Mimmo Calopresti: “Aspromonte, il mio ritorno alle origini”

In anteprima al Taormina Film Fest, il film uscirà il 17 ottobre con IIF


TAORMINA – “Sono partito a sei anni dal mio paesino calabrese per conoscere il mondo e per me è stata una grande avventura. Oggi ho bisogno di tornare indietro per capire cosa sta succedendo”. Originario di Polistena, in provincia di Reggio Calabria, Mimmo Calopresti ha fatto ritorno nei luoghi della sua infanzia con Aspromonte – La terra degli ultimi, una favola western nata grazie alla fondamentale complicità di Fulvio Lucisano, che l’ha prodotta con Rai Cinema e la porterà in sala con IIF il 17 ottobre prossimo. E che, per di più, compare in un cameo sul finale.

Ispirato all’opera letteraria “Via dall’Aspromonte” di Pietro Criaco, il film è ambientato ad Africo negli anni ’50, dove i pochi abitanti sono totalmente isolati dal resto del mondo. Non c’è una strada che li colleghi alla città e non c’è  nemmeno un medico che possa intervenire nei casi urgenti, né aiutare le donne a partorire. Ma ci sono un poeta (Marcello Fonte), una maestra (Valeria Bruni Tedeschi) appena arrivata dal nord per combattere la sua solitudine e, insieme, dare sfogo alla sua vocazione educativa, un gruppo di africoti combattivi capeggiati da Peppe (Francesco Colella) e il terribile Don Totò (Sergio Rubini), cattivo quasi archetipico che sale al paesello armato di fucile per incutere il terrore e approfittarsi dei suoi abitanti. Questo microcosmo di Italia antica legata alla terra e al fango viene colto sull’orlo di una rivoluzione: tutti insieme gli abitanti di Africo si mettono a costruire una strada con le loro mani per aprirsi un sentiero verso il futuro e un senso più ampio di comunità.

“Questo è un film su qualcuno che esiste lontano dall’oggi, ma che ha gli stessi problemi – rivendica Calopresti, che ha presentato Aspromonte in anteprima al Taormina Film Fest – Gli ultimi sono tanti e hanno bisogno di esistere e di contare, hanno bisogno di strade importanti. Mi verrebbe quasi voglia di essere come Spike Lee, di fare il razzista al contrario e dire: a voi del nord abbiamo dato tutto, almeno riconosceteci. Siamo tutti ultimi, dobbiamo riconoscerci, guardarci e darci una mano a vicenda”. “Il sud è abbandonato”, conferma Lucisano, che ha condiviso col regista l’avventura di questo film fatto “coi piedi nel fango”. “Grazie a Fulvio – aggiunge Calopresti – ho chiuso un cerchio: ho raccontato i nostri padri e la cultura del ritorno. Avevo bisogno di tornare alla terra e alla semplicità in questo mondo così veloce”.

Girato a Ferruzzano, un paesino abbandonato in cui una casa costa 14 euro, Aspromonte è ispirato alla storia vera di Africo, dove si tentò una rivoluzione che fu travolta da un’alluvione. Per ricreare quei luoghi con il massimo realismo possibile il regista si è affidato alle fotografie dell’epoca e ha mostrato in una sequenza anche lo sbarco dei giornalisti dalla città per immortalare queste strane persone rimaste indietro nel tempo. “Il giornalismo è stato importante per quella realtà, ma la rappresentazione può essere un modo per liberare, ma anche incatenare le persone”.

“Questo film – racconta l’interprete Marcello Fonte, nel cast di Pinocchio e in procinto di girare una serie tv negli Usa – mi ha fatto venir voglia di zappare la terra, di coltivare e seminare. Mi ha ricordato molto Ermanno Olmi. Il mio personaggio è un poeta, ma sono gli altri a deciderlo: quando sei un po’ diverso o sei lo scemo del paese, o sei il poeta”. Accanto a lui, nel cast ci sono anche Marco Leonardi, Romina Mondello, Francesco Siciliano ed Elisabetta Gregoraci in versione contadina povera: “E’ stato bellissimo vedermi in questa veste – ha commentato lei – sono per metà calabrese ma quella parte della regione non la conoscevo”.

 

Michela Greco
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