Flonja Kodheli: “Conosco la durezza di Lila”

Al Festival di Bari abbiamo intervistato l'attrice albanese, che recita accanto ad Alba Rohrwacher in Vergine giurata: "Capisco il dramma di queste donne costrette a scappare per essere libere"


BARI – In Vergine giurata ha il ruolo di Lila, la sorella di Hana. Quella che sceglie la libertà, a costo di uno strappo violento. Scappare dalle montagne dove è nata e cresciuta per emigrare in un altro paese, l’Italia, dove potrà sposare l’uomo che ama e non quello che la famiglia vorrebbe imporle. Flonja Kodheli, giovane attrice di origini albanesi, vive a Bruxelles dove è cresciuta. La sua seconda lingua è il francese ma parla abbastanza bene anche l’italiano e lavorerà ancora in Italia, in un progetto con Luca Lionello. L’abbiamo incontrata e intervistata al Bif&st di Bari dove il film di Laura Bispuri è in concorso nella sezione riservata alle opere prime e seconde. E Vergine giurata – distribuito da Luce Cinecittà – uscirà a Bari questa settimana, qualche giorno dopo che nel resto d’Italia, proprio per consentire al festival di presentarlo in anteprima, alla presenza della regista, di Alba Rohrwacher e dei produttori Gregorio Paonessa e Marta Donzelli.

Come ha imparato l’italiano?
Quando ero piccola, con la televisione, come tutti gli albanesi. Ma non l’avevo mai parlato prima d’ora, ho cominciato a parlarlo con Laura.

Com’è andato l’incontro tra voi?
Avevo fatto un film in Albania con la stessa produzione di Vergine giurata, Erafilm Production. Così siamo entrate in contatto e sono andata a Roma per i provini.

Che impressione le ha fatto leggere la sceneggiatura, tratta dal romanzo della sua connazionale Elvira Dones?
Ho visto un mondo che non conoscevo così bene, perché sono partita veramente piccola dall’Albania, non sapevo nulla del ‘burnesha’, le donne che diventano uomo, e mi è sembrata una storia incredibile. 

Al di là della realtà raccontata nel film, sicuramente molto estrema, qual è la condizione della donna in Albania oggi?
Non la conosco così bene. Sono ritornata in Albania dopo dieci anni di assenza proprio per Vergine giurata. Ma ho l’impressione che la donna debba lottare moltissimo. E’ una società in parte tradizionalista che ha cominciato a cambiare e ora è un mix di tradizione e modernità. 

L’attrazione per l’Italia è stata già raccontata dal cinema, penso soprattutto a Lamerica di Gianni Amelio. E’ un fenomeno con forti radici storiche. 
Per gli albanesi l’Italia è come una seconda casa, ma mentre prima l’Italia era la nostra America adesso è un po’ più vicina e familiare. Anche per me Bari è una destinazione misteriosa e sono veramente contenta di essere qui: mi ricordo che 25 anni fa abbiamo provato due volte con la mia famiglia a venire in Puglia con la nave e non ci siamo mai riusciti. Finalmente sono arrivata qui con l’aereo, è stato più facile. Devo proprio dirlo ai miei genitori.

Come racconterebbe il suo personaggio?
E’ una ragazza che non si riconosce in quel mondo dei monti, non vede un futuro. Fa finta di accettarlo, ma dentro di sé cova il desiderio di scappare. Nella sua testa è chiaro che un giorno se ne andrà. Ma questa scelta le costa molto, perché sa che non tornerà mai in Albania. E’ una figura di donna che conosco. Anche mia madre, nel ’91, è partita da sola, noi siamo arrivati solo due anni dopo.
 
All’inizio Lila è molto dura e respinge Mark/Hana nonostante il fortissimo legame che c’è tra loro.
E’ dura, ma nasconde una fragilità e molto amore, per la sorella, per il suo paese, per sua figlia. Per lei la scelta di Hana, il fatto che sia diventata un maschio, è stato un tradimento e quindi si è indurita. La figlia Jonida è nata in Italia ed è difficile essere una madre albanese, che rifiuta le sue origini, perché è troppo doloroso continuare a guardare al passato. Io sono in pace con il mio paese e parlerò ai miei figli in albanese, ma Lila non vuole avere niente a che fare col suo passato. Però ha dato a sua figlia un nome tipicamente albanese come Jonida. Questo è un aspetto contraddittorio di cui ho parlato con Laura, quel nome è un simbolo del suo conflitto interiore. 

Come è stato lavorare con Alba Rohrwacher?

E’ stato un incontro molto molto bello. Alba è una grande attrice. Ci siamo affezionate dal primo momento, durante il provino è successo qualcosa di speciale tra noi. E parla così bene l’albanese che a volte, dopo le riprese, continuavo a rivolgermi a lei nella mia lingua, ma lei non mi capiva.  

Cristiana Paternò
23 Marzo 2015

Bari 2015

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Cinema & Fiction, tv italiana in cerca di innovazione

Al Bif&st il convegno "Cinema & Fiction: convergenze parallele?", un momento di confronto tra protagonisti del settore per capire quale possa e debba essere il ruolo della fiction in Italia, mentre dagli Stati Uniti arrivano i successi di serie tv che vantano attori da Oscar e ascolti strabilianti.
"Il problema dell'Italia è che non ha un'industria culturale degna", dice il direttore di 8 e 1/2 Gianni Canova, mentre Maurizio Sciarra si rivolge alla committenza e dice "La tv è ferma a 20 anni fa, non innova da decenni", mentre sta per arrivare in Italia il ciclone Netflix. Tra gli altri relatori Silvia Napolitano, Matilde Bernabei, Daniele Cesarano, Veridiana Bixio e Luca Milano per Rai Fiction

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Alba Rohrwacher due volte miglior attrice al Bif&st

Il messaggio dell'attrice: "Ringrazio il bellissimo Festival di Bari per questi riconoscimenti che arrivano a due film molto importanti per me, Hungry Hearts e Vergine giurata. Ringrazio il pubblico numerosissimo del festival. Purtroppo non posso essere con voi perché sono a Lisbona al Festival di Cinema Italiano. Ma sono davvero felice. E voglio ringraziare la Giuria dei Critici del Concorso Ufficiale e la Giuria Popolare delle Opere Prime"

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Bif&st: 2016 con Mastroianni e gli attori

73mila spettatori. Ovvero 2.500 in più rispetto allo scorso anno. La conferenza stampa di bilancio del Bif&st numero 6, guidato come sempre da Felice Laudadio, è la cronaca di un trionfo, ma anche un molto simbolico "passaggio di consegne" all'amministrazione locale futura, a cui il direttore e il presidente Ettore Scola chiedono in coro di confermare la fiducia in un progetto culturale che richiama un pubblico numerosissimo e giovane. Con il governatore Nichi Vendola in scadenza di mandato, resta un margine di incertezza per il futuro, che Laudadio cerca di scongiurare annunciando già non solo le date - dal 2 al 9 aprile 2016 - ma persino il programma del settimo Bif&st, che sarà dedicato a Marcello Mastroianni nel 20° anniversario della sua scomparsa, con una retrospettiva in 50 titoli. Al Teatro Petruzzelli la cerimonia di premiazione presentata da Stefania Rocca. Miglior regista Francesco Munzi, migliori attori Elio Germano, Alba Rohrwacher, Anna Foglietta e Carlo Buccirosso

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Nanni Moretti, superstar a Bari, legge il “Caro Diario”

"Manteniamo il mistero". Basterebbe l'ultima battuta della masterclass (riferita alla genesi di Habemus Papam), per riassumere l'incontro di Nanni Moretti con il pubblico del Bif&st, di cui è stato l'ultimo, attesissimo ospite. Dopo la proiezione di Caro diario, il regista ha letto il diario di lavorazione che scrisse per quel film del 1993: in un Teatro Petruzzelli affollatissimo, il regista ha rievocato quei giorni, per poi rispondere alle domande (o piuttosto ai timidi input) del moderatore Jean Gili. Come prevedibile, neanche una parola è stata dedicata a Mia madre, il nuovo film del regista che sarà in sala dal 16 aprile (e poi probabilmente a Cannes) in cui recita accanto a Margherita Buy e John Turturro. Ripercorrendo la sua carriera, ha detto: "Con gli anni sono diventato più esigente, ora il momento della scrittura è quello più difficile, mentre quello più faticoso e angosciante resta quello delle riprese"


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