Daniele Ceccarini: “Tina Pica era una roccia”

A 50 anni dalla sua scomparsa al Napoli Film Festival il documentario Tina Pica di Daniele Ceccarini: "Era un’attrice unica, irripetibile, dalla voce e dalla camminata inconfondibili"


Tina Pica era una roccia, una pietra miliare del nostro cinema, una delle poche caratteriste che riuscì a diventare protagonista e anche di più, trasformando l’interprete in personaggio. Nel 1955 a 71 anni suonati girò la bellezza di 13 film, per un totale in carriera, dal 1916 al 1963, di oltre 60 titoli. Oggi, a 50 anni dalla scomparsa, arriva il documentario Tina Pica diretto da Daniele Ceccarini e scritto da Paola Settimini, presentato al Napoli Film Festival. 

Come nasce l’idea di raccontare un’attrice come Tina Pica?
L’idea di realizzare questo documentario nasce durante un viaggio in treno di notte. Lo scorso anno Paola Settimini ed io stavamo rientrando dal festival di Ischia, dove eravamo stati ospiti con un altro documentario. Avevamo fatto sosta a Napoli, città che amiamo molto e durante una delle nostre accese discussioni sul cinema e sull’importanza che alcuni autori italiani hanno avuto nel cinema mondiale, a Paola è improvvisamente venuto in mente che il 2018 sarebbe stato il cinquantesimo anniversario dalla morte di Tina Pica e così la discussione si è trasformata in una bozza di progetto che abbiamo scritto senza soste, durante tutto il viaggio di ritorno. 

Come ha impostato il lavoro di realizzazione?
Abbiamo iniziato un lungo lavoro di ricerca sulla vita e sulla carriera di Tina Pica, riguardato tutti i film che amiamo da sempre, siamo stati a Napoli più volte per fare dei sopralluoghi e per scoprire i posti dove lei ha vissuto e lavorato, conoscendo i familiari e dopo aver tracciato una bozza di sceneggiatura abbiamo iniziato le riprese e le interviste. La difficoltà più grande è stata riuscire a recuperare persone che l’avessero davvero conosciuta o che avessero lavorato con lei, perché purtroppo essendo morta 50 anni fa molti dei grandi con cui ha collaborato non ci sono più. 

Come è stata la collaborazione con i familiari?
Abbiamo conosciuto i nipoti che si chiamano entrambi Franco Pica, ci hanno accolto con grande calore, raccontando con simpatia ed entusiasmo numerosi e simpatici aneddoti della “zia Concetta”, come la sua passione per la cucina, il suo originale modo di pregare e il rapporto di amore e odio con il grande Eduardo. Ci hanno mostrato alcuni sui oggetti tra cui il Nastro d’Argento e ci hanno fornito parte del materiale fotografico che è stato utilizzato poi nel documentario. 

Quali sono le particolarità di questa grande attrice del nostro cinema e del nostro teatro?
È un’attrice unica, irripetibile, dalla voce e dalla camminata inconfondibili. È riuscita a trasformare quelli che potevano essere punti deboli in punti di forza che l’hanno resa insostituibile per tutti i grandi registi con cui ha lavorato. Era sufficiente una sua espressione per scatenare una risata, solo i grandi attori hanno questo talento. La sua grande scuola teatrale le permetteva di essere diretta, immediata e di arrivare al cuore dello spettatore allora come oggi. È uno di quei personaggi che ti regalano allegria, serenità.

Qual è stato il percorso artistico di questa grande attrice?
Tina Pica ha iniziato da bambinasi può dire che è nata in teatro, da una famiglia di attori: il padre era il capocomico Giuseppe Pica che con la famiglia e altri attori, da Napoli raggiungeva i paesi più remoti. Li chiamavano gli “scavalcamontagna” e proprio con loro ha appreso una fortissima tecnica che unita al talento naturale l’ha fatta diventare un mito del cinema e del teatro italiano. Ha poi fatto teatro con Eduardo con il quale è nato un rapporto di amore e di odio che li ha accompagnati tutta la vita. Anche nel cinema ha iniziato prestissimo, iniziando con la grande Elvira Notari per poi lavorare in più di settanta film, la maggioranza dei quali hanno segnato un’epoca. Per citare alcuni dei grandi con cui ha lavorato: De Sica, Totò, Alberto Sordi, Dino Risi, Steno, Mario Soldati e Monicelli.

Quale sarà il percorso del documentario?
Abbiamo deciso di intraprendere in percorso dei festival e siamo molto contenti che il film abbia iniziato il suo percorso dalla cornice più adatta, quella del Napoli Film Festival dove si è svolta l’anteprima nazionale e dalla quale speriamo potrà continuare il suo viaggio in numerosi altri festival. 

Stefano Amadio
02 Ottobre 2018

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