Alessandro Piva: ‘Situazioni’ del Sud, dai rave a ‘I milionari’

Presentato in anteprima al Bif&st, Situazione è un documentario che ritrae il fenomeno dei rave (legali) meridionali che mescolano musica elettronica e feste patronali, processioni dei santi e sballo


BARI – Passato, presente e futuro di una terra e della sua popolazione. Situazione, il documentario di Alessandro Piva presentato in anteprima assoluta al Bif&st di Bari con una proiezione-evento e una grande festa simile a quelle rappresentate nel film, ritrae il fenomeno dei rave (legali) meridionali che mescolano musica elettronica e feste patronali, processioni dei santi e sballo.

Piva, di cosa racconta Situazione?
Parla di un gruppo di ragazzi che, a partire da una decina di anni fa, ha pensato di svoltare la gestione del suo tempo libero scegliendo da sé i posti, la scenografia, i costumi e le feste a tema invece di andare in discoteca come faceva il gregge. Avevano un bisogno disperato ma enormemente vitale: quello di sfogare una creatività che non riuscivano a esprimere nella vita normale. Ne è nata una serie di maratone, di processioni laiche in cui questi ragazzi sono messi a dura prova nel fisico e nella testa sballandosi un po’ come i dervisci, i tarantati, e riacchiappando nella loro tradizione contadina pugliese gli elementi legati alla trance.

Un fenomeno iniziato nel 2002, ma che dura ancora oggi.
Sì, e nel frattempo è diventato un business. Ho filmato le loro feste di 10 anni fa, in cui si riunivano poche centinaia di ragazzi per eventi privati, e poi le feste delle farfalle di oggi, di cui parla Situazione. Feste per cui si paga il biglietto, popolate da 3-4mila persone. Sono cambiate molte cose ma non il loro bisogno di stare insieme. Credo che questo film sia un tentativo onesto di raccontare il mondo dello sballo e del divertimento in una regione come la Puglia, un tentativo che andava fatto visto che il cinema si deve occupare dell’oggi e del presente.

L’avete presentato in anteprima al Bif&st con una proiezione affollatissima.
L’evento nell’evento con la presentazione nelle sale a Bari, con l’apertura di due sale in più per accontentare almeno una parte dell’enorme pubblico che si era accalcato per vedere il film, dimostra che quando parli di mondi che loro conoscono è possibile riprendere un legame tra lo spettatore e i registi.

È anche il ritratto di un territorio e di un’epoca.

L’hinterland barese ha paesini di grande cultura e tradizione contadina. Sono realtà in cui convivono senza troppi conflitti pulsioni del passato, come le feste patronali, con i giovani post-cyborg capaci di andare a fare il fine settimana a Londra e tornare, molto attenti alle mode. Da una parte sono proiettati in avanti, dall’altra legati al passato. Questa convivenza è la forza della Puglia. Una delle scene più emblematiche del film racconta di questi ragazzi che fanno l’after, la festa dopo la festa nel pomeriggio della domenica, e si ritrovano sotto al loro balcone, mentre ballano, bevono, si fanno canne e ascoltano musica elettronica a palla, la processione con ceri pesanti anche 100 chili. Sono due facce dello stesso essere pugliesi. Situazione è stato un tentativo di unire questi due volti della nostra terra.

Già dieci anni fa queste feste avevano una dimensione social profetica…
Nel 2002 ero rimasto affascinato dal fatto che questi ragazzi non solo organizzassero ueste serate particolari il fine settimana, ma le documentassero con le diapositive, che proiettavano per riscaldavare l’ambiente a metà della settimana successiva. Le diapositive di 10 anni fa sono i selfie che facciamo oggi con gli smartphone e condividiamo in tempo reale. Loro le condividevano, anche se non in tempo non reale, per metabolizzare quello che facevano. Se non abbiamo troppi pregiudizi ad affrontare il modo di essere giovani e stare insieme oggi, in prospettiva capiremo meglio che alla base di tutto c’è sempre lo stesso bisogno dell’uomo: di non essere solo e condividere il suo percorso con gli altri.

Dove si vedrà Situazione?
La diffusione di questo film sarà fatta di eventi, un po’ come è stata questa presentazione al Bif&st. Sicuramente andremo ad altri festival, come quello di Lecce tra un mese, poi a Roma, al Road to Ruins a maggio, poi speriamo anche a Milano e altrove. Infine su youtube, una piattaforma a cui credo molto e che è diventato il modo di tornare ad avere un rapporto immediato e diretto col pubblico.

Cosa ci può dire del nuovo film I milionari?
L’ho girato a Napoli nei mesi scorsi con Francesco Scianna, Valentina Lodovini e un ricco cast napoletano. Sarà distribuito da Teodora nei prossimi mesi e probabilmente andrà in uno dei festival maggiori. Racconta 20 o 30 anni della storia di Napoli, delle organizzazioni criminali e dei costumi del Paese; è il mio primo film che copre un arco temporale così lungo e mi ha fatto avvicinare a una città di una potenza e di un fascino enormi. Al punto che mi chiedo come può un regista, nel corso della sua vita professionale, non fare un film a Napoli.

Come nasce la storia?
La sceneggiatura nasce da un libro intitolato I milionari scritto dal giudice Cannavale e Giacomo Gensini, che l’ha aiutato a riordinare le memorie di un ex luogotenente di uno dei boss più importanti della camorra napoletana tra gli anni ’80 e ’90: Paolo Di Lauro. Ci sono le confidenze di quest’uomo che ha toccato per un attimo il cielo con un dito: sedeva al tavolo verde dei migliori casinò d’Europa, conosceva i vip dello spettacolo e della politica, era la faccia presentabile dei clan, ma poi è caduto rovinosamente con loro, travolto dalle guerre di potere. In fondo il film racconta di come l’ansia di accumulazione e bramosia di potere, in fondo, non porti da nessuna parte.

Michela Greco
08 Aprile 2014

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