New Cinema Network, nella fabbrica del cinema italiano che verrà

Viaggio tra i progetti italiani presentati al mercato di coproduzione all’interno del MIA e firmati da Elisa Amoruso, Fulvio Risuleo, Costanza Quatriglio, Giovanni La Pàrola, Francesco Falaschi


Tra i lasciti positivi di The Business Street a MIA, all’interno della Festa del Cinema, c’è sicuramente New Cinema Network (NCN): mercato di co-produzione che ogni anno seleziona progetti da tutto il mondo con l’obiettivo di presentare alla comunità cinematografica internazionale opere in sviluppo, con una forte vocazione alla co-produzione e di respiro internazionale, in grado di trovare un partner produttivo idoneo alla finalizzazione artistica e finanziaria del progetto.
Per l’edizione 2015 il comitato selezionatore formato da Anne Lai (Sundance festival), Paul Federbush (Sundance Festival), Matthew Baker (PRC) e Iole Giannattasio (DG Cinema) ha scelto 23 titoli, di cui 5 italiani. A pitching conclusi, CinecittàNews può raccontarvi di cosa si tratta.

L’esordiente Elisa Amoruso ha presentato La dea delle acque calme, pellicola drammatica scritta assieme alla collega Paola Randi, è prodotta dalla Our Films (che ultimamente ha realizzato Pasolini di Abel Ferrara) e prevede un budget di 1milione e 300mila euro di cui 320mila già garantiti tra tax credit e Istituto Luce Cinecittà. La storia è quella di Alina una polacca che vive a Trieste e lavora in una cooperativa ittica mentre il marito ha perso l’impiego da un po’ ed è estremamente depresso. Si amano ancora, ma la relazione è quotidianamente minacciata dai demoni interiori di lui. “La vicenda mi ha particolarmente interessato – ha spiegato la regista – perché mi sono ritrovata a vivere esperienze simili, relazioni soffocanti in cui la donna paga lo scotto per essersi in qualche modo emancipata dall’uomo che invece non riesce a risollevarsi da solo”.


Dopo Questo mondo è per te, Francesco Falaschi sta preparando Palato assoluto, un progetto ambientato nel mondo delle cucine dei ristoranti, una vicenda di redenzione e rinascita con toni comici e teneri allo stesso tempo. Prodotto dalla Verdeoro (Road 47), prevede un budget di 2milioni 330mila euro di cui già 521mila finanziati. Falaschi ha scoperto di appassionarsi a quali dinamiche umane ci siano dietro alla realizzazione di un buon piatto, guardando documentari sugli chef italiani e rimanendo intrigato dal libro di Anthony Bourdain “Kitchen Confidential. Avventure gastronomiche a New York”.

Il mio corpo vi seppellirà è invece l’opera seconda di Giovanni La Pàrola (E se domani). Scritta assieme a Alessia Lepore, ci porta nella Sicilia del 1860 alla vigilia dell’unificazione italiana, e racconta la storia di “R”, una giovane donna trovata quasi morta sotto i resti di una baracca bruciata, in cerca di vendetta. “Mi affascina la testardaggine con cui i miei personaggi si oppongono all’occupazione dei Savoia – ha svelato il cineasta – ma anche i paesaggi e le scelte personali delle persone che li abitano che non hanno niente da invidiare a quelli del mito della frontiera americana: questo film è un mix che contiene western, storia, azione e divertimento pulp”.

Costanza Quatriglio (Con il fiato sospeso) lascia da parte il documentario per tornare a girare un film, seppure ispirato a Il mondo addosso che aveva girato nel 2005. Sembra mio figlio è ambientato tra la Puglia e l’Afghanistan e racconta il ricongiungimento, dopo 15 anni, di un giovane rifugiato in Italia con sua madre. Sceneggiato con Doriana Leondeff e prodotto da Ascent Film (La prima volta di mia figlia) prevede un budget di 1milione e 700mila euro di cui 100mila già finanziati. “Sono tornata sulla vicenda del profugo Ismail – ha raccontato la regista – per capire cosa significasse per lui dopo anni lontano dalla sua terra finalmente incontrare qualcuno scappato proprio dallo stesso villaggio e dagli orrori della guerra civile. Sperava in un ricongiungimento che non pensava possibile, invece si è realizzato”.

C’è poi l’esordio di Fulvio Risuleo, ex allievo CSC  fattosi notare a Cannes 2014 dove ha vinto il terzo premio di Cinefondation con il corto Lievito madre. Stavolta il regista abbandona la location unica per il cielo: in Guarda in alto infatti il protagonista assieme ai personaggi è l’orizzonte. La storia è quella di un ragazzo che per caso scopre una comunità con le sue regole e le sue abitudini che abita i tetti di Roma e decide di conoscere meglio questo mondo parallelo. Scritto assieme a Andrea Sorini, il film ha un budget di 700mila euro di cui 500mila già trovati: a produrlo c’è la Revok di Donatello Della Pepa, ma i francesi di Cineorama si sono già detti interessati al progetto. Come nel corto precedente, Risuleo dimostra uno spiccato interesse per l’elemento fantastico che ha dichiarato di voler gestire in maniera realistica: trattare un mondo alternativo in maniera più credibile possibile è la vera sfida di quest’opera.

Affermatosi ormai come punto di riferimento per gli operatori europei ed internazionali nel mercato delle co-produzioni, NCN è riuscito ad accompagnare, fino alla realizzazione del film, più del 50% dei progetti selezionati nel corso delle passate edizioni. Per il quinto anno consecutivo, il Fondo per il Cinema del Consiglio d’Europa Eurimages, riconoscendo New Cinema Network come uno dei più importanti ed efficaci mercati di co-produzione europei, ha assegnato l’Eurimages Co-production Development Award, un premio in denaro di 20mila euro destinato allo sviluppo del miglior progetto presentato a Sembra mio figlio di Costanza  Quatriglio. Guarda in alto di Fulvio Risuleo e Il mio corpo vi seppellirà di Giovanni La Pàrola sono invece i vincitori del Premio MIA di questa prima edizione: ai due progetti, che si sono distinti  per originalità e visionarietà,  sono andati 15mila euro ciascuno.

Infine NCN ha presentato anche l’appendice Make it with Italy, 7 progetti di film da girare in Italia tra cui va segnalata la presenza delle opere in cantiere di Valerio Mieli l’attesa opera seconda del regista di Dieci inverni, una coproduzione con la Francia dal titolo Les filles du temps, e Hana Makhmalbaf con Single Mother, film scritto dal padre Mohsen. 

Valentina Neri
26 Ottobre 2015

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