Blu Yoshimi, tra Piuma e il mondo dei “like”

Evento speciale di Pesaro dedicato all'attore. Anzi all'attrice. E la giovanissima interprete, appena ventenne, è ospite del festival per parlare di Piuma, suo primo film da protagonista


PESARO – Evento speciale di Pesaro dedicato all’attore. Anzi all’attrice. Perché le tre ospiti del Festival diretto da Pedro Armocida sono Blu Yoshimi, Valentina Carnelutti e Jasmine Trinca. E proprio con la giovanissima interprete di Piuma, appena ventenne, iniziano gli incontri dedicati ad approfondire il ruolo attoriale nel cinema italiano contemporaneo, materia anche di un volume pubblicato da Marsilio e curato dallo stesso Armocida con Andrea Minuz. Il film di Roan Johnson, che era in concorso alla scorsa edizione della Mostra di Venezia, è la storia di Cate e Ferro, due diciottenni che affrontano l’arrivo inaspettato di una bambina. Quella figlia la vogliono, nonostante le perplessità degli adulti, ma devono scoprire come diventare genitori. Una commedia dolce e lieve, anche divertente, che unisce elementi generazionali tipici del nostro cinema recente al romanzo di formazione alla Virzì, e mette in campo anche nei ruoli minori tanti attori appropriati tra cui Michela Cescon. 

Blu, immagino che tu sia molto legata a Piuma, il tuo primo ruolo da protagonista, anche se essendo figlia d’arte hai iniziato a recitare prestissimo e sei stata anche la figlia di Nanni Moretti in Caos calmo.
Sì, da quando ho letto la sceneggiatura di Piuma mi sono innamorata di Cate, forse perché anche io ero stata una bambina inaspettata o so quali disastri può comportare una maternità come questa per una giovane madre. La mia, Lidia Vitale, è tra l’altro un’attrice nota.

Ti ha dato dei consigli per interpretare Cate?

Consigli no, siamo molto indipendenti sul lavoro. Diciamo che mi ha ispirato con la sua figura. Ricordo la sua grande emozione a Venezia. Ha iniziato a piangere quando è partito il film e non ha più smesso finché non è finito.

Per te rivedere Piuma un anno dopo e parlarne di nuovo con il pubblico, cosa rappresenta? Lo vedrai con occhi nuovi qui a Pesaro?

L’ho visto 25 volte, ormai lo so a memoria. Ma non mi sono preparata. Mi lascerò ispirare dal pubblico presente per trovare le cose da dire. Comunque so che è un film che amo e che amerò sempre. 

Qui a Pesaro si approfondisce la figura dell’attore e il suo contributo al cinema italiano contemporaneo. Ti sembra una ricerca necessaria?
Sì, c’è una forte dualità su come viene visto l’attore. Da una parte è sopravvalutato per l’immagine esteriore che ha, dall’altra è sottovalutato il suo impegno, il lavoro vero e proprio. Mi dicono: ‘Ah, che fico, fai l’attrice’, senza sapere cosa vuol dire. Vuol dire non bere, non fumare, stare attenti al proprio corpo, mantenersi sani. E’ un atto di generosità. Bisogna rispettare il proprio lavoro e se stessi per avere il rispetto degli altri. 

Per una giovane donna come te è difficile essere esposta all’attenzione del pubblico? Senti di doverti difendere?
Sì, devo anche difendermi. Non sempre mi ritrovo con persone che capiscono le mie intenzioni. Fare l’attore ti espone anche nella vita privata, perché gli altri si sentono in diritto di dirti quello che vogliono. Credo che la cosa migliore sia volgere questa popolarità a una buona causa. Prendo esempio da Emma Watson che si batte per i diritti delle donne o da Leonardo DiCaprio che si impegna per l’ambiente. Sono buddista da otto anni, il mio nome significa “bella e buona”. Cerco di coltivare il dialogo con gli altri, cuore a cuore. 

Ti vedremo presto in altri film?
Prima di Piuma avevo girato Socialmente pericolosi di Fabio Venditti che sarà dal 6 al 12 luglio al Farnese di Roma e sta girando per le carceri. E’ una storia molto bella, un film autobiografico, che racconta il rapporto fra il regista, che è un giornalista, e l’ergastolano Mario Savio. La vicenda è stata narrata anche nel libro “La mala vita: lettera di un boss della camorra al figlio”. Nel film interpreto il ruolo della figlia del giornalista che si trova il camorrista in casa per due mesi, all’inizio non è contenta, ma tra loro due si svilupperà un’amicizia inattesa con una certa dolcezza. E’ un piccolo ruolo ma mi ha dato l’occasione di lavorare con attori che stimo molto come Fortunato Cerlino, Vinicio Marchioni e Michela Cescon, che ho poi ritrovato in Piuma.

C’è un altro progetto?
Sì, sto facendo le prove per Like me back di Leonardo Guerra Seragnoli, regista di Last Summer. Recito insieme ad Angela Fontana, una delle due sorelle di Indivisibili, e Denise Tantucci, interprete di Braccialetti rossi, siamo tre amiche diciottenni. E’ una storia al femminile che parla della generazione dei social, di chi cerca l’attenzione nei mondi virtuali. Devo dire che è molto più difficile di Piuma perché mi sento molto lontana da questo mondo.  

Cristiana Paternò
21 Giugno 2017

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