Mozart nella Roma multietnica

La pellicola rivisita e riscrive, arricchendola e adattandola ai nostri giorni, l’opera di Mozart, interpretato in 8 lingue dai musicisti-attori della multietnica Orchestra di Piazza Vittorio


Sarà nelle sale cinematografiche il 20 giugno, distribuito da Paco Cinematografica, il film musicale Il flauto magico di Piazza Vittorio, di Mario Tronco e Gianfranco Cabiddu, con la partecipazione amichevole di Fabrizio Bentivoglio. La pellicola rivisita e riscrive, arricchendola e adattandola ai nostri giorni, l’opera di Mozart, interpretato in 8 lingue dai musicisti-attori della multietnica Orchestra di Piazza Vittorio, ognuno secondo le proprie tradizioni e culture musicali.

Una visione fantasmagorica con i giardini che si animano per magia durante la notte, e contrariamente a quanto accade nell’Opera originale, i personaggi femminili possono cambiare il corso degli eventi e assumere un ruolo decisivo. Nella nota cornice multietnica della Piazza della Capitale, e grazie alla musica della celebre Orchestra che dal luogo prende il nome, l’opera di Mozart diventa parte di tutte le sue culture musical, come una favola tramandata di bocca in bocca e giunta in modi diversi a ciascuno dei nostri musicisti. Così le vicende e i personaggi si trasformano, arricchendosi e sintetizzando tradizioni culturali molto distanti.

La trama originaria, piena di significati esoterici e massonici, si svolgeva in un antico Egitto molto fantasy, giocando sui passaggi tra giorno e notte e la simbologia dell’inganno e della superstizione che diventano luce di una sapienza solare, a cui corrisponde un capovolgimento dei ruoli tra buoni e cattivi. 

“Il film, invece, è un percorso libero – hanno detto i registi alla Festa del Cinema di Roma dove il film è stato presentato per la prima volta – denso di riferimenti a generi diversi che si sposano, fino alla rivisitazione, con le tecniche del teatro barocco e lirico europeo, con le sue macchine teatrali e i trucchi artigianali. Manteniamo l’aspetto esoterico nel concetto di ‘fratellanza’, ma preferiamo non parlare della massoneria moderna. E in generale abbiamo eliminato tutti gli elementi misogini dell’opera, rendendo le donne protagoniste”.

“Se cantare è recitare – dice Bentivoglio che si cimenta anche nella musica – recitare è anche musica. E’ un film di contaminazione, ben otto lingue” e musiche diverse, dal jazz al rock.

E poi ha aggiunto, in conferenza per l’uscita del film: “venne nel 2008 da Daniele Abbado che ci chiese un Flauto magico per le strade di Reggio Emilia, un’impresa che mi sembrò pazza visto che i nostri musicisti non leggono la musica ma lavorando su arie, fischiando le melodie e facendo errori ce la facemmo. Da lì l’idea di un film in cui i musicisti sono anche i personaggi dell’opera riletti alla nostra maniera con Petra Magoni una Regina della Notte quasi punk, Pamina Violetta Zironi tutt’altro che succube, Tamino Ernesto Lopez Maturell principe in tempesta ormonale.L’uscita in sala è orgoglio e gioia”, dice Bentivoglio. Tronco parla di “rapporto sentimentale con il luogo al centro del film, che vive di una bellezza diurna e un’angoscia notturna, un giardino che sembra avere un’anima umana, una piazza romantica e tragica al tempo stesso, che mi stordisce – spiega all’ANSA il musicista napoletano – folgorato alla musica  dopo aver visto al San Ferdinando a Napoli la Gatta Cenerentola di Roberto De Simone”.

Nel film, che vive – spiega Cabiddu – “di una libertà assoluta di azione, una improvvisazione che spazia dal classico al folk, cavalcando ogni genere, senza essere schiavo di nessuno”, ci si lascia trasportare dalle suggestioni visive oltre che sonore”.

Andrea Guglielmino
14 Giugno 2019

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