TFL, Agata Czerner: “Per il prossimo anno, puntiamo sulla Commedia”

Il punto su Torino Film Lab e Meeting Event 2021 con la Head of Operation: “Un’edizione flessibile, creativa e con la voglia di ricominciare"


TORINO – Il Torino Film Lab è l’appuntamento annuale atto a dare risalto a una nuova ondata di cinema indipendente durante il TFL Meeting Event, la 14ma edizione a Torino dal 29 novembre al 1 dicembre, mentre dal 6 al 10 con un programma online dedicato. 

ScriptLab, FutureLab, SerieLab, TFL Extended & TFL Next, Fondi TFL, e i programmi speciali Alpi Film Lab (leggi articolo), Red Sea Lodge, TFL Up & Coming Italia (leggi articolo), nell’appuntamento torinese del Meeting sono sinonimo di una vetrina di progetti, talenti e film sviluppati nell’ambito dei programmi annuali del TFL, con un forum globale di coproduzione per lungometraggi indipendenti originali o adattati e una presentazione dei professionisti formati nell’ambito del programma. ScriptLab e FeatureLab, per esempio, raggiungono il culmine al TFL Meeting Event di novembre, quando i partecipanti presentano i loro progetti a un pubblico di produttori internazionali accuratamente selezionati, agenti di vendita e altri professionisti dell’industria cinematografica, interessati a collaborare con loro. In questa occasione, la Giuria del Torino Film Lab assegna una serie di TFL Production Awards ai migliori progetti provenienti dal programma FeatureLab e, grazie ai suoi partner, una serie di riconoscimenti collaterali, a sostegno dell’ulteriore sviluppo, produzione o post-produzione dei progetti in arrivo da diversi programmi TFL.

Agata Czerner – origini polacche, torinese d’adozione, ha cominciato a collaborare con il TFL nel 2011 come Project Manager, adesso ricoprendo il ruolo di Head of Operation: in tre parole, come definisce e spiega l’edizione 2021 del TFL e del Meeting Event?

Per quest’anno, le tre parole sono flessibile, creativo e, non una parola ma un concetto: la voglia di ricominciare, di rivederci. Quest’anno non siamo ancora riusciti a superare la pandemia, per cui si naviga un po’ in queste acque incerte sul come organizzarci e già l’anno scorso abbiamo imparato ad adattarci a quello che succede, infatti – rispetto ad altri anni – non programmiamo più con così tanto anticipo, non avrebbe senso, aspettiamo e creiamo tutti gli scenari possibili. Quest’anno, avevamo voglia di provare a organizzare l’edizione in presenza: intanto abbiamo lavorato su questa edizione in maniera un po’ più ridotta, una sorta di ritorno alle origini; abbiamo iniziato nel 2009 con la prima edizione del ME con 100 persone, tra partecipanti e decision maker; nel 2019 eravamo arrivati a 300/350, forse un po’ troppi; quindi, l’idea era ricreare quell’intimità dell’inizio e penso ci siamo riusciti: sto ricevendo feedback positivi dalle persone, chi ha partecipato in presenza era davvero motivato, le colleghe che coordinano i meeting non si aspettavano un numero così elevato di incontri da programmare. Rispetto al 2019 non c’è tantissima discrepanza con i numeri, nonostante 100/150 persone in meno. 

Il Meeting Event di quest’anno non esclude però anche una partecipazione online: una scelta dettata dalla pandemia o che pensa sarà efficace anche nelle edizioni future?

Volevamo distinguere l’evento live da quello online: concentrandoci, a Torino, su chi è presente. I progetti volevamo avessero un momento comune di presentazione, anche per chi non è potuto venire, ma ha potuto portare il proprio contributo in collegamento durante le Pitching Session, però chi non è presente almeno con una persona del progetto farà i meeting nella settimana di dicembre dedicata all’online. Volevamo distinguere, era una decisione molto specifica, per goderci il momento e le persone presenti. Ovviamente, bisogna capire quanto saremo fuori dalla pandemia il prossimo anno, però l’investimento nell’online speriamo non sia così importante: per noi è importante incontrarsi di persona, fare networking, molti produttori con cui abbiamo rapporti più stretti ci dicono essere proprio importante… incontrare il regista con cui potresti poi lavorare, è una questione di chimica.

Il TFL ha uno spirito internazionale, ma ha scelto di dedicare due sezioni al cinema italiano, TFL Up&Coming Italia e Alpi Film Lab: osservando chi partecipa a questi workshop, che ‘cinema del futuro’ le sembra potremo immaginare?

Speriamo che i progetti abbiano un appeal internazionale, ma i nostri, di partenza, lo hanno, come Piccolo Corpo (leggi articolo). I nostri eventi sono pensati per raccogliere persone dal mondo, i feedback che i progetti ricevono sono sempre da tutor internazionali, s’incontrano tra registi internazionali, questo fa sì che i progetti rimangano sì originali e abbiano una sostanza connessa al proprio Paese, ma che parlino anche a pubblici differenti. 

Un fiore all’occhiello del TFL è il film di Laura Samani, approdato alla Semaine de la Critique di Cannes 2021: un commento del viaggio di quest’opera, cominciato con voi.

Era il 2017, anno in cui ero ancora Project Manager, quando ho conosciuto Laura con la sua co-sceneggiatrice, Elisa Dondi: ha fatto con me lo ScriptLab, poi l’anno successivo è passata al programma FutureLab, quindi ha continuato con noi lo sviluppo del progetto, dunque siamo stati anche molto contenti che abbiano concluso abbastanza in fretta il percorso produttivo, oltre al fatto che fosse un gruppo di lavoro femminile, che ci fa ancor più piacere. Siamo molto in contatto con loro. Inoltre, aveva vinto il Premio Meeting Event per la produzione, 40mila euro. Lei ha sviluppato la sceneggiatura di Piccolo Corpo con il tutor tedesco, dopodiché ha continuato – nel FutureLab – a sviluppare le parti produttive più avanzate, quindi sicuramente abbiamo contribuito. 

Per la prossima edizione, sulla base dell’esperienza di quest’ultima, pensate già a qualche prospettiva?

 Quest’anno abbiamo ricevuto molti complimenti: dalle giurie, messe molto in difficoltà perché il livello dei progetti era molto alto, sia di ScriptLab che di FutureLab, e anche dopo le sessioni dei Pitch le persone si sono dimostrate molte interessate, cosa che s’è concretizzata nel maggior numero di richieste di meeting, oltre a incontri informali di cui sappiamo; in più, la formula ridotta, appunto, con anche le sessioni dei Pitch distribuite in maniera più spezzettata, è stato un elemento giudicato a favore. Per i progetti, stiamo puntando verso la Commedia per il prossimo anno: quest’anno abbiamo sperimentato un pochino la cosa in ScriptLab, c’era la voglia di inserire un focus sulle commedie, e abbiamo fatto anche un workshop online solo dedicato ai progetti di commedia, all’interno dell’attività TFL Next, e per la prossima edizione di ScriptLab, nella call è proprio specificato che cerchiamo progetti di commedia o comunque di genere, su cui vogliamo lavorare di più. Il discorso della Commedia sta molto a cuore a Mercedes Fernandez – la Managing Director di TFL: c’è l’idea di alleggerire un po’ il cinema art house e proporre film di qualità, non scontati, con un tono un po’ più leggero. 

La tre giorni del Meeting Event in presenza sta per concludersi, le Giurie stanno per esprimersi: cosa si aspetta? Ci sono delle ‘tendenze’, delle emozioni o visioni specifiche, che i partecipanti hanno portato a Torino e che pensa possano essere entrate nelle corde dei giurati? 

Non ho partecipato specificatamente ai meeting, sicuramente però l’idea è quella di aiutare i progetti, per cui si analizzano bene i bisogni dei progetti, si misurano i premi in base alle necessità degli stessi; non si sa ancora in modo ufficiale, ma, per esempio, il premio per lo Sviluppo ha più senso per un progetto ad uno stadio meno sviluppato, per cui quest’anno per i riconoscimenti c’è un po’ più di bilanciamento tra i vari programmi, grazie anche a nuovi partner, come Eurimages, con noi per il primo anno, il cui riconoscimento è stato deciso di assegnarlo ad un progetto ScriptLab.  

Foto Credits – Michele D’Ottavio

Nicole Bianchi
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