Claudia Gerini: “Giornalista a mano disarmata”

Una corsa contro il tempo piena di coraggio. Così Claudia Gerini, premio David di Donatello con Ammore e malavita, descrive le quattro settimane di riprese appena terminate sul set di A mano disarmata


SORRENTO – Una corsa contro il tempo piena di coraggio. Così Claudia Gerini, premio David di Donatello con Ammore e malavita, descrive le quattro settimane di riprese appena terminate sul set di A mano disarmata. Il film, diretto da Claudio Bonivento, prodotto da Laser Digital Film in collaborazione con Rai Cinema (dal 4 aprile nelle sale con Eagle Pictures), è incentrato sulla giornalista di cronaca nera Federica Angeli, dal 2013 sotto scorta per le sue inchieste sul clan Spada a Ostia, e sulla sua determinazione a far luce sulla verità senza paura e senza indietreggiare di un passo di fronte alle minacce malavitose. Un ruolo inedito per Gerini, che mette da parte la sua verve comica per dare vita a una donna che, racconta a Cinecittà News alle Giornate Professionali di Cinema, ha molte cose in comune con lei.

Com’è stato calarsi nei panni di una donna reale dopo tanti personaggi di finzione?

Ho assorbito completamente Federica Angeli, fin dal primo incontro ci dicevamo “Ehi, io sono te” e viceversa. Ammiro le sue scelte e il suo coraggio, sono felice di raccontare la sua bravura di giornalista, ma anche l’esperienza di donna, madre e professionista. Mi è rimasta impressa la sua voglia di portare ai lettori la verità, quella consapevolezza nel restituire la realtà dei fatti, il coraggio e la grinta nel voler insegnare ai figli il valore della legalità. L’ho profondamente compresa e mi è altrettanto profondamente piaciuto poter essere lei.

Un ruolo del genere non capita tutti i giorni…

Non capita mai! Lo considero un grande privilegio: mi piace portare sullo schermo storie di donne così appassionate, vere, coraggiose. Ho accettato subito, anche perché sono molto legata a Ostia, vi ho vissuto per un periodo della mia vita.

Ha sperimentato, sul set, una vita sotto scorta. Cosa ha provato?

E’ stato come vivere in prigione, sebbene l’abbia fatto solo “per finta” e per quattro settimane. Ti privano della libertà, della privacy, se devi uscire devi chiamare, ogni posto viene controllato e bonificato… La scorta è necessaria, non è certo un privilegio.

Nel 2019, oltre a A mano disarmata usciranno diversi progetti che la vedono coinvolta, cosa può anticiparci al riguardo?

Mi vedrete dal 22 febbraio nella seconda stagione di Suburra, dove il mio personaggio si sporcherà le mani decisamente a fondo. Poi nel bellissimo legal thriller Non sono un assassino con Riccardo Scamarcio, Edoardo Pesce e Alessio Boni, quindi in Dolceroma alle prese con un Luca Barbareschi tremendo – è uno strano film che parla del cinema sulla scia de La grande bellezza, tra sfarzo ed eccessi, in cui interpreto la moglie ricca del produttore. Insomma, mi aspetta un 2019 pieno.

Un’ultima curiosità: ieri è stato annunciato il nuovo film dei Fratelli Manetti, la vedremo in Diabolik?

Me lo stanno chiedendo tutti. Io l’ho saputo ieri, come voi, mi sembra un progetto meraviglioso e perfetto per i Manetti perché il fumettistico è davvero il loro genere. Ho fatto con loro un episodio di Coliandro in cui ho dato prova di sapermi muovere a livello di arti marziali… Che dire, se non mi prendono vado a citofonare sotto casa loro (ride, ndr). 

Claudia Catalli
05 Dicembre 2018

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