Queen Kong, regina di Pesaro

La folla dei grandi eventi ha accompagnato alla Mostra di Pesaro la prima di Queen Kong, il cortometraggio di Monica Stambrini, prima tappa del progetto collettivo "Le ragazze del porno"


PESARO – La folla dei grandi eventi ha accompagnato alla Mostra di Pesaro la prima di Queen Kong, il cortometraggio di Monica Stambrini, prima tappa del progetto collettivo “Le ragazze del porno”. C’era grande attesa per questo piccolo film da 19 minuti che racconta con immagini esplicite l’immaginario erotico di un uomo e di una donna. Due sconosciuti si appartano in giardino, durante una festa, sono eccitati e hanno voglia di fare l’amore ma qualcosa non va, forse lui è un po’ ubriaco, e allora l’uomo, scontento di sé, si allontana nel bosco per fumare una sigaretta… Un piccolo thriller sentimentale con l’irruzione del fantastico, di una creatura femminile dei boschi, una “satira” dai genitali particolarmente sviluppati.

Grande attenzione, silenzio, qualche imbarazzo, qualche timida risatina durante la visione. Ma poi applausi convinti e la voglia di parlare con la regista e con i tre interpreti: Valentina Nappi, Luca Lionello e Janina Rudenska. Molte le domande, ma nessuna contestazione, anche se le polemiche sulla stampa locale non sono mancate nei giorni scorsi, con gli attacchi da parte cattolica a cui la regista ha già risposto in parte, mentre sabato mattina, 9 luglio, è in programma una tavola rotonda sul Porno al femminile organizzata dal festival in collaborazione con la rivista 8 1/2.

“Inquadrare quest’opera non è facile e io non amo sentirmi inquadrata – ha esordito la regista – ma non definirei Queen Kong antimaschilista. Il protagonista è un uomo e io mi sono identificata in lui”. Però dice anche che il film “per le donne è liberatorio, mentre gli uomini si chiedono cosa significhi e restano un po’ interdetti”. Lionello sottolinea il suo punto di vista, l’uomo sopraffatto e quasi violentato, ma afferma anche che “rompere certe regole significa prendersi il paradiso”. La giovanissima pornostar Nappi, come sempre sicura di sé e “giacobina” (come la definisce la regista), nega decisamente che il porno sia un dominio maschile: “Nessun altro settore ha una tale parità, tra l’altro le donne sono più pagate degli uomini”. E ci sono ancora limiti da superare? “Sì, limiti economici, per esempio sarebbe bello avere un porno in 3D e magari immersivo”.
 
E’ evidente che il film nasce da una riflessione teorica che coinvolge anche le altre “ragazze del porno”. “Se fare e guardare film è anche un modo per avvicinarsi alle paure e per liberare le fantasie, allora Queen Kong può risultare un film parecchio liberatorio”, dice ancora Monica Stambrini. Che nelle note di regia parla di invidia del pene e paura della vagina. Interviene Daniele Vicari, il regista di Diaz, che era qui al festival per partecipare alla tavola rotonda sulla retrospettiva Romanzo Popolare. “Avevo amato il primo film di Monica, Benzina, e amo questo che mi ha creato i conflitti giusti, lo trovo provocatoriamente poetico. Ha a che fare con pulsioni che anche al cinema teniamo sotto controllo. Non mi appassiona il porno perché penso che ci sia sfruttamento dei corpi maschili e femminili, perché produce denaro attraverso la rappresentazione meccanica del sesso. Ma il corto riesce a superare un limite etico, a rappresentare uno stupro, attraverso una figura che ha sembianze animali. Forse, se fosse una donna normale, la cosa risulterebbe inaccettabile”.

Molte curiosità sono rivolte a Valentina Nappi e anche fuori dallo Sperimentale i suoi ammiratori vogliono farsi fotografare con lei. “Mi aspettavo domande più intellettuali dal pubblico di Pesaro, sono un po’ delusa”, confida. “In Italia la pornografia – dice Stambrini – non solo è vietata ai minori come nel resto del mondo, ma mentre altrove questo significa che si tratta di film dedicati a persone mature, da noi è sinonimo di film di serie B. Per questo da sempre nutro grande rispetto e ammirazione per Tinto Brass, soprattutto per le sue prime pellicole con cui ha combattuto una lotta eroica. Sono cresciuta con i suoi film e reputo La chiave un capolavoro”. Del resto il successo di questa proiezione sembra confermare un interesse per l’erotismo che va oltre i generi e le generazioni. “Non ricordavo tanto pubblico qui a Pesaro dai tempi di Guardami di Davide Ferrario“, dice qualcuno. 

A Queen Kong seguiranno Insight di Lidia Ravviso e Slavina e un film breve in stop motion di Regina Orioli in fase di montaggio. Ma quasi certamente non si farà più il film a episodi a cui inizialmente si pensava. Il corto di Monica Stambrini girerà per i festival – ha già vinto un premio a New York – e sarà proposto al pubblico come atto performativo, poi entrerà a far parte di un’offerta video on-demand, probabilmente con Sky Hot.

Cristiana Paternò
08 Luglio 2016

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