Cinema & Fiction, tv italiana in cerca di innovazione

Sabato al Bif&st il convegno "Cinema & Fiction: convergenze parallele?"


BARI – “Negli ultimi anni l’offerta televisiva è diventata più complessa e impegnativa, anche per gli spettatori. Pensate a un confronto tra M.A.S.H. e Grey’s Anatomy, tra Beautiful e House of Cards, tra i Soprano’s e Gomorra: le differenze sono abissali, perché è cambiata la grammatica della tv, e con lei i ritmi, il montaggio, la musica”. Così l’economista Severino Salvemini, presidente di Telecom Italia Media, ha aperto sabato il convegno “Cinema & Fiction: convergenze parallele?”, curato da Fabiano Fabiani e Marco Spagnoli e organizzato nell’ambito del Bif&st di Bari con la collaborazione della rivista 8 e 1/2. Un momento di confronto tra protagonisti del settore – in platea ad ascoltare c’erano anche Ettore Scola, Ugo Gregoretti e Roberto Andò – per capire quale possa e debba essere il ruolo della fiction in Italia, mentre dagli Stati Uniti arrivano i successi di serie tv che vantano attori da Oscar e ascolti strabilianti.

Il primo nodo da sciogliere riguarda lo statuto della produzione per il piccolo schermo e l’eventuale differenza – qualitativa, estetica, sostanziale – tra linguaggio televisivo e cinematografico: “La differenza, semmai – interviene Gianni Canova, direttore di 8 e 1/2 – deve essere stabilita tra cinema e tv ben fatti e cinema e tv fatti male. Heimat e Twin Peaks, ad esempio, erano destinati al piccolo schermo, ma ha senso non considerarle opere di cinema? Il problema dell’Italia è che non ha un’industria culturale degna e che serpeggia una specie di disprezzo per i consumi culturali popolari e per i gusti del pubblico”.

La “colpa” sarebbe da attribuire almeno in parte agli autori, dunque, ma il regista Maurizio Sciarra (presidente dell’Apulia Film Commission) non ci sta: “Non si può continuare a ripetere ancora, dopo decenni, che la colpa è degli autori, perché gli autori hanno bisogno di una committenza, perciò bisogna andare prima di tutto a vedere chi mette i soldi, come e perché. Fatto sta che la tv è ferma a 20 anni fa, non innova da decenni: gli autori chiedono un adeguamento ai tempi dell’industria culturale”. Una richiesta tanto più pressante se si guarda all’imminente sbarco di Netflix in Italia: il servizio di streaming on demand dovrebbe arrivare entro la fine di quest’anno, e sembrerebbe che l’intenzione sia quella di produrre contenuti localmente anche da noi.

“Dobbiamo mettere il turbo – commenta la sceneggiatrice Silvia Napolitano – Il confronto con il mercato internazionale ci vede perdenti, soprattutto perché per decenni abbiamo abolito i generi in favore della produzione d’autore. Oggi ci ritroviamo, in tv, con una disabitudine all’invenzione“. Lo sceneggiatore Daniele Cesarano – che ha all’attivo 200 ore di serie tv, tra cui Romanzo criminale – fa notare i sorprendenti ascolti di 1992 su Sky: “Hanno avuto 800mila spettatori, che è quasi un decimo di ciò che ottiene la Rai con una fiction di successo, ma è un gran risultato per una pay tv. Bisogna considerare, però, che il costo di una fiction Sky è mediamente il doppio di una di Mediaset, e muove più soldi. La verità è che dovremmo produrre di più, anche a prescindere dalla qualità. Io ad esempio sono convinto che prodotti come Don Matteo, Distretto di polizia e Un posto al sole abbiano innovato il linguaggio della tv industriale”. La produttrice Lux Matilde Bernabei è proprio tra gli artefici di Don Matteo: “Ne siamo orgogliosi, è arrivato alla decima serie e ogni volta aumenta lo share di due punti. Ora stiamo progettando una serie tv sulla famiglia Medici e il Rinascimento che potrà avere un forte profilo internazionale”. Dal canto suo la Publispei è arrivata alla decima serie con Il medico in famiglia: “Cerchiamo di fare innovazione – dice Veridiana Bixio – parlando in modo semplice di cose difficili”.

Mi. Gre.
29 Marzo 2015

Bari 2015

Bari 2015

Alba Rohrwacher due volte miglior attrice al Bif&st

Il messaggio dell'attrice: "Ringrazio il bellissimo Festival di Bari per questi riconoscimenti che arrivano a due film molto importanti per me, Hungry Hearts e Vergine giurata. Ringrazio il pubblico numerosissimo del festival. Purtroppo non posso essere con voi perché sono a Lisbona al Festival di Cinema Italiano. Ma sono davvero felice. E voglio ringraziare la Giuria dei Critici del Concorso Ufficiale e la Giuria Popolare delle Opere Prime"

Bari 2015

Bif&st: 2016 con Mastroianni e gli attori

73mila spettatori. Ovvero 2.500 in più rispetto allo scorso anno. La conferenza stampa di bilancio del Bif&st numero 6, guidato come sempre da Felice Laudadio, è la cronaca di un trionfo, ma anche un molto simbolico "passaggio di consegne" all'amministrazione locale futura, a cui il direttore e il presidente Ettore Scola chiedono in coro di confermare la fiducia in un progetto culturale che richiama un pubblico numerosissimo e giovane. Con il governatore Nichi Vendola in scadenza di mandato, resta un margine di incertezza per il futuro, che Laudadio cerca di scongiurare annunciando già non solo le date - dal 2 al 9 aprile 2016 - ma persino il programma del settimo Bif&st, che sarà dedicato a Marcello Mastroianni nel 20° anniversario della sua scomparsa, con una retrospettiva in 50 titoli. Al Teatro Petruzzelli la cerimonia di premiazione presentata da Stefania Rocca. Miglior regista Francesco Munzi, migliori attori Elio Germano, Alba Rohrwacher, Anna Foglietta e Carlo Buccirosso

Bari 2015

Nanni Moretti, superstar a Bari, legge il “Caro Diario”

"Manteniamo il mistero". Basterebbe l'ultima battuta della masterclass (riferita alla genesi di Habemus Papam), per riassumere l'incontro di Nanni Moretti con il pubblico del Bif&st, di cui è stato l'ultimo, attesissimo ospite. Dopo la proiezione di Caro diario, il regista ha letto il diario di lavorazione che scrisse per quel film del 1993: in un Teatro Petruzzelli affollatissimo, il regista ha rievocato quei giorni, per poi rispondere alle domande (o piuttosto ai timidi input) del moderatore Jean Gili. Come prevedibile, neanche una parola è stata dedicata a Mia madre, il nuovo film del regista che sarà in sala dal 16 aprile (e poi probabilmente a Cannes) in cui recita accanto a Margherita Buy e John Turturro. Ripercorrendo la sua carriera, ha detto: "Con gli anni sono diventato più esigente, ora il momento della scrittura è quello più difficile, mentre quello più faticoso e angosciante resta quello delle riprese"

Bari 2015

Margarethe Von Trotta: “Sorelle, il segreto del mio cinema”

La regista tedesca, protagonista a Bari di una splendida master class, ci parla del suo nuovo film Die abhandene Welt, ispirato a una vicenda autobiografica, la scoperta di avere una sorella segreta. Protagoniste Barbara Sukowa e Katja Riemann, due attrici a cui è molto legata. Ma in questa intervista ci parla anche della sua infanzia e della scoperta delle colpe del nazismo, arrivata solo negli anni '60, perché l'argomento era tabù nel dopoguerra. E rivela: "Avrei voluto lavorare con Gian Maria Volontè e Marcello Mastroianni, in Germania non abbiamo attori così"


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