La bambina che sussurrava ai leoni

​Racconta lo straordinario legame tra una bambina e un leone nato nell’allevamento dei suoi genitori 'Mia e il leone bianco' di Gilles de Maistre, in sala dal 17 gennaio


In sala dal 17 gennaio un film per famiglie che è anche una grande sfida, quella di creare un legame autentico tra un cucciolo di uomo e il re dei “big five” della Savana, il leone. È quello che succede in Mia e il leone bianco, girato durante l’arco di tre anni in una riserva sudafricana da Gilles de Maistre. Una storia di fantasia, presentata in anteprima alla scorsa Festa di Roma, che parla dello straordinario rapporto tra una bambina, interpretata dalla straordinaria Daniah De Villiers, e un leone nato nell’allevamento di felini dei suoi genitori in Sudafrica. Per anni i due crescono insieme e condividono ogni cosa, ma divenuta quattordicenne, Mia scopre che il suo incredibile legame con Charlie, potrebbe finire da un momento all’altro perché il padre ha deciso di venderlo ai cacciatori di trofei.

L’aspetto più incredibile del progetto è che i due protagonisti, la bambina e il leone, sono realmente cresciuti insieme di fronte alla macchina da presa, grazie anche alla costante consulenza di uno zoologo esperto di leoni, Kevin Richardson, che per tutto il tempo ha lavorato alla costruzione del loro rapporto, assicurandosi che entrambe le parti fossero trattate con rispetto e in totale sicurezza. “Quando ho parlato con Kevin per dirgli del mio progetto – racconta il regista – mi ha subito detto che era un’idea irrealizzabile perché in natura i leoni mangiano i bambini, l’unico modo per rendere possibile questa idea folle era quello far crescere insieme i due, in modo da creare una vera relazione tra di loro”.

Anche la scelta stessa dell’interprete non è stata affatto una questione banale, considerando che sul set tutta la troupe e le comparse si trovavano all’interno di gabbie, mentre bambina e leone si muovevano in assoluta libertà: “Abbiamo avuto la fortuna di trovare un’attrice che fosse capace di gestire un leone, una capacità, su cui abbiamo poi lavorato, che non è detto che abbia nemmeno un adulto. Anche il leone selezionato è un esemplare eccezionale, non è stato addestrato, ci tenevamo a non avere un leone ammaestrato con la costrizione, se un giorno non aveva voglia di recitare si aspettava rimandando le riprese”.

Pluripremiato autore di documentari, Gilles de Maistre ha pensato di realizzare il film dopo aver visto che in Sudafrica i leoni allevati venivano utilizzati per le battute di caccia. “Abbiamo preparato tutto affinché le riprese avvenissero in un contesto sicuro, la scommessa era non solo quella di evitare che il leone facesse male alla bambina, ma anche che la bambina col passare del tempo non avesse paura del leone, che da cucciolo diventava man mano un esemplare adulto”. Questo perché  il vero pericolo, una volta che un felino si è abituato alla presenza umana, nasce principalmente da atteggiamenti inusuali e strani da parte di un essere umano, dettati magari da paura, che possono poi far scaturire nel leone il suo istinto da predatore. 

Tra i messaggi della pellicola c’è chiaramente la difesa del pianeta e la possibilità di un’armonica coesistenza tra tutti i suoi abitanti: “Ognuno di noi può avere una parte attiva nel cercare di far cambiare il mondo”, rimarca il regista che spiega di non aver voluto fare un documentario scientifico proprio per arrivare al grande pubblico e  toccare anche famiglie e bambini.

Mia e il leone bianco arriva nelle sale con Eagle Pictures e Leone Film Group, nel cast anche Mélanie Laurent e Langley Kirkwood. 

Carmen Diotaiuti
21 Ottobre 2018

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