Le mille facce del cinema del reale

La botta grossa di Sandro Baldoni, La lucida follia di Marco Ferreri di Anselma Dell’Olio e Pino Daniele - il tempo resterà di Giorgio Verdelli sono i vincitori del Nastro del Documentario 2018


La botta grossa di Sandro Baldoni per il ‘cinema del reale’, La lucida follia di Marco Ferreri di Anselma Dell’Olio per il cinema (entrambi targati Luce Cinecittà) e Pino Daniele – il tempo resterà di Giorgio Verdelli per lo Spettacolo sono i film vincitori dei Nastri d’Argento Documentari – 2018.

A questi titoli si aggiunge l’ex aequo per i Docufilm tra Diva! omaggio a Valentina Cortese, di Francesco Patierno (in uscita il 25 maggio) e La corsa de L’Ora, sulla storia del giornalismo militante e battagliero nel quotidiano palermitano, raccontata tra cinema e fiction da Antonio Bellia.

Per Sandro Baldoni, che aveva vinto un Nastro d’argento per la sua opera prima Strane storie nel 1994, il premio è stato una sorta di risarcimento: “Quel Nastro era rimasto sotto le macerie della mia casa crollata con il terremoto in Umbria. Così, anche per motivi molto personali, ho deciso di raccontare il sisma nella zona di Norcia, ma non come fanno i Tg, volevo piuttosto restituire gli stati d’animo e il vissuto delle persone”. E Baldoni sottolinea come, a un anno e mezzo dalla “botta grossa” ci siano ancora tantissimi sfollati e gente che vive nelle casette, “ora a 15 gradi sotto zero”. Roberto Sbriccoli, uno dei protagonisti del film, rappresenta una comunità che porta avanti un progetto di microeconomia finanziato attraverso internet: “Siamo stati resilienti, abbiamo cercato di stimolare la rinascita con Back to Campi – spiega Sbriccoli, presidente della pro loco – purtroppo nessun politico, in questa campagna elettorale, ha parlato dei terremotati”. La botta grossa, arrivato in sala a Natale con Istituto Luce Cinecittà, ha incassato molto bene (e parte degli incassi sono andati proprio al progetto Back to Campi). 

Selma Dell’Olio ha ricordato che il suo documentario, prodotto da Nicoletta Ercole, sul grande regista di Ciao maschio, andrà in onda il 9 maggio su Sky Arte per i 90 anni di Marco Ferreri, che nacque a Milano l’11 maggio del 1928 e morì a Parigi il 9 maggio del ’97. 

Il direttivo dei Giornalisti Cinematografici ha dedicato quest’edizione dei Nastri-DOC allo scomparso Folco Quilici, “regista, scrittore, grande ricercatore antropologico e autentico cacciatore di storie che con il suo cinema ha appassionato intere generazioni di spettatori”. Alla serata era presente il figlio Brando, che si è commosso ricordando il padre a cui la platea ha tributato un applauso in piedi dopo la visione di un breve filmato realizzato da Rocco Giurato in cui Folco parlava dei temi ambientali, a lui da sempre molto cari. 

I Premi speciali 2018 sono andati a Dieci storie proprio così di Emanuela Giordano e Giulia Minoli e al canale Sky Arte, rappresentato dal direttore Roberto Pisoni, per la qualità l’originalità e il successo della sua offerta. Due riconoscimenti, infine, anche alle migliori protagoniste nei documentari in selezione: Sandra Milo con il film di Giorgia Würth Salvatrice. Sandra Milo si racconta – l’attrice sarà alla Casa del Cinema l’8 marzo per incontrare il pubblico e ritirare personalmente questo premio in occasione della rassegna ItalianaDoc – e Marina Confalone per la sua performance ne Il signor Rotpeter di Antonietta De Lillo, che sarà distribuito insieme a un altro lavoro della regista con titolo di Metamorfosi napoletana.

Menzione d’onore a Ermanno Olmi perché ancora una volta quest’anno – in Vedete, sono uno di voi, con Marco Garzonio – “ci ha regalato il suo cinema poetico che ha reso presente anche una grande assenza”. Quella di Carlo Maria Martini. Leggi la nostra notizia.         

A Luigi Faccini è andato invece il Nastro alla carriera per mezzo secolo di cinema (1968-2018) coronato dalla saga Diaspora, ogni fine è un inizio, realizzato insieme a Marina Piperno. Il regista ha girato il mondo ricostruendo in un vero e proprio Heimat italiano i percorsi internazionali della dispersione di famiglia iniziata per i Piperno, con le leggi razziali. Leggi la nostra news.

Ecco l’elenco delle menzioni speciali che concludono il palmarès: per le migliori opere prime i giornalisti segnalano Il pugile del duce di Tony Saccucci e Talien di Elia Mouatamid, menzioni inoltre per Moravia off di Luca Lancise che riapre percorsi affascinanti nella poetica moraviana, a Metti una sera a cena con Peppino di Antonio Castaldo, dedicato a Patroni Griffi,  e al documentario L’arte viva di Julian Schnabel di Pappi Corsicato che ha conquistato il pubblico del mondo, a partire dal Tribeca. Menzioni anche a Sara di Stefano Pistolini e Massimo Salvucci che, a partire dall’assurdità della morte violenta della giovane Sara, barbaramente uccisa dal fidanzato, e diventa atto d’accusa contro ogni femminicidio. Il Sngci segnala infine Lorello e Brunello di Jacopo Quadri, sul tema del lavoro ‘Premio Cipputi’ a Torino, appena proposto anche dal Festival di Berlino e che sarà distribuito ad aprile dopo passaggi ai festival di Guadalajara e Nyon.  

Tra cultura e teatro, infine, due menzioni vanno a Il mondo in scena, sui 60 anni del Festival di Spoleto, prodotto da Maurizio Tedesco e Mariangela! che Fabrizio Corallo ha dedicato ad un appassionato, curioso, affascinante ritratto della Melato in collaborazione con Renzo Arbore. La grande attrice sarà ricordata l’8 aprile al Teatro Argentina. 

Dopo questo appuntamento seguiranno i Corti d’Argento il 18 aprile alla Casa del cinema; l’annuncio delle cinquine dei candidati e consegna del Nastro dell’Anno, con alcuni premi speciali martedì 29 maggio e la consegna dei premi sabato 30 giugno.

Cr. P.
01 Marzo 2018

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