E Uma Thurman disse: “Ho cominciato a Cinecittà”

Nove David a Dogman di Matteo Garrone, tra cui quelli più importanti (miglior film e miglior regia), miglior attore non protagonista per il cattivo Edoardo Pesce. Quattro premi a Sulla mia pelle


Nove David a Dogman di Matteo Garrone, tra cui quelli più importanti (miglior film e miglior regia), miglior attore non protagonista per il cattivo Edoardo Pesce mentre Marcello Fonte, premiato a Cannes, deve cedere il passo allo straordinario Alessandro Borghi protagonista di Sulla mia pelle che ottiene ben quattro premi (miglior regista esordiente ad Alessio Cremonini, David Giovani, miglior produzione). Fonte alla serata si è fatto accompagnare dalla mamma, forse delusa dall’esito, ma Garrone lo invita a salire comunque sul palco e porta con sé anche Marcolino, il macchinista che gli ha raccontato tante storie di periferia e aneddoti assurdi come quello del chihuahua nel freezer confluiti nella sconvolgente sceneggiatura di Ugo Chiti e Massimo Gaudioso. Garrone lancia una frecciata contro Netflix, l’altra grande protagonista della serata: “Se crescono i televisori, fate crescere anche gli schermi del cinema”, dice.

Ma è una grande e giusta emozione quella che vive il team molto coeso di Sulla mia pelle, il film sul caso Cucchi che, da Venezia in avanti, ha riportato l’attenzione su una tragedia tutta italiana. Alessandro Borghi ha dedicato il suo riconoscimento proprio al giovane morto in seguito all’arresto e alle percosse, nell’indifferenza dei tanti che lo incrociarono in quei tragici giorni senza muovere un dito per salvarlo: “Questo premio è di Stefano Cucchi, voglio dedicarlo agli esseri umani e all’importanza di essere considerati tali a prescindere da tutto”, ha detto l’attore. I produttori Olivia Musini e Andrea Occhipinti hanno sottolineato il successo in sala di un’opera diventata “un fenomeno nelle piazze e che, grazie a Netflix, è arrivata in oltre cento paesi ed è stato il primo film italiano sulla piattaforma portando alla ribalta la vicenda di una vita umana calpestata. Spero che la morte di Cucchi – ha aggiunto Occhipinti – non sia stata vana”.

Sono tanti i momenti internazionali della lunghissima serata condotta da Carlo Conti su Raiuno. Lo showman ha duettato con Uma Thurman che ha ricordato: “Ho iniziato qui in Italia la mia carriera con Terry Gilliam a Cinecittà, facevo Le avventure del barone di Munchhausen, un film con tanti problemi di budget ma indimenticabile”.

A lungo sul palco è rimasto Tim Burton, destinatario del Premio alla carriera: “Vorrei che la gente fosse così carina con me anche nel mio paese – ha sussurrato – Sono cresciuto con il cinema italiano, Fellini, Bava, Dario Argento, ho lavorato con Dante Ferretti”. È stato Roberto Benigni, che sta lavorando al Pinocchio di Matteo Garrone nel ruolo di Geppetto, a consegnargli il David. Benigni, apparso con un nuovo look con barba, ha ricevuto la standing ovation della platea. Anche il messicano Alfonso Cuaron, premiato per Roma, ha fatto la sua dichiarazione d’amore al cinema italiano, “guida illuminante nella mia formazione di cinefilo e regista”. Pure lui ha ringraziato Netflix, oltre a Gian Luca Farinelli della Cineteca di Bologna, Andrea Occhipinti e la Lucky Red: “Roma è stato nelle sale italiane per oltre quattro mesi”.

Due premi sono andati a Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino, tra cui quello alla sceneggiatura di Guadagnino, Ivory e Walter Fasano che ha voluto ricordare Bernardo Bertolucci, “che per noi è sempre stato tutto”.

Altra standing ovation per Dario Argento, un po’ spaesato nel rispondere alle domande di Carlo Conti. “Mi chiedono tutti la stessa cosa, qual è la mia più grande paura. Sono le stesse paure che hai tu, che ha il pubblico, le paure normali, quotidiane, poi anche qualche paura più segreta che non si può raccontare, quelle delle parte oscura, speriamo che il vaso di Pandora non si rompa un giorno mentre sono in bagno”. Il Premio speciale glielo consegna un’affettuosa Stefania Rocca che ha lavorato con lui ne Il cartaio. “Ho fatto cinema per 40 anni e non ho mai ricevuto un David”, polemizza Argento con qualche rammarico. Ma ringrazia “la grande e brava Piera Detassis, intelligente, colta”. Francesca Lo Schiavo, David speciale, dedica il premio ai registi con cui ha lavorato e saluta il marito Dante Ferretti per una volta in platea: in casa hanno un’intera collezione di Oscar.

Piera Detassis, che arriva alla fine per consegnare il premio al miglior film, incassa le tanti manifestazioni di stima, ringrazia il ministro Bonisoli e ricorda la storica presenza di due donne tra le candidate per miglior film e miglior regia. Anche se Valeria Golino e Alice Rohrwacher non hanno trasformato la candidatura in statuetta, il passo avanti è sostanziale. La presidente dell’Accademia porta sul risvolto dello smoking la spilletta di Moviement “una grande mission, tutti al cinema tutto l’anno”. E’ stato uno dei temi caldi della giornata a partire dalla mattinata al Quirinale. 

Sobrio e stringato Nanni Moretti premiato per Santiago, Italia, “questa bella storia italiana di accoglienza”. Il regista ha salutato gli altri quattro candidati, tra cui Wilma Labate, che hanno fatto tutti “film intelligenti e di qualità”. Premio dello spettatore a Gabriele Muccino per A casa tutti bene. Sul palco buona parte di un cast corale capitanato da Stefania Sandrelli per intonare un po’ a casaccio, come in una gita scolastica, Dieci ragazze di Lucio Battisti. E il regista promette di restare in Italia ora che il pubblico gli ha dimostrato di volergli bene.

Cristiana Paternò
28 Marzo 2019

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