SOTTO FALSO NOME


“Sono partito da un appunto di quando avevo 16 anni, ma mi sono ispirato anche a quegli scrittori, come Perec e soprattutto Gary, che si sono fatti prendere dalla vertigine dello pseudonimo”. Così il regista Roberto Andò su Sotto falso nome, abile gioco di rifrazioni e frantumazioni dell’identità, con al centro uno scrittore accusato da ignoti di plagio. Daniel Boltanski, interpretato da Daniel Auteuil, che si firma Serge Novak, avrebbe rubato al suo amico di un tempo, in seguito morto suicida, il suo primo romanzo nonché l’opera che lo ha consacrato fin da giovane al successo. Una storia che s’ispira alla vicenda reale di Romain Gary, morto suicida nel 1979, e della sua autobiografia “Vie et mort d’Emile Ajar”. Grazie a questo testo pubblicato postumo, la critica e il pubblico scoprirono come dietro lo pseudonimo di Emile Ajar (identificato all’inizio come Paul Pavlovitch, nipote reale di Romain Gary), vincitore del Prix Goncourt nel 1975 con “La vita davanti a sé”, vi fosse Gary in persona.
Per il regista palermitano, Sotto falso nome si presenta come un omaggio allo scrittore francese ma anche come un’altra ‘anatomia’, dopo Il manoscritto del principe, del mestiere di scrivere. “Lo scrittore non ha un ruolo sociale ben definito – afferma Andò – Può alterare, nascondere e accentuare alcuni fatti di sé con libertà. Ma questa volta la scrittura è un tramite per raccontare zone nascoste e passi laterali”.
Sotto falso nome parla anche di un amore visto come confliggente: “A sedici anni – spiega il regista – avevo pensato alla storia di uno scrittore che vive nascosto e a quella di una donna che vuole smascherarlo”. La donna è Mila/Anna Mouglalis, un’affascinante e giovane modella, attrice e novella sposa del figlio dello scrittore (Giorgio Lupano). Ma Boltanski è felicemente sposato da molti anni con un’avvocatessa (Greta Scacchi): “Di Nicoletta mi attirava la forza interiore – racconta l’attrice italo-australiana – Questa donna sa essere una roccia per il marito, rispetta l’autonomia e l’indipendenza dell’artista. Accetta tutto meno che il tradimento ai danni non solo suoi ma anche del figlio”.
Il film è prodotto da Fabrizio Mosca per Titti Film in collaborazione con Medusa che lo distribuisce dal prossimo 27 febbraio. “Fin da subito sapevo di avere di fronte un film internazionale – dice soddisfatto il produttore – Sono partito da Auteuil e ho raggiunto un budget di 5 milioni e 600mila euro: un’avventura lunga con ambizioni molto forti. Ora speriamo di andare a Cannes”.

Chiara Nano
17 Febbraio 2004

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