In 5 secondi un bambino decide se vedere un cartone

Cartoon Digital, il master europeo sull’animazione digitale, per la prima volta in Italia grazie all’iniziativa della Fondazione Sardegna Film Commission della Regione Autonoma della Sardegna


CAGLIARI – È stato un grande ritorno in Italia quello di Cartoon Digital, il master europeo sull’animazione digitale organizzato dall’associazione Cartoon Media che si è tenuto a Cagliari dal 20 al 23 maggio dopo sedici anni di assenza dal nostro paese. Motore fondamentale dell’iniziativa – oltre al supporto di Creative Europe Media – la Fondazione Sardegna Film Commission della Regione Autonoma della Sardegna, che ha aperto le porte della Manifattura Tabacchi a oltre 250 partecipanti provenienti da 22 paesi: professionisti, creativi, produttori e broadcaster che si sono confrontati sulle strategie del mondo digitale. Numero record di partecipazioni per le quattro giornate – intensissime – dedicate al cartone animato – che coincidono con un momento significativo dell’animazione nel territorio sardo all’avvio del progetto NAS, Nuova Animazione Sardegna, fortemente voluto dalla Regione Sardegna e coordinato da Fondazione Sardegna Film Commission, per lo sviluppo della filiera dell’audiovisivo, dell’animazione, dell’occupazione dei giovani professionisti e della promozione dei talenti creativi del territorio.

La fase di start up del progetto NAS vedrà la società canadese Toon Boom investire in Sardegna per la formazione in 2D come principale fornitore di software di animazione e storyboard per studi di animazione ed editori multimediali, usato in oltre 130 paesi dai maggiori produttori di animazione tra cui Disney, Nickelodeon, Universal, Fox e Warner Bros Animation. Ma in queste giornate focalizzate sul cartoon a farla da padrone è stato soprattutto il dibattito Linear vs Ott, ovvero come fronteggiare il crescente e incalzante avanzare delle Over The Top, tutte quelle compagnie che forniscono servizi, app e contenuti in rete, largamente fruiti da famiglie e bambini.

Se è vero che il linguaggio dell’animazione è un linguaggio universale che conta anche un importante pubblico di adulti e che veicola spesso contenuti dalla forte impronta autoriale – non è un caso che il master sia stato aperto e chiuso con due illuminanti interventi di Igort, disegnatore, romanziere, regista e fumettista, direttore di Linus e fondatore della casa editrice Oblomov – la declinazione televisiva e on demand del cartoon guarda in particolare ai più piccoli. Il confronto è stato dunque anche con portavoci e responsabili delle principali tv pubbliche d’Europa: da Rachel Bardill della BBC a Luca Milano direttore Rai Ragazzi, da Tiphanie de Raguenel di France Télévision a Yago Fandiño Lousa di Radio Television Espanola a Sebastian Debertin, ZDF Der Kinder Kanal.

Consapevoli del tempo medio di connessione – 1 ora e 20 minuti al giorno di tv tradizionale in Italia, 70 minuti al giorno in Germania – ma anche del crescente successo dei giganti Netflix, Disney Plus ma soprattutto YouTube – i relatori delle televisioni pubbliche hanno illustrato gli sviluppi delle loro offerte on demand e le strategie per una risposta ai grandi gruppi Ott tenendo conto che “bambini e ragazzi sono tra i più veloci a entrare nel cambiamento, come dimostra il successo della app RaiPlay Yoyo. Di fronte alla concorrenza dei grandi gruppi e OTT globali, la collaborazione tra i servizi pubblici europei è inoltre sempre più importante per promuovere la creatività e l’industria locale e nazionale”, ha dichiarato Luca Milano, direttore di Rai Ragazzi.

Linea comune delle tv pubbliche europee nello sviluppo delle loro piattaforme on demand e app è mantenere una library ricca, indipendente, puntando sulla qualità dei contenuti e sul loro valore tenendo sempre presente la mission pubblica che include anche il “supporto dei talenti creativi nazionali” (Tiphanie de Raguenel). Responsabilità e sicurezza sono tra le parole chiave – decisamente confortanti tenendo conto che contenuti, proposte e prodotti si rivolgono a bambini in fase prescolare (0-3) e scolare (6-12) – l’approccio alla crescita attraverso la stimolazione del “pensiero critico” (Sebastian Debertin); così come “la divisione in generi e per fasce d’età, unita ad una differenziazione dei contenuti che permetta al bambino di sviluppare i suoi gusti, come ad esempio Rai Yoyo canale leader nel settore kids, che nelle sue App cambia nei periodi dell’anno in corrispondenza dei momenti più significativi delle vite dei più piccoli per accompagnarne il percorso di crescita e  diventare una sorta di compagno di giochi”, come ha ancora sottolineato Luca Milano nel suo intervento.

Tra i compiti più complessi dei creatori di contenuti e proposte per app e piattaforme c’è il saper rendere efficace la proposta in un tempo limitatissimo che, se nei primi tempi dell’offerta kids di YouTube si estendeva a 30 secondi, ora si riduce a 5 esigui secondi: il tempo medio stimato che il bambino impiega per decidere se la proposta è di suo gradimento, un tempo – ci ricorda Yago Fandiño Lousa della tv spagnola – in cui non si può sbagliare. Numeri e ritmi impressionanti dunque; confermati dall’analisi di economia digitale presentata per IDATE da Florence Le Brogne, secondo cui nel 2023 circa il 70% delle famiglie avrà un abbonamento a un servizio OTT generando ricavi per gli OTT in Europa fino a 23 miliardi di dollari nel 2023, più del doppio del 2017.

(1° puntata / segue)

Barbara Goretti
27 Maggio 2019

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