Valeria Fabrizi: “Brizzi mi ha chiamata per un nuovo film”

Valerio Fabrizi ospite della Festival del Cinema di Spello per ricordare il marito, membro del Quartetto Cetra. Sarà prossima interprete di un film di Fausto Brizzi


SPELLO – “Questo è un luogo rilassante, che mi spinge alla meditazione. E poi l’olio è eccezionale!”, con sana leggerezza Valeria Fabrizi, vivace e bella nei suoi 85 anni, è ospite a Spello per una mostra dedicata a Tata Giacobetti, suo marito, e membro dello storico Quartetto Cetra; è tornata nella cittadina umbra dopo lo scorso anno, quando il Festival del Cinema della Città, l’aveva insignita del Premio all’Eccellenza. 

Il passato recentissimo per la signora Fabrizi è stato un inatteso e adrenalinico successo arrivato dal piccolo schermo, ma non per un ruolo da attrice, qual è e quale il pubblico la conoscere e apprezza, ma da ballerina, ha infatti partecipato all’ultima edizione di Ballando con le stelle: “Mi ha portato una popolarità pazzesca. Mi commuovo anche per la generosità umana delle persone, donne e uomini, per le emozioni che ho trasmesso mi fanno i complimenti. Mi chiedo perché sia riuscita a colpire così tanto. Mi hanno fatta sentire importanti frasi come: ‘guardavamo il programma perché c’era lei’. Non mollate mai: questo il mio messaggio, anche se ho degli acciacchi!”. 

La partecipazione ad un format di intrattenimento, distante dalla sua carriera d’attrice, conferma la sua disponibilità, e l’anti-snobismo, a non rinchiudersi solo nella torre d’avorio della recitazione, è passata dalla Rivista al cinema, alla serialità televisiva. 

Ho iniziato con i fotoromanzi, poi sono passata al cinema; ancora, ho fatto tanto teatro come grande gavetta e scuola: ti insegna ad andare a braccio. Comunque, il talento se ce l’hai lo devi coltivare: il passare in tv, magari, fa sentire le persone importanti, è un grande errore.

Lei ha esordito al cinema nel ’54, con Ridere! Ridere! Ridere!, nel cast c’erano anche Tognazzi, Vitti, Manfredi. Cosa l’ha avvicinata al cinema e qual è la magia di questa arte per lei?

Io ho iniziato per caso, ero in collegio, mia madre era a Milano, e facevo fotoromanzi appunto: mi hanno proposto il film. Mi sono addirittura arrivati i soldi per l’Enplas! Da lì sono arrivati altri film. Il mio desiderio era fare l’attrice, non mi sembrava vero. 

Lei ha una grande volitività, non ha mai valutato di fare anche la regista?

 Non mi è mai venuto in mente. Io volevo recitare. E poi gli attori sono anche un po’ registi. Io sono un’istintiva e forse non mi sentivo all’altezza per quel mestiere. 

Sempre parlando di registi, ce n’è stato uno nel cinema che reputa un padre artistico? 

 Marino Girolami. Con lui abbiamo fatto 5/6 film, mi ha iniziato nel cinema vero. Mi fu presentato da Delia Scala, lavoravo con lei a teatro. Uno dei film fu Un canto nel deserto, con Claudio Villa: ero imbarazzata quando dovevamo baciarci perché lui era piccolino di statura, così ricorrevano alle cantinelle per alzarlo. Vennero a trovarmi a Arma di Taggia, Paolo Panelli, Tata Giacobetti, e Nino Manfredi, che lavoravano lì vicino: lo hanno ‘massacrato’, non sa cosa gli hanno detto! Se gli occhi miei potessero proiettare i pensieri del mio passato, io mi godevo proprio tutto, anche le piccole cose. Fa parte del mio DNA essere un po’ buffa. E poi, un regista più recente, è Fausto Brizzi, che – dopo Notte prima degli esami e Se mi vuoi bene – mi ha chiamata per una nuova parte. Devo molto a lui, mi ha dato la possibilità di ‘dare’ alla nuova generazione: facevo la nonna nel suo primo film, un ruolo determinante, che ha commosso. La commozione è qualcosa di importante, abbiamo bisogno di questo. E poi, io prendo tutto con ironia”.

Da spettatrice, invece, cosa le piace guardare?

È da un po’ che non vado al cinema, anche perché oggi il cinema è un po’ fermo, ma sembra che possa riprendersi. Mi piacciono molto i film del passato, guardo un’emittente in particolare che ne trasmette di bellissimi, dormo poco e questo mi consente di guardarne parecchi. 

Cosa dobbiamo aspettarci da lei, nel prossimo futuro, signora Fabrizi?

 Prima di morire vorrei fare l’interprete di un musical, Gli Angeli con la pistola, speriamo me lo facciano fare! 

E la fiction Che Dio Ci Aiuti?

 Suor Costanza me la sono un po’ creata io, quel tipo di personaggio: io sono davvero così, un po’ impicciona, do consigli anche quando non me li chiedono. Ho un carattere deciso e diretto. Mia figlia mi aveva consigliato di essere me stessa. Stanno scrivendo ma ancora non ci sono certezze, resto in trepidante attesa di capire: comunque, io suggerirei (per il personaggio) di provare a cercare nel passato di Costanza, nella famiglia. 

 

 La fotografia della signora Fabrizi è stata realizzata da Rocco Giurato. 

Nicole Bianchi
20 Marzo 2022

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