M9 a Mestre: il ‘900 italiano in un museo-mondo

Inaugurato il 1° dicembre nel cuore di Mestre, l'M9 è destinato a innovare nel panorama dei musei internazionali. Dedicato al Novecento, è contrassegnato da una presenza totale del cinema


Inaugurato il 1° dicembre nel cuore di Mestre, l’M9 è destinato a innovare nel panorama dei musei internazionali. Concentra in un vasto edificio a quattro livelli l’intero ‘900 del nostro paese. Non solo le arti figurative di quel secolo, com’è il caso del bellisimo Musée d’Orsay di Parigi dedicato all’800. Non solo le guerre, come a Trento o a Caporetto. Non solo lo sport, come a Basilea o a Chicago. Non solo la storia patria, come a Berlino o a San Pietroburgo. Non solo le automobili, come a Torino o a Montecarlo. Tutto quanto, e ancora di più, dipanato attraverso una cittadella di nuova concezione.

Attorno all’edificio principale, tre piazze per il relax, i giochi, lo shopping. Una meraviglia architettonica concepita dal tedesco Matthias Sauerbruch e dall’inglese Louisa Hutton, attualmente impegnati nell’edificare una gigantesca torre di babele nella berlinese Alexanderplatz. I giochi di colore delle pareti esterne si basano sulle cangianti cromie veneziane, dal mattone al grigio al bianco. Il compianto Cesare De Michelis, grande intellettuale veneziano e presidente del comitato scientifico, firma il catalogo pubblicato dalla sua casa editrice Marsilio. “Un intervento urbano metropolitano di grande respiro destinato all’edutainment, come ancora raramente avviene in Italia”, spiega De Michelis.

Marco Biscione, direttore di M9: “È il primo grande museo totalmente multimediale in Italia. Un museo immersivo ed esperenziale. Non guarderà solo al passato, ci parlerà anche del presente. M9 guarderà al mondo”. Giuseppe Saccà che ne ha curato i contenuti mi spiegava, accompagnandomi in giro per i meandri del labirinto kubrickiano, che il 15% di marchingegni digitali, virtual reality, robot, videogames, blue screen, pulsanti interattivi e altre ‘diaboliche invenzioni’ hi-tech, verranno sostituiti annualmente, prima cioè che diventino ‘pezzi da museo’. Elena Dekic, dirigente della compagnia Polymnia Venezia che ha coordinato gli allestimenti, mi ricordava che nel vasto auditorium sotterraneo con 200 posti, già da un paio di mesi Gian Piero Brunetta, il noto storico del cinema, ha introdotto le proiezioni di capolavori di Francesco Rosi, Pietro Germi, Federico Fellini, Ettore Scola, Tinto Brass, Ermanno Olmi. Dire che il cinema sia onnipresente a M9 è un’ovvietà. Dai reperti d’epoca dell’Istituto Luce, ai cinegiornali della grande guerra della Cineteca del Friuli, agli incunaboli tv di Teche Rai, ai frammenti di classici provenienti da centinaia di altri archivi pubblici e privati, fino alle icone più popolari di Cinecittà, Dinocittà, Hollywood, Shepperton: si rimane letteralmente avvolti nella pellicola, un po’ come succedeva spesso ai vecchi proiezionisti dei tanti Nuovo Cinema Paradiso sparsi per la penisola. Né potrà mai mancare il coinvolgimento della ‘settima arte’ nelle mostre temporanee in arrivo all’ultimo piano di M9, il cui tetto in vetro dà sul cielo della laguna veneta.

Lorenzo Codelli
14 Dicembre 2018

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