Claudia Gerini: "Da Los Angeles alla Francia, il mio orizzonte internazionale"
Madrina della quinta edizione di Filming Italy – Los Angeles, di cui CinecittàNews è media partner, Claudia Gerini ha un profilo internazionale di cui si parla molto poco. Nella sua filmografia si trovano film come John Wick Capitolo 2, The Passion di Mel Gibson e serie come Labyrinth, e anche per il futuro i suoi progetti superano i confini, mentre è ancora nelle sale Hammamet, in cui fa un'incursione nella città tunisina per incontrare il suo amante di Bettino Craxi.
Come
è andata questa trasferta americana per Filming Italy – Los
Angeles?
Frequento
Los Angeles da quando avevo 25 anni, sia per motivi privati che per
lavoro, ed è diventato per me un luogo molto familiare, quasi una
seconda casa in cui ho passato molto tempo anche con le mie figlie.
Per questo sono ancora più felice di essere ambasciatrice di questo
festival e orgogliosa perché questa edizione promuove il women
empowerment offrendo sostegno a registe, attrici e produttrici.
Da
quando è comparso il #MeToo le cose stanno davvero cambiando?
Di
sicuro è uscito allo scoperto un problema. Il #MeToo ha messo il
focus sulle prevaricazioni maschili, che ora non sono più normali
come sembravano essere fino a qualche anno fa. Tutto serve ad
aumentare la consapevolezza su una cultura maschilista radicata. È
iniziato il cammino ma la strada è lunga.
Forse
qualche anno fa non ci sarebbe nemmeno stata questa fiammata di
polemiche sulle dichiarazioni di Amadeus...
È
vero, forse non ci sarebbe stata questa reazione. Credo che la sua
non sia stata una mossa volutamente sessista... ma forse questo la
rende ancora più grave.
Lei
ha subito le conseguenze del sessismo nella carriera e nella vita
privata?
No,
sul set sono sempre stata trattata come tutti e non mi sono mai
sentita schiacciata in ruoli in cui non avrei voluto essere, anche
perché non l'avrei permesso, ma vedo intorno a me una
discriminazione sotterranea che può essere combattuta anche con la
sorellanza tra donne che raggiungono posizioni di potere.
È
nel cast dell'attesissimo Diabolik, com'è andata?
Sono
molto felice di questa esperienza, il film è molto fedele al
fumetto. Non posso dire molto del mio ruolo, ma chi conosce Diabolik
sa che sia lui che Eva spesso si trasformano fisicamente... Abbiamo
girato a Trieste ed è stato bello ritrovare i Manetti Bros.
So
che ha da poco girato un film francese.
Si
intitola Anna Rosenberg, è tratto dal romanzo Fiché coupable di
André Delauré e diretto da Michele Moscatelli. È un thriller
psicologico in cui recito in francese che ruota attorno
all'interrogatorio di una scrittrice da parte di un poliziotto,
interpretato da Christophe Favre, che fa di tutto per mortificarla.
Sto anche preparando un film italiano dal titolo Mancino naturale di
Salvatore Allocca: interpreto la protagonista, ovvero una mamma di un
dodicenne che è una promessa del calcio. Infine stiamo aspettando di
vedere Suburra 3, la stagione finale: sono in lutto per la
conclusione di questa esperienza, ho adorato questa serie.
Ha
girato un film francese, aveva fatto John Wick, il suo orizzonte
resta internazionale?
Il
mercato italiano è bello ma è piccolo, anche se ora con le
piattaforme streaming si può arrivare al pubblico di 180 paesi. Vorrei continuare a lavorare in progetti non solo italiani e lo sto
facendo: prossimamente parteciperò anche al film Exile, un film
indipendente di Terry George, come unica italiana del cast.
Non
sono molti gli attori italiani che si impongono all'estero...
Parlo
inglese, francese e spagnolo, sono lanciata per non essere confinata
in Italia ma non è facile perché il cinema italiano che arriva
all'estero è molto poco. Io spero di fare di
più, mi piacerebbe crescere come artista in un mercato più
stimolante.