sull'ambiente dell'Occhio sul
Mondo. Dopo il Festival di Roma il suo film - nato con
la sorprendente complicità del produttore dei
cinepanettoni Aurelio De Laurentiis (porta
infatti il marchio Filmauro) uscirà in Dvd e con molta
probabilità sarà comprato da Sky. Tra i protagonisti
del viaggio attraverso la creatività di Dalisi, in
Latta e cafè compaiono personaggi come Mario
Marengo, Gillo Dorfles e Michelangelo Pistoletto.
Matarazzo, come si è avvicinato a Riccardo
Dalisi?
E' successo in modo casuale, quando un gallerista di Benevento
mi ha proposto una mostra insieme a Dalisi, che per molti versi
è il mio opposto, proprio per riflettere sulle differenze
della nostra arte. Io lavoro con il digitale, con elementi
immateriali, lui invece usa molto le mani ed è un
artigiano. Avrei dovuto rileggere creativamente in pochi minuti
il suo lavoro con un'opera di videoarte, ma poi mi sono
appassionato al suo personaggio e ho voluto fare di più. A
quasi 80 anni è rimasto un bambino, mi incuriosisce il suo
istinto, la sua giovialità, la freschezza da ragazzino che
manifesta anche fisicamente, nel modo di camminare.
Quanto ha partecipato Dalisi al processo creativo del
documentario?
In Latta e cafè è presente in moltissime
immagini, ed è intervenuto anche nella creazione del film
con suggerimenti che però poi non ho molto seguito. Lui
avrebbe voluto qualcosa di simile a una fiaba, con una
struttura narrativa, io invece ho voluto riproporre la sua arte
e la sua personalità anche con lo stile e il linguaggio
del documentario. C'è una sorta di narrazione, ma
continuamente tradita e riproposta, arrestata e riavviata. Ho
fatto un po' come lui, che è approdato a progetti
industriali come quello di Alessi quasi per caso, la sua è
un'avventura quasi donchisciottesca.
Un elemento importante della sua opera è
l'attenzione per l'ambiente e
l'ecosostenibilità.
Non avrei fatto un documentario di un'ora su di lui se non ci
fossero state anche implicazioni sociali e ambientali. Mi
interessava collegare il suo uso artistico di pezzi di latta o
altri scarti a un movimento come quello di padre Zanotelli e al
tema dell'emergenza ambientale.
E' significativo che questa esigenza ambientalista sia
rappresentata proprio da un uomo di Napoli, la città del
disastro rifiuti.
All'inizio del film Dalisi dice che la maggioranza delle
persone lavora per distruggere il mondo, mentre una piccola
minoranza lavora per il bene, ma lo fa in modo molto più
convinto ed efficace. Sono i due aspetti di una stessa cultura
napoletana. Dalisi è imbevuto di quell'ambiente, che non
è la Napoli leccata di Bassolino, ma quella povera, della
camorra e dell'immigrazione ante-litteram. Questo immaginario
disordinato è entrato nella sua proposta artistica e le ha
dato un senso di incompiutezza.
Come mai questo film è prodotto e distribuito
dalla Filmauro dei cinepanettoni?
Ho incontrato De Laurentiis qualche anno fa, quando venne a
vedere una mia mostra di videoarte e rimase molto
impressionato. Mi propose subito di fare un documentario su
Napoli, ma con una visione positiva della città, ma allora
non avevo velleità registiche e rifiutai.Tempo dopo ci ho
ripensato e ho realizzato un breve documentario sul lavoro di
Dalisi. Quando Aurelio De Laurentiis lo ha visto ha deciso di
produrre "Latta e Cafe'" e grazie al suo intervento ho anche
ottenuto il finanziamento del MIBAC.