Calderón de la Barca e Pasolini rivivono in carcere

Giovanni Cioni presenta a Locarno 2019 un film nato da un laboratorio con i detenuti


LOCARNO. Le attività culturali in carcere sono sempre state un oggetto di grandi potenzialità cinematografiche, e questo vale per il lontano Ripresi che Mimmo Calopresti realizzò nel 1987 con i detenuti del carcere torinese delle Vallette ma anche per il premiatissimo Cesare deve morire, con il quale Paolo e Vittorio Taviani hanno vinto il festival di Berlino proponendo un film in cui Shakespeare era tradotto in siciliano e in napoletano.

Giovanni Cioni, un regista cui piace molto raccontare gli ultimi cercando in essi la sacralità dei grandi classici (come quando proponeva in Per Ulisse il mito dell’eroe greco e del suo viaggio tra coloro che frequentano un centro di socializzazione fiorentino), ha deciso di proporre un accostamento molto ardito e molto stimolante. In Non è sogno, presentato Fuori Concorso al Festival di Locarno, coniuga insieme Pedro Calderon de la Barca e Pier Paolo Pasolini. I detenuti propongono infatti interpretazioni da  La vita è sogno e Che cosa sono le nuvole  e contemporaneamente raccontano la propria vita, i propri sogni, le speranze che avevano e quelle che hanno ancora. I volti bellissimi di Totò e di Ninetto Davoli, scelti da Pasolini proprio per la loro umanità terrena che non rinuncia al sogno e lo sa coniugare con le difficoltà della vita, fanno da contrappunto sia alle loro prove sia ai racconti che gli stessi detenuti propongono. È come se ciascuno di loro svelasse un po’ di sé: c’è chi lo fa con ironia e chi non riesce a trattenere le lacrime quando pensa a una figlia lontana che forse non vedrà mai e che dovrà crescere senza di lui.

Ma il centro del film non è la richiesta di aiuto. Non è sogno è veramente e volutamente concentrato sulla vita, e su quanto la vita può essere modificata dall’arte. Anche i detenuti che all’inizio sembrano essere più scettici si fanno via via prendere dalla magia dei testi che devono recitare. Non c’è mai un intervento del regista per correggerli, instradarli, guidarli. È come se fossero loro stessi a trovare dentro le energie e le capacità per confrontarsi con quello che testi apparentemente aulici e lontani da noi sanno trasmettere. E proprio da questa scelta nasce la loro disponibilità a mettersi a nudo, a dare spazio ai pensieri più profondi.

Giovanni Cioni da questo punto di vista ha le idee molto chiare: “Non ho mai voluto fare un film sul carcere. Ce ne sono già tanti; alla base del mio progetto c’è il desiderio di parlare delle persone, persone che si interrogano sulla vita e spingono anche chi vede il film a farlo. L’idea è nata per caso, da un laboratorio che mi era stato chiesto di fare per i detenuti del carcere di Capanne a Perugia che è durato due mesi, ma da quel momento il film si è sviluppato quasi da sé. È stato il completamento necessario al lavoro svolto in carcere. Mi interessava mostrare come il tema del sogno permetta di parlare della realtà in un altro modo e, nel caso dei detenuti-attori, sia anche una maniera per rivendicare la loro esistenza”.

Non è sogno uscirà in sala nell’autunno del 2019 e sarà distribuito da Slingshot Films.

Caterina Taricano
13 Agosto 2019

Locarno 2019

Locarno 2019

Dall’Italia alla Cina

Yuri Ancarani, Rong Guang Rong e Samira Guadagnolo presenti al Festival di Locarno con: San Vittore, Lengmo weiyang lengmo e Incompiuta, tre film indipendenti italiani che guardano al cinema con stili e approcci diversi.

Locarno 2019

Il cinema d’autore che racconta le donne trionfa a Locarno

L'edizione numero 72 del Festival di Locarno si conclude con il Pardo d'oro a Pedro Costa per Vitalina Varela. Quattro premi (tra cui una menzione speciale per la giuria) anche a Maternal di Maura Delpero, unico film italiano del Concorso Internazionale

Locarno 2019

The Nest, quando la famiglia fa paura

L'horror di Roberto De Feo presentato in Piazza Grande, al Festival di Locarno, nella sezione Crazy Midnight. Interpreti principali sono Francesca Cavallin e il giovanissimo Justin Alexander Korovkin. “Volevo fare un horror classico - sottolinea il regista - qualcosa che si distinguesse dai prodotti americani che stanno uscendo negli ultimi tempi..."

Locarno 2019

Locarno, non solo proiezioni

Daniela Persico, la selezionatrice italiana del festival, racconta le tante attività attraverso le quali la manifestazione svizzera sostiene il cinema indipendente e i giovani professionisti di tutto il mondo


Ultimi aggiornamenti