Nikita Mikhalkov “Resuscito Kotov e salvo il cinema russo”


CANNES – Nikita Mikhalkov ha resuscitato il generale Kotov, protagonista del film con cui nel 1995 vinse l’Oscar, per dare un seguito, anzi due, al suo Sole ingannatore. Ed ecco allora, in concorso a Cannes, Sole ingannatore 2: L’esodo, il film più costoso e discusso della Russia post-sovietica, un’ambiziosa coproduzione in parte finanziata dallo Stato in cui ritroviamo i personaggi di quel leggendario film nell’inferno della seconda guerra mondiale. Kotov, degradato a soldato semplice, si batte con coraggio in un battaglione punitivo. La figlioletta Nadia, che abbiamo lasciato bambina, è cresciuta in un campo di pionieri e ora è diventata infermiera. Mentre l’ufficiale che aveva decretato l’arresto e la condanna a morte di Kotov, gli sta ancora alle calcagna per ordine di Stalin in persona. Che appare nel film intento a lodare una fetta di pane, burro e marmellata. Siamo negli anni più oscuri del conflitto, mentre Sole ingannatore 3 ci regalerà, promette il regista, qualche speranza in più. “Questa è la metafisica della distruzione, quella sarà la metafisica della rinascita”.

 

Come nasce questo seguito e l’idea di resuscitare Kotov, ancora una volta interpretato da lei?

L’idea di trasformare il mio film più famoso in un trittico mi è venuta vedendo Salvate il soldato Ryan di Spielberg. Perché la seconda guerra mondiale non è solo lo sbarco in Normandia, c’è stato molto altro sul fronte orientale. Volevo mostrare le immense sofferenze e privazioni che l’Armata rossa e la popolazione hanno dovuto subire per vincere la guerra. E perché non far rivivere i miei personaggi, se gli inglesi resuscitano Sherlock Holmes?

 

Lo considera un film antistalinista?

E’ una storia d’amore a distanza tra un padre e sua figlia. Non sanno neppure se sono vivi o morti, ma sono nutriti dal ricordo e dalla fede. Condivido con il generale Kotov questo grande amore per mia figlia, che tra l’altro interpreta Nadia.

 

A Cannes è arrivata una versione tagliata di mezz’ora rispetto a quella già uscita nelle sale in Russia.

Sono tagli voluti per contratto dalla Ugc che mi ha chiesto una versione internazionale di due ore e mezza anziché tre. Ho cercato di conservare lo spirito dell’originale, alternando le scene d’azione a quelle più meditative e metafisiche, troppa azione avrebbe stancato lo spettatore. Abbiamo tolto alcuni riferimenti molto russi, che all’estero sarebbero stati poco comprensibili.

 

E’ vero che ha fatto molte le ricerche in archivio?

Sì, è terribile quando un artista tradisce la verità storica semplicemente per ignoranza e non per scelta, anche se è chiaro che l’artista, come diceva Tolstoi, ha un’aspirazione soggettiva, mentre lo storico ambisce all’obiettività. Sulla seconda guerra mondiale si sa tutto, ci sono decine di film, ma sono stati girati in un’epoca in cui non si poteva dire tutto, c’era molta autocensura.

 

Il film costa una cifra esorbitante e ha incassato molto al di sotto delle aspettative nel suo paese.

Il budget è di 40 milioni di dollari, non 55 come è stato scritto, e copre Sole ingannatore 2 e 3 oltre a finanziare una serie per la televisione da 15 episodi. Il governo ci ha dato 2 milioni di dollari, il resto viene da fondi privati, persone che si fidano del nostro lavoro. È con questo tipo di film che si rimette in piedi un’industria nazionale. Io adoro il cinema d’autore e lo pratico anche, ma i film d’autore sono come le ostriche. Nessuno può vivere mangiando solo ostriche, ci vuole anche pane e salame.

Cristiana Paternò
22 Maggio 2010

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