Il club delle Palme (e qualche outsider)

Un concorso che punta come sempre sugli autori collaudati, ma con qualche sorpresa (una sola opera prima) e una speciale attenzione, sottolineata da Thierry Frémaux, alle presenze femminili


Un solo titolo italiano, Il traditore di Marco Bellocchio, e un concorso che punta come sempre sugli autori collaudati, quelli del club Cannes, spesso già blasonati con la Palma d’oro, ma con qualche sorpresa (una sola opera prima, però) e una speciale attenzione, sottolineata da Thierry Frémaux in apertura di conferenza stampa, alle presenze femminili (anche nel comitato di selezione, con 4 uomini e 4 donne).

In corsa per la Palma d’oro, dal 14 maggio al 25 maggio, alla vigilia delle elezioni europee, autori come Jim Jarmusch che inaugura il festival con un film di vampiri come The Dead don’t die. Il maestro spagnolo Pedro Almodovar, che non ha mai raggiunto il massimo riconoscimento del festival ma ‘solo’ il premio per la regia con Tutto su mia madre, arriva stavolta con Dolor y Gloria, già applaudito in Spagna. I fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne due volte Palma d’oro ritentano la sorte con Le jeune Ahmed. E ancora Arnaud Desplechin ci porta nella regione natia con Roubaix, une lumière (Oh Mercy!) che ha nel cast Léa Seydoux. Il britannico Ken Loach – anche lui con due Palme d’oro al suo attivo – ha realizzato, smentendo la voglia di ritirarsi a vita privata, Sorry We Missed You, L’enfant prodige canadese Xavier Dolan è sempre iperattivo e stavolta ha sfornato Matthias e Maxime di cui è anche interprete. Il mostro sacro Terrence Malick, Palma d’oro per The Three of Life, manda a Cannes A Hidden Life (“Non chiedetemi se sarà al Festival spero di sì, ma penso di no”, ha scherzato Frémaux).

In corsa per la Palma ancora il noir The Wild Goose Lake di Diao Yinan, Parasite del coreano Bong Joon Ho, Frankie di Ira Sachs con Isabelle Huppert, Bacurau di Kleber Mendonça Filho e Juliano Dornelles, La Gomera (The Whistlers) del romeno Corneliu Porumboiu, It must be heaven del palestinese Elia Suleiman. Tra le autrici la senegalese Mati Diop con Atlantique, l’austriaca Jessica Hausner con Little Joe, Justine Triet con Sibyl, Céline Sciamma con Portrait de la Jeune fille en feu. Unica opera prima è Les Misérables dell’artista parigino Ladj Ly

Per il delegato generale “questa è una selezione romantica e politica, perché l’amore e la rivolta vanno insieme”. 

Qui l’elenco completo della selezione ufficiale

Cristiana Paternò
18 Aprile 2019

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