Tullio De Piscopo, cacciatore di sogni

Cacciatore di sogni, il suo film autobiografico, è in piena lavorazione, tra materiali d'archivio, filmati amatoriali e anche scene ricostruite


BUSTO ARSIZIO – “Da piccolo ero uno scugnizzo, e quando non mi vedevano più i miei genitori sapevano dove trovarmi. Nel mio quartiere c’erano due cinema ‘pidocchietti’, quelli che con un biglietto ti offrivano due film e tre cinegiornali. Io passavo le giornate lì dentro, fino a quando sentivo gridare: Tullio, Tulio! Allora capivo che era ora di tornare a casa. Mi piacevano in particolare i western, quelli americani. Avevo una passione per Randolph Scott, che entrava in scena sempre a cavallo, impassibile, senza muovere un muscolo del viso. Ma mi piacevano tanto anche Glenn Ford e James Stewart. Quelle praterie infinite dalle quali spuntavano i miei eroi a cavallo erano un sogno, forse il mio primo sogno. Per questo ho deciso di intitolare Cacciatore di sogni il film autobiografico che sto girando. I sogni sono tutto per me”.

È un fiume in piena Tullio De Piscopo sul palco del Busto Arsizio Film Festival, dove nel corso di una serata d’onore a lui dedicata è stato presentato un ampio trailer di questo film al quale confessa di tenere moltissimo: “Credo sia giusto lasciare a chi viene dopo un ricordo di quello che è avvenuto. Io ho fatto tanto, ho incontrato tante persone e ho la fortuna di aver conservato tanto materiale. Voglio che chi verrà dopo sappia che io sono stato cercato nei primi anni ’70 da Astor Piazzolla e che ero ignorante: non sapevo chi fosse, pensavo fosse qualcuno che faceva il liscio in Romagna. Voglio che tutti sappiano che Chet Baker è stato una persona dolcissima, con il volto velato di tristezza forse per una vita che gli ha creato tanti problemi ma che suonare con lui è stata un’emozione infinita. E voglio che si tramandi che io, per 32 dicembre di Luciano De Crescenzo, ho ricostruito con la batteria un commento che sfruttava anche il rumore dei fuochi artificiali”.

Tullio De Piscopo ha firmato colonne sonore oltre che per il già citato De Crescenzo, anche per Nanni Loy e Pasquale Squitieri. Ma in realtà di colonne sonore ne ha realizzate un’infinità, come lui stesso racconta: “Già quando ero bambino, rifacevo a casa la musica che pensavo fosse adatta per quei film. Ad esempio, per i miei amati western ci volevano i fiati per le grandi cavalcate o per l’arrivo della cavalleria, ma quando apparivano gli indiani doveva esserci un rullo di tamburi e ovviamente quelle erano le scene nelle quali davo il meglio di me. Per me la musica sono anche i rumori, e mi ha colpito molto che Sergio Leone abbia chiesto a Cacciottolo, il suo rumorista principe, di creare una sequenza di vento nella prateria che fosse realizzata solo per i suoi film. Se si ascoltano, e se si fa attenzione, si noterà che quel particolare tipo di vento c’è solo nei film di Leone, e lui orgogliosamente lo aveva chiamato il Vento Leone”.

In un teatro gremito, Tullio De Piscopo ha alternato i suoi ricordi tra musica e cinema con alcune improvvisazioni, dirigendosi all’improvviso verso una batteria blu fiammante che ha voluto far installare come regalo per gli organizzatori. Ha anche regalato biglietti da un dollaro da lui stampati e autografati, perché anche i bigliettoni amati da Paperon de’ Paperoni potessero contribuire a far sognare. 

Diretto da Alessandro Bencivenga e prodotto da Namina Music, Cacciatore di sogni, il suo film autobiografico, è in piena lavorazione, tra materiali d’archivio, filmati amatoriali e anche scene ricostruite (come quella nella quale un tassista diventa involontariamente suo ispiratore e ci guadagna un viaggio Roma-Napoli sulle vie secondarie). A giudicare da come lo ha portato in trionfo il pubblico di Busto Arsizio, si può scommettere che sarà un successo.

Caterina Taricano
03 Aprile 2019

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