BARI – Tra le anteprime del Bif&st – che ha, giustamente, una particolare attenzione per gli autori pugliesi – c’è anche l’opera prima di Cosimo Terlizzi, Dei, in sala dal 21 giugno con Europictures. Il film è realizzato dalla Buena Onda di Riccardo Scamarcio, Valeria Golino e Viola Prestieri (col sostegno del MiBACT, della Regione Lazio e di Apulia Film Commission) e prosegue una collaborazione tra l’autore e i produttori iniziata con il documentario L’uomo doppio (2012), Terlizzi, nato nel ’73 a Bitonto, è artista globale che usa tutti i media, dalla fotografia alla videoarte alla perfomance. Nel suo percorso ha realizzato cortometraggi e documentari, opere presentate in festival internazionali importanti, da Rotterdam alla Biennale Danza di Venezia. Con Dei si cimenta infine nel lungometraggio narrativo seppure innestato di suggestioni visive e musicali che lo apparentano più alla videoarte che al cinema italiano corrente (ma non mancano rimandi, probabilmente involontari, all’ultima opera di Luca Guadagnino Chiamami col tuo nome, come il richiamo alla mitologia e il tema della scoperta della sessualità).
Dei – che ha dalla sua una carica visionaria a tratti ipnotica – è costruito attorno a un personaggio che si fa fulcro narrativo e tematico: Martino (Luigi Catani), un ragazzo figlio di agricoltori poverissimi che aspira a diventare artista e arriva in città, a Bari. Qui viene folgorato e irresistibilmente attratto da un gruppo di giovani musicisti e performer: forse poco più grandi di lui, anticonformisti e liberi, anche sessualmente, si incontrano in un attico dove tutto è permesso e dove l’intelletto e l’immaginario, la musica e l’alterazione sono di casa. Martino come una falena abbacinata dalla luce è tentato di sconfessare il suo mondo e le sue origini. “Dei – spiega Terlizzi nelle note di regia – è un frammento sublimato della mia adolescenza e della mia lotta interiore, diviso tra il mondo rurale e la seduzione rappresentata da un gruppo di amici di città che ritenevo inarrivabili. Urbanità e ruralità a confronto come metafora della mia condizione interiore. L’amore per gli animali, la terra in senso viscerale da una parte, il desiderio di conoscenza, di scoprire il diverso attraverso le fughe a Bari e all’università dall’altra. La terra del protagonista è spiaggia della Grecia antica, con tutte le sue suggestioni storiche e artistiche. Il legame con la grecità è parte della mia personalità, che proprio dalle statue di Efebo e Mercurio ha tratto ispirazione alla ricerca del giovane protagonista del film”.
Per Riccardo Scamarcio, convinto sostenitore di questa opera controcorrente, “il confronto tra mondo urbano e rurale è un tema importante in questo momento storico e ci riguarda da vicino”. Da segnalare le musiche affidate a Christian Rainer e il giovane cast con la significativa partecipazione di Andrea Renzi.
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