Gassmann & Bentivoglio coppia gay in ‘Croce e delizia’

Il film di Simone Godano in uscita con Warner il 28 febbraio vede lo scontro culturale tra due famiglie quando i due capofamiglia decidono a sorpresa di unirsi in vincolo


Croce e Delizia, come l’amore. Così si intitola il film di Simone Godano in uscita con Warner il 28 febbraio. Variante della commedia matrimoniale, scritta con gusto e diretta con equilibrio, vede lo scontro culturale tra due famiglie: i Castelvecchio, eccentrici e di mentalità aperta, ma narcisisti e disuniti, e i Petagna, affiatati e umili, ma tradizionalisti e conservatori. L’elemento originale sta nel sesso e nell’orientamento sessuale delle due persone che si devono sposare.

Si tratta infatti dei due rispettivi capofamiglia, Fabrizio Bentivoglio e Alessandro Gassmann, colti a sorpresa da reciproco colpo di fulmine e decisi a legarsi in unione civile. L’inaspettato annuncio del loro amore scardinerà gli equilibri delle due famiglie ma soprattutto quelli di Penelope (Jasmine Trinca) e Sandro (Filippo Scicchitano), i loro rispettivi primogeniti, che tenteranno in tutti i modi di osteggiare le ‘nozze’. A firmare il copione, assieme al regista, è Giulia Steigerwalt, e il film è prodotto da Matteo Rovere (insieme a Sidney Sibilia per Groenlandia) e Roberto Sessa (Picomedia), oltre che dalla stessa Warner. Nel cast anche Clara Ponsot, Anna Galiena e Lunetta Savino.

“La sfida – spiega il regista in conferenza stampa – era rendere credibile la storia di questi due uomini, senza fare macchiette o renderli femminili. Tutti i problemi si sono sciolti quando ho visto per la prima volta i due interpreti nella stessa stanza e uno dei due, non ricordo chi, col massimo della naturalezza ha dato un pizzicotto sul sedere all’altro. Volevamo essere neutrali e cauti nei confronti della storia, mi sono affezionato a tutti i personaggi, compresi gli antagonisti, che in questo caso sono Trinca e Scicchitano. Capisco anche il loro shock, inoltre è particolare come questo amore omosessuale venga scoperto in tarda età. Volevo che fosse solo una grande storia d’amore ma quello che mi piace è che a un certo punto diventa semplicemente una storia di rapporti tra padri e figli”. “Oggi siamo in piena epoca di pregiudizi – racconta Trinca, corteggiata artisticamente per mesi dal regista perché non molto convinta di essere a suo agio in una commedia – non è molto difficile documentarsi al riguardo. Ma per Penelope non si tratta solo di quello. Lei ha un problema con un padre che considera poco presente e provocatorio, è una figlia che ha sofferto l’assenza d’amore, cerca la sua strada e alla fine la trova, ma in un modo totalmente inaspettato”.

“Mi affascinava lo sconcerto di Sandro  – dice Scicchitano – mi sono chiesto dopotutto come avrei reagito io e penso che sarei stato ugualmente shockato. Magari cambiano le reazioni. Lui diventa aggressivo, ma la sostanza è quella. Probabilmente mi sarei sentito tradito per il solo fatto che mio padre non ha condiviso con me la sua vita privata”. “Il mio ruolo – interviene Bentivoglio – è la classica patata bollente, quindi un ruolo di quelli che amo. Per funzionare un ruolo deve contenere un’alta percentuale di rischio, e qui il rischio era lo stereotipo. Tutto andava umanizzato e reso reale. E’ il mio personaggio ad essere ‘croce e delizia’, abbiamo anche lavorato sulla sceneggiatura che evidenziava un po’ troppo l’aspetto ‘croce’”.

“Il mio invece – fa eco Gassmann – era fin troppo delizia. Mi ha dato modo di esprimere una pacatezza in cui mi riconosco, è un tipo che non fa troppi giri di pensiero, va dritto al sodo. E’ un personaggio con ben pochi difetti, per cui ho chiesto almeno al regista di renderlo laziale”.

Lo sguardo della società esterna è ridotto al finale, con i pescatori che insultano un bacio appassionato tra i due protagonisti, i quali però non se ne curano minimamente: “Ci sono talmente tanti temi nel film – dice ancora Godano – che mettersi a parlare della società ne avrebbe richiesto uno a parte. Non era quello che volevo e poi quello si può leggere su qualsiasi giornale. Volevo unicità di luogo e azione per emozionare con i rapporti interpersonali e mettere bene a fuoco solo quelli”. Un punto importante è lo sguardo dei bambini, che non sembrano preoccuparsi troppo delle ‘tipologie’ d’amore. “Ho due figli piccoli – dice Bentivoglio – e confermo che il problema non viene mai dai bambini ma dai genitori, loro sono innocenti e vedono il tutto come una cosa normale. Spiegare le cose ai bambini è in realtà semplicissimo”.

Andrea Guglielmino
22 Febbraio 2019

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