Luca Ward: non sarò un’altra volta Robin Hood


Non sarà Luca Ward, abituale voce italiana di Russell Crowe, a doppiare la nostra edizione del Robin Hood di Ridley Scott, che aprirà il 12 maggio la 63ma edizione del Festival di Cannes per poi approdare nelle sale di tutto il mondo due giorni dopo, il 14 maggio.
Ward non ha potuto svolgere il lavoro a causa dell’incidente che lo ha visto coinvolto durante la sua partecipazione al reality show ‘L’isola dei famosi’. Il ruolo è stato dunque affidato a Fabrizio Pucci, già interprete di Crowe in A Beautiful Mind.
Per i fan di Ward, l’unica consolazione è il trailer in italiano del film, registrato con la sua voce e già disponibile online da tempo.
“Ho dovuto rinunciare – spiega l’attore a CinecittàNews – con sommo dispiacere mio e della Universal”.

Lei ha però dato voce a un altro storico Robin Hood, quello interpretato da Kevin Costner nel 1991…
Era un film straordinario, che purtroppo è stato ridoppiato. Per carità, si tratta sempre di una bella versione realizzata da ottimi professionisti, ma non vedo perché non hanno richiamato noi del cast originale. Bene o male con l’età ci siamo ancora, anzi, ora siamo più maturi. All’epoca ero un ragazzo, avevo trent’anni, potrei farlo molto meglio ora con l’esperienza dei cinquanta. Tra l’altro, fu il primo film realizzato senza un’agenzia alle spalle, eravamo tutti freelance.

Che ne pensa, da addetto ai lavori, di questa recente abitudine di ridoppiare i film, spesso senza apparente motivo?
Dicono che è necessario farlo per l’adattamento in 5.1, perché l’analogico fruscia. A mio parere si tratta di una bestialità. Con i mezzi di oggi le tracce audio di un tempo si possono correggere facilmente.

Lei però ha preso parte al ridoppiaggio di “C’era una volta in America”, che è stato in assoluto uno dei più controversi…
È vero, avevo la parte di James Woods, che era stata di Sergio Fantoni. Certo in quel caso non potevano richiamare i doppiatori della prima versione, ma per tutto il tempo io ho creduto che alla fine avrebbero comunque lasciato l’alternativa della traccia originale. Se proprio va fatto, va bene, ma perché togliere la possibilità di scelta? Così è come eliminare un pezzo di storia. Ho seguito la polemica solo in parte, ma pur non essendo assolutamente d’accordo con chi ha denigrato l’operato di chi ha lavorato al ridoppiaggio, ho trovato invece giuste le proteste di chi avrebbe desiderato che, al fianco della versione nuova, fosse stata mantenuta quella “classica”.

Andrea Guglielmino
26 Marzo 2010

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