Rocco Papaleo: “Il mio amore per Giorgia, che ha uno ‘shining’ anche al cinema”

L'attore lucano è tra i protagonisti di Marateale, in corso fino al 31 luglio


MARATEA Rocco Papaleo è tornato nella sua Basilicata tra i protagonisti di Marateale, il festival diretto da Nicola Timpone in corso fino al 31 luglio, mentre è in attesa dell’uscita del suo quarto film da regista, Scordato, in cui ha fatto debuttare la cantante Giorgia come attrice. A CinecittàNews ha raccontato del suo rapporto con lei e dell’inizio del suo anno sabbatico.

Che effetto le fa essere qui? Quanto spesso torna nella sua terra?
Ho vissuto tutta la vita fuori, sono andato via a 18 anni e sono stato per lo più a Roma, per 45 anni. Qualche anno fa è morta mia madre, che era un anello di congiunzione molto forte con la mia terra e le mie origini. Da quando non c’è più torno molto più spesso in Basilicata. Prima, sentendola quotidianamente, era come se fossi sempre dentro una catena, ma ora che quella catena si è spezzata ho avvertito il bisogno di esserci fisicamente e torno molto di più.

Recentemente è tornato anche per girare il suo nuovo film da regista.
La verità è che, dopo il primo film da regista Basilicata Coast to Coast, mi ero volutamente allontanato con gli altri due, forse per la mia indole che mi porta a scartare, a provare a fare tante cose non tutte nella stessa direzione, anche se poi confluiscono in una sola cosa che è l’espressione, possibilmente poetica. Poi però ho avuto proprio voglia di tornare a girare qui. Sento che è come se il film si arricchisse di qualcosa di autentico che, invece, nel secondo e terzo film avevo un po’ perso. Scordato non è un film autobiografico, ma indirettamente parla di me e di un mio momento.

Alla Mostra di Venezia Elodie debutterà come attrice, lei ha lavorato con Max Gazzè e ora fa esordire Giorgia davanti alla macchina da presa. Come mai tanti cantanti prestati al cinema?
Io stesso sono un musicista e credo di essere un po’ un anello di congiunzione. Ho sempre fatto musica e, se mi chiedessero cosa sento di essere, risponderei un cantautore, prima ancora che un attore e un regista. In Max allora e con Giorgia in questo caso penso di aver trovato non un’operazione ma un’ispirazione, senza nulla togliere alle nostre attrici. Sono innamorato di Giorgia da quando era giovane, è uno di quegli amori platonici che durano tutta una vita e volevo avere a che fare con lei. Ci conoscevamo, ci ho provato e abbiamo lavorato sul copione durante un lungo periodo di affiatamento.

L’ha trovata un’attrice in lei?
Sapevo già che ci fosse. Vedendola nei concerti, quando parla al pubblico o va in tv a giocare, si vede che è molto intonata, simpatica, spalanca il sorriso e ha un bellissimo primo piano. Il cinema è fatto anche di questo, di uno shining naturale.

Alludeva alle “operazioni”…
Certo, se si chiama una cantante famosa si attira anche il suo pubblico e la cosa non guasta in un momento in cui dobbiamo provare ad attirarlo, il pubblico. Detto con sincerità, è un calcolo che faccio. Certamente se Giorgia fosse stata sconosciuta avrei fatto più fatica a imporla, ma bisogna mettere insieme le cose: trovare un appeal e trovare un po’ di magia.

Cosa pensa della situazione attuale del nostro cinema e di ciò che ha detto Barbera su tanta quantità e poca qualità?
Trovo che fare tanti film significhi creare un bel movimento per il settore e dare lavoro a tante persone. Questo è importante per tante famiglie che hanno stentato in questi anni della pandemia. Se se ne fanno tanti, selezionando è più facile trovare bei film, perciò lo vedo come un aspetto positivo.

Scordato è anche un film su un bilancio di vita…
Ognuno fai conti col momento della sua vita. Io sono un uomo nel terzo terzo della sua vita e la sospensione della pandemia per me è arrivata quasi in un momento opportuno, al netto della sofferenza di stare in casa. È stato per me un momento di riflessione e ne sono uscito un po’ diverso, tant’è che adesso ho preso un anno sabbatico e non ho accettato di fare film in questo periodo, volevo avere tempo di scrivere e fare musica. Mi prendo una pausa di un anno perché non sono interessato, in questo momento, allo schema in cui sono stato per tanti anni. Ho finito i primi di giugno I migliori giorni, il film a episodi di Edoardo Leo e Massimiliano Bruno, in cui ho fatto un episodio di Max, e il prossimo impegno ce l’ho a maggio 2023. Sto facendo con grande lentezza un disco, sto scrivendo un altro film. Farò dei concerti quest’estate, ma ho sospeso anche le tournée teatrali.

Da uomo di cinema, che ricordi o aspirazioni la legano a Cinecittà?
C’è una cosa che mi piace tantissimo: la scritta ‘Cinecittà’ sull’ingresso. Quando ero a Roma da studente universitario ci passavo davanti spesso e quella scritta mi sembrava l’ingresso di un mondo. Un mondo se non da conquistare, almeno da sperare di visitare. Quando poi ci sono entrato da addetto ai lavori mi ha emozionato e continua a farlo. Abbiamo fatto la color correction del mio film lì, mi piace un sacco andarci, è come una mecca.

Michela Greco
29 Luglio 2022

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