Branagh, Cinderella romantica con ironia

Chiusura con i fuochi d'artificio per la 65esima Berlinale con la rilettura della celebre fiaba 65 anni dopo il celebre cartoon Disney. Un film pirotecnico che ha conquistato la platea


BERLINO – E’ una svolta nella carriera di Kenneth Branagh, da Shakespeare ai Fratelli Grimm, passando attraverso Thor. Stavolta è Cenerentola, riletta e reinventata in un film che mescola fiaba e action movie, i colori saturi del cartoon e una certa densità di pensiero, piuttosto inattesa. Cinderella ha conquistato i palati raffinati della critica e di sicuro piacerà al pubblico ed è un’ottima chiusura per questa Berlinale. “Quando una storia è così arcinota – ha detto il regista e attore britannico, nato nell’Irlanda del Nord, a Belfast nel 1960 – bisogna reinventarla”. Proprio lui è stato chiamato dalla Disney a ripetere il miracolo del cartone, creato nel 1950 (fu alla Berlinale nel ’51) che costò 3 milioni di dollari e fu un enorme rischio all’epoca per gli studios di Topolino, ma rese ben 34 milioni di dollari diventando uno dei più grandi successi di Zio Walt, inserito addirittura dall’American Film Institute nella lista dei dieci migliori film d’animazione di tutti i tempi. 

Ora, con il fondamentale apporto dei costumi di Sandy Powell, tre volte Oscar per The Young Victoria, Shakespeare in Love e The Aviator, delle scene di Dante Ferretti, e con lo script di Chris Weitz, Branagh ha creato un mondo fiabesco ma anche terribilmente reale, al di là della patina, dove la bella e dolce Ella (Lily James), amatissima dai genitori e cresciuta “come un principessa”, supera la morte di madre e padre e l’odio della matrigna e delle vanitose sorellastre, aggrappandosi all’insegnamento materno che ripete come un mantra: “Abbi coraggio e sii gentile”. E dalla sua bontà vengono molte cose belle nonostante la cenere sul viso e i vestiti strappati. E ovviamente il principe azzurro (Richard Madden) che ne riconosce il valore al primo sguardo. 

“Fare un film sul coraggio e la gentilezza – spiega ancora Branagh – è stato per me un modo di dare modernità psicologica all’eterno mito di Cenerentola che continua a catturarci”. Così per l’autore di Molto rumore per nulla, “la sfida era avere una leggerezza di tocco e una tenerezza di sguardo senza cadere nel sentimentalismo stucchevole. E dovevamo anche superare quel cinismo che ci porta a non credere al lieto fine nella vita reale, invece penso che una vittoria dello spirito sia possibile anche nelle peggiori circostanze”. E ha aggiunto un riferimento a Re Lear “come in quel testo scespiriano si parla di passione, coraggio e sopportazione, quindi è difficile riconoscere analogie e differenze, perché sono situazioni che attraversano tutti gli esseri umani. Tutti attendono il lieto fine ma la forza sta nell’avere il coraggio di cambiare il proprio destino con l’unica arma della gentilezza, e questo concetto è comune a tutte le culture, ai fratelli Grimm come a Shakespeare o a Dickens”. 

Grande apporto da parte delle due coprotagoniste femminili. L’australiana Cate Blanchett è una crudele ed elegantissima matrigna (“per motivi di età non avrei più potuto fare Cenerentola, anche se tutti, per gentilezza o per ipocrisia, mi chiedevano se fosse proprio quello il mio ruolo”) nutrita dalla sua feroce invidia per la purezza di Ella. E del resto, come dice Branagh, “la crudeltà fra donne è uno dei temi del film”. Mentre Helena Bonham Carter, ex fiamma di Branagh e da poco separata dal marito Tim Burton, è una strepitosa fata madrina (con vestito acceso da 4000 led) capace di trasformare qualsiasi cosa in qualsiasi altra – una zucca in carrozza, quattro topolini in cavalli bianchi, due lucertole in servitori in livrea e un’oca in cocchiere – ma sempre lasciando qualche sprazzo di imperfezione, “sono una fata approssimativa e un po’ improvvisata, anche perché deve fare tutto in fretta”, come dice lei, con autoironia. Del resto la scena della mezzanotte con la fine dell’incantesimo è una delle più travolgenti del film. 

Ma non si preoccupino gli scespiriani convinti. Branagh potrebbe tornare al suo antico amore, magari con una versione cinematografica della tragedia scozzese, che ha già allestito per le tavole del palcoscenico. “Sia Cate che Helena sarebbero una straordinaria Lady Macbeth”, ha detto l’attore-regista

Cinderella sarà nelle sale italiane il 12 marzo. 

Cristiana Paternò
13 Febbraio 2015

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