Oscar anti razzismo: vince Green Book. Spike Lee all’attacco

Green Book di Peter Farrely ha vinto l'Oscar per il miglior film. Tra i vincitori l'italiana Sara Pichelli , creatrice del protagonista di Spider-Man: Un nuovo universo


Green Book di Peter Farrely ha vinto l’Oscar per il miglior film: la storia di un’amicizia fra un afroamericano e un italo-americano, un film decisamente anti-razzista, ha sbaragliato i pronostici della vigilia in una serata sotto il segno dell’amicizia e della fratellanza tra le razze. Il film ha vinto anche l’Oscar per il miglior attore non protagonista Mahershala Ali. In sala dal 31 gennaio con Eagle Pictures, già vincitore del premio del pubblico a Toronto e passato alla Festa del cinema di Roma 2018, sta avendo un buon successo al botteghino italiano (oltre 4 milioni di euro). E’ la storia vera dell’amicizia, durata tutta la vita, nata nel 1962 fra un virtuoso afroamericano del pianoforte, Don Shirley (Ali) e il buttafuori italo americano Tony Vallelonga (Viggo Mortensen in un ruolo di grande trasformismo), ingaggiato dal musicista per fargli da autista durante un tour ‘pericoloso’ negli Stati del Sud, dove il razzismo era ancora profondamente radicato. Per l’Italia un’unica soddisfazione Spider-Man: Un Nuovo Universo ha vinto l’Oscar per il miglior film di animazione e Sara Pichelli, disegnatrice di fumetti di Porto Sant’Elpidio, classe 1983, è la creatrice del protagonista. “Sara Pichelli ha creato il personaggio di Miles, ha fatto il lavoro pesante, poi per noi è stato facile portarlo sullo schermo”, ha detto il regista Peter Ramsey in sala stampa. Sara Pichelli è fra le animatrici e animatori impegnati nel progetto creato ispirandosi soprattutto ai fumetti nati dalla penna dell’eterno genio di Stan Lee e di Steve Ditko, che in questo caso ha svolto il ruolo di coproduttore.

Miglior attrice non protagonista Regina King, per Se la strada potesse parlare, è stata la prima della cerimonia a stringere in mano una statuetta. Poi Spike Lee, per BlacKkKlansman, ha ottenuto il premio per la migliore sceneggiatura non originale e ha infiammato la platea degli Oscar con un discorso molto politico: “Le elezioni 2020 sono dietro l’angolo, ricordiamocelo, possiamo fare una scelta di amore e non di odio”. Spike Lee ha ringraziato la bisnonna e “che era stata una schiava. Rendo omaggio a lei e ai nostri antenati, grazie al loro sacrificio siamo qui, grazie per aver costruito il Paese e sopportato il genocidio dei nativi”. Prodotto da Netflix Roma di Alfonso Cuaron, altro film dalla forte connotazione sociale, grande favorito della vigilia, che racconta la storia della domestica di famiglia nell’infanzia del regista messicano, a Città del Messico, ha vinto premi importanti: miglior film in lingua straniera, miglior regista, migliore fotografia. “Questo film è dedicato ai 70 milioni di collaboratori domestici che lavorano nelle nostre case e che di solito sono relegati nello sfondo dei nostri film – ha detto il regista messicano – Gli immigrati e le donne proiettano il mondo in avanti”.

Rami Malek, vincitore dell’Oscar per il migliore attore protagonista con Bohemian Rhapsody, ha anche lui una storia di inclusione da raccontare: “Sono il figlio di immigrati egiziani, americano di seconda generazione, non ero la scelta più ovvia ma a quanto pare ha funzionato”. Bohemian Rhapsody è il film che ha vinto di più, quattro statuette, le altre però tutte tecniche: montaggio, sound editing e sound mixing. Anche il premio per la migliore attrice protagonista ha sorpreso, è andato a Olivia Colman, per La favorita, battendo Glenn Close, che, nominata sette volte agli Oscar (questa volta per The Wife) non ha mai vinto. Colman, eccezionale nel ruolo della regina lesbica e capricciosa in una storia di lotta di potere tra sole donne, ha battuto anche Lady Gaga che si è rifatta con il premio alla migliore canzone, Shallow, da A Star is Born, forse il film dal risultato più deludente della serata che, a fronte di otto candidature ha portato solo quella andata a Miss Germanotta. Lady Gaga ha ritirato il premio tra le lacrime e dopo i ringraziamenti di rito ha detto che il segreto del successo è la disciplina e la capacità di tornare in pista dopo i no, dopo gli insuccessi. Black Panther, primo film tratto da fumetti arrivato agli Oscar nella categoria più importante, ha vinto i premi per la migliore colonna sonora, i costumi e la scenografia. La mancanza del presentatore non si è fatta sentire in una serata che si è sviluppata senza grossi intoppi.  

Cristiana Paternò
25 Febbraio 2019

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