Il cinema in Francia? E’ una cosa seria

Per la terza volta in quattro anni, i film francesi hanno superato la soglia dei 100 milioni di spettatori al di fuori dei propri confini: per la precisione 106, con un incasso di 600 milioni di euro


PARIGI – Il cinema in Francia è una cosa seria. Lo dimostra la cornice scelta per presentare i risultati della produzione nazionale all’estero nel 2015: Quai d’Orsay, sede del ministero degli Esteri, alla presenza del padrone di casa, Laurent Fabius. Per la terza volta in quattro anni, i film francesi hanno superato la soglia dei 100 milioni di spettatori al di fuori dei propri confini: per la precisione 106, con un calo del 12% sul 2014 e un incasso di 600 milioni di euro, il 12% in meno dell’anno precedente. Si tratta della terza miglior prestazione negli ultimi vent’anni. Leggendo nel dettaglio le cifre, colpisce la capacità di penetrazione del cinema transalpino, con 515 film presentati nelle sale di tutto il mondo, oltre a un risultato molto brillante in Asia, per la prima volta zona d’esportazione numero uno. Inutile dire che è la Cina a crescere ancora, diventando il primo paese di destinazione, con poco vantaggio sugli Stati Uniti e Canada anglofono. Al terzo posto il sorprendente Messico e poi il Brasile, che hanno segnato un incremento, rispettivamente, del 76% e del 44%. L’Italia cala, diventando il quinto mercato nazionale, con 30,5 milioni di euro di incasso e oltre 5,2 milioni di spettatori. Merito soprattutto del buon risultato di Non sposate le mie figlie! e La famiglia Belier. Da segnalare l’exploit dell’America Latina, con 22,3 milioni di spettatori, più dell’America del Nord.

“Questi buoni risultati all’estero confermano il nostro secondo posto fra gli esportatori mondiali”, ha dichiarato la direttrice generale di Unifrance Isabelle Giordano. “Sono la prova che il nostro ecosistema è efficace e vale la pena valorizzare la diversità dei nostri talenti. Per il secondo anno consecutivo registriamo più spettatori all’estero che in Francia, con un margine del 46%”. I titoli più visti sono stati: Taken 3, con 43 milioni di spettatori, Il piccolo principe con 15, The Transporter Legacy con 13, La famiglia Belier con 3,3 e Non sposate le mie figlie! con quasi 3 milioni. Dati che dimostrano la salute del cinema d’animazione francese e come la premiata ditta Luc Besson, con i suoi action girati in inglese e spesso con grandi attori hollywoodiani, rimanga un elemento chiave per la diffusione dell’industria cinematografica transalpina in ogni dove.

Pur non contabilizzato, essendo uscito il 1° gennaio 2016, il risultato straordinario de Il piccolo principe in Italia è stato sottolineato con forza. Si tratta già del miglior risultato di sempre per la distribuzione Lucky Red, con 8 milioni di euro e oltre 1,2 milioni di spettatori. Proprio ai produttori del film tratto da Saint-Exupéry, Dimitri Rassam e Aton Soumache, è andata la prima edizione del French Cinema Award. “Il 2015 è segnato dalla forte presenza di film francesi d’animazione all’estero – secondo il presidente di Unifrance, il regista Jean-Paul Salomé – con titoli quali Il piccolo principe, Asterix e il regno degli dèi e Mune – il guardiano della luna fra i primi dieci. È una delle forze del nostro cinema: poter proporre differenti generi, toccando un pubblico familiare in tutto il mondo”.

Al di là del trionfalismo delle dichiarazioni ufficiali, sicuramente un altro anno soddisfacente per il Paese che ha visto nascere il cinema. A proposito di cornici eccellenti, il primo piano della Tour Eiffel ha ospitato la presentazione in pompa magna della sesta edizione del festival di cinema francese in linea, il My French Film Festival. Quest’anno la giuria dei cineasti, che consegnerà un premio insieme agli spettatori e alla stampa internazionale, è davvero degna di una grande rassegna. Sarà Nicolas Winding Refn a dirigerla, contando su un amore sfrenato per gli smartphone – “la più grande invenzione della storia, dopo le donne” – da lui ritenuti il futuro del cinema. “Questo festival permette ai giovani di avere l’opportunità di guardare i film anche sui tablet o sui telefonini e capire come il cinema sia un linguaggio futuristico”. Insieme a lui in giuria, le registe Valérie Donzelli e Marjane Satrapi, oltre a David Robert Mitchell e Felix Van Groeningen, autori di due film molto amati negli ultimi anni come Alabama Monroe, nominato all’Oscar nel 2014, e It Follows, da noi in uscita solo l’estate prossima e passato per il Torino Film Festival.

Ma come poter vedere i 10 lungometraggi e 10 cortometraggi di genere molto vario in concorso al My French Film Festival? Basta approfittare della partnership con iTunes, MyMovies, Indie Film Channel, o collegarsi con il sito MyFrenchFilmFestival.com, a cui vi rimandiamo per il dettaglio del programma, corredato da schede in italiano. Ogni film costa 1,99 euro, mentre con 5,99 euro è possibile vederli tutti. I corti sono gratuiti, mentre fuori concorso è presentato anche un classico come Ascensore per il patibolo di Louis Malle.

Nella foto © Veeren/Bestimage Nicolas Winding Refn.

Mauro Donzelli
21 Gennaio 2016

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