Bobulova in noir per i Manetti Bros

E' prodotto dai Manetti Bros con Carlo Macchitella, Tutte le mie notti, opera prima di Manfredi Lucibello in uscita il 28 marzo


E’ prodotto dai Manetti Bros con Carlo Macchitella, Tutte le mie notti, opera prima di Manfredi Lucibello presentata ad Alice nella città e in uscita il 28 marzo con 102 Distribution. Il regista, nato a Firenze nel 1984, ha diretto il cortometraggio Storia di Nessuno, scelto per la Biennale dei giovani artisti del Mediterraneo, e il documentario Centoquaranta La strage dimenticata sul Moby Prince. Ora debutta nella fiction con un thriller dai risvolti noir molto attento alle psicologie femminili. Quelle di Sara (Benedetta Porcaroli), minorenne che si prostituisce mettendo annunci in rete, e Veronica, avvocato quarantenne che sembra pronta a tutto per coprire il comportamento scorretto, anzi criminoso, del suo assistito, Federico Vincenti (Alessio Boni), spregiudicato imprenditore che ha appena concluso un grosso affare con un misterioso e importante cliente.

E’ notte, in una cittadina di mare dalle strade tutte uguali, quando Veronica carica Sara, che sta scappando da una villa dove si è appena consumato un festino a base di sesso e cocaina, sulla sua macchina. La ragazza è angosciata e preoccupata per l’amica che era con lei e che ha avuto un malore e adesso non risponde più al telefono: Veronica la rassicura e la porta a casa sua… ma i cambiamenti si susseguiranno nel corso della notte, fino ad arrivare a una scelta sofferta. 

“Come nei miei precedenti lavori – spiega Lucibello – sono partito dagli elementi tipici del genere per raccontare uno spaccato del nostro paese. Così è nato Federico Vincenti, uno dei tanti imprenditori messi in ginocchio dalla crisi e capace di gettarsi, come uno sciacallo, su un cadavere, trasformando una sciagura in opportunità: salvare la sua azienda e il suo status lo porta a firmare una sorta di patto col diavolo”. Ma la prospettiva del film si distacca dal personaggio maschile, che peraltro per buona parte della narrazione è presente solo attraverso le insistenti telefonate, per concentrarsi sulle due donne. “Le due protagoniste – prosegue il regista – si spogliavano progressivamente delle maschere, Sara abbandonava i tratti tipici della dark lady per rivelarsi come una semplice ragazza. Veronica si spogliava dei panni severi dell’avvocato per riappropriarsi della sua femminilità. All’intreccio narrativo, che si muove con i colpi di scena tipici del thriller, si uniscono i dialoghi tra loro, che scoprono di condividere le stesse paure”. 

Per Barbora Bobulova, che ama lavorare con giovani registi, “perché spesso gli esordienti mi hanno dato la possibilità di mettermi in gioco come attrice e perché la nuova generazione sta crescendo molto bene”, il personaggio di Veronica è completamente plasmato da Vincenti, a cui ha dedicato tutta la sua vita, che ha idealizzato e anche, segretamente, amato. Alessio Boni, di nuovo in un ruolo di anima nera, dopo il professore assassino de La ragazza nella nebbia, ritiene interessante “esplorare il lato oscuro e più bieco dell’essere umano: per questo ci piace ancora tanto Shakespeare. Senza dover arrivare agli olocausti, anche il quotidiano può porci di fronte a una tragedia, anche una persona normale può diventare un mostro”. Infine la ventenne Benedetta Porcaroli esclude un collegamento diretto con casi di cronaca giudiziaria come quello delle baby squillo dei Parioli. “Ho letto tante cose e mi sono documentata, ma Sara non è una ragazza della Roma bene, piuttosto ha un problema di smarrimento, che si manifesta in scelte sbagliate di cui non è neppure consapevole. Alla fine del film si conosce un po’ meglio grazie all’incontro con la donna più matura e la crescita è reciproca”.

Cristiana Paternò
21 Ottobre 2018

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