Videogiochi e patrimonio culturale a Cinecittà

Il ricco convegno ‘Videogames, Ricerca, Patrimonio Culturale’ ha aperto i lavori del Rome Video Game Lab, che si tiene a Cinecittà fino a domenica 6 maggio


Le porte di Cinecittà si sono aperte al videogioco con Rome Video Game Lab, e in particolare con il ricco convegno ‘Videogames, Ricerca, Patrimonio Culturale’ che ha aperto i lavori, permettendo agli esponenti delle maggiori istituzioni di confrontarsi su temi rilevanti riguardanti il videogioco non solo come mezzo di intrattenimento ma come media ‘tout court’ in grado di veicolare messaggi e cultura, e su come indirizzare correttamente lo sguardo degli operatori culturali stessi – le istituzioni, ma anche le scuole – verso una forma di sviluppo ed espressione artistica di cui ancora si fatica a tracciare esigenze, tempistiche e riscontri.

In particolare nel panel di metà giornata è intervenuto Enrico Bufalini, direttore dell’area cinema e dell’archivio di Istituto Luce Cinecittà, che ha ricordato come “l’apertura delle istituzioni verso il videogame come prodotto audiovisivo alla pari del cinema, dei documentari e delle serie televisive trovi fondamento proprio nella legge cinema del 2016, con l’apertura di bandi che finanziano lo svilippo e la realizzazione dei prototipi giocabili”. Cinecittà ha in cantiere un Hub del videogame che si proporrà, a partire da settembre, come spazio di sviluppo, coworking e impresa per la creazione di videogiochi, ma anche l’aggiunta di un teatro di posa 4.0 specificamente pensato per la motion capture e la virtual reality, iniziative che vanno ad aggiungersi all’investimento nelle strutture produttive per le attività tradizionali, come l’aggiunta di due teatri di posa più un terzo dotato di piscina per le riprese subacquee, incentivi fiscali per attrarre produzioni internazionali, rafforzamento nell’attività di post-produzione digitale, incremento dell’utilizzo dell’area backlot, adiacente agli studi (ora sfruttata per le riprese della serie Il nome della rosa), senza dimenticare la vocazione culturale e l’apertura del MIAC – Museo italiano dell’audiovisivo e del cinema che, spiega Bufalini “è un muse di nome e per motivi legati alla burocrazia dei finanziamenti, ma sarà un luogo dinamico e interattivo dove i materiali delle Teche Luce e Rai contribuiranno allo sviluppo di un racconto per immagini di come il cinema abbia descritto il secolo scorso, una struttura multifunzionale per attività culturali e progetti didattici di formazione a 360 gradi, accessibile e visitabile da tutti”. L’archivio inoltre ha un ruolo fondamentale nello sviluppo del videogioco 11.11 – Memories Retold, dedicato alla Prima Guerra Mondiale e all’armistizio e prodotto dalla major Namco Bandai.

Il superamento del pregiudizio nei confronti del videogioco e la necessità di eliminare le etichette (ad esempio ‘videogioco narrativo’ o ‘educativo’) è il tema dei successivi interventi, a opera dell’europarlamentare Silvia Costa, di Ferdinando Fiore, direttore dell’agemzia Ice, di Thalita Malago di Aesvi, di Gilberto Corbellini, direttore del dipartimento di scienze umane e sociali e patrimonio del CNR, di Marco Saletta di Sony, di Bruno Zambardino consulente cinema de MiBACT, e di Marcello Minuti, consulente per le attività culturali e l’innovazione di Istituto Luce Cinecittà,  tutte istituzioni che stanno sinergicamente lavorando nella direzione tracciata per sfruttare al massimo il videogioco come strumento e veicolo di insegnamento e cultura.

“Il nostro ritardo – dice Costa – può essere rovesciato per salvaguardare la dimensione culturale di un’esperienza e di un patrimonio che non può essere banalizzato o tradotto in gioco fine a sé stesso, lavorando in gruppi interdisciplinari che ricerchino competenze umanistiche, tecnologiche e scientifiche, con una parte della sfida incentrata proprio sulla scuola e sulla classe dirigente, che accetta la sfida ma ancora non ha gli strumenti per comprendere appieno, insomma in una modalità diversa di intendere l’innovazione tecnologica”. Zambardino ricorda l’importanza dell’interattività nello sviluppo della promozione del territorio – sottolineando anche la recente istituzione del portale ‘Italy for Movies’ – pensando ad esempio “a cosa potrebbe fare la realtà aumentata o la possibilità di visionare virtualmente le location prima del sopralluogo vero e proprio”.

Colpisce anche l’intervento di Saletta: “un videogioco in quanto opera dell’ingegno può raccontare una storia in mille modi diversi, prendiamo una storia di guerra. Si può soffermare sui proiettili che esplodono nel cervello ma anche sulle perdite e sull’impatto sul patrimonio culturale. E’ un modo di coinvolgere una generazione che di fatto sta più sui social che sui musei”. Chiude Minuti, proprio sul videogame Hub: “la nostra linea è la stessa dell’EXPO Dubai 2020: ‘connettere le menti, costruire il futuro’. Sarà un incubatore/acceleratore di impresa che permetterà di avere accesso a un immobile con prezzi bassi e che metterà insieme i nostri capitali: le infrastrutture fisiche, il marchio e l’immagine di Cinecittà noti in tutto il mondo e soprattutto il nostro sistema di relazioni tra produttori, distributori, industria e politici, diventerà un luogo di riferimento per l’industria come oggi ce ne sono solo due altri al mondo, uno in Svezia e l’altro a New York”.

Ang
04 Maggio 2018

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