The Nest, quando la famiglia fa paura

A Locarno il primo lungomertraggio di Roberto De Feo


LOCARNO. Ha le idee molto chiare Roberto de Feo, il giovane regista di The Nest – Il nido (presentato oggi in piazza Grande a Locarno in contemporanea con la sua uscita in Italia con 250 copie). “Volevo fare un horror classico, qualcosa che si distinguesse dai prodotti americani che stanno uscendo negli ultimi tempi: spesso hanno trame risibili e recitazioni approssimative, si basano su effetti sonori e colpi di scena visivi, che però diventano stucchevoli perché ripetitivi. Io ho in mente l’horror classico, quello portato ai massimi livelli da Dario Argento e dai registi americani suoi amici: John Carpenter, George Romero, Tobe Hooper. Ma non voglio fare un cinema datato: con The Nest ho pensato a un film che possa piacere al pubblico dei giovani, a un prodotto internazionale proprio come avveniva per i film di genere italiani: Argento, ma  anche Lucio Fulci e Mario Bava”.

The Nest è un film potente che fin dalle prime inquadrature ci porta in un mondo irreale, quasi fuori dal tempo. In una bella villa isolata in campagna vivono un ragazzino che si muove su sedia a rotelle (Justin Alexander Korovkin) e sua madre (Francesca Cavallin), una bella signora dai modi molto severi. Attorno a loro strani personaggi: qualche servitore, un medico evidentemente psicopatico, un prete. È  evidente che tutti hanno scelto di vivere in quel mondo per paura di qualcosa. Ma di che cosa hanno paura? E cosa c’è fuori dal parco che circonda la villa? È quello che il ragazzino, che non sopporta l’autoritarismo di sua madre, vorrà scoprire insieme a una sua coetanea che ha conosciuto.

Francesca Cavallin è entusiasta della storia: “Quando l’ho letta ho pensato che avrei proprio voluto interpretare questo film. Esce dai luoghi comuni che infestano il nostro cinema. Io ho un ruolo molto diverso da quelli che ho interpretato nelle fiction televisive: è proprio questo che mi piace, uscire dagli schemi”.

Il film è dedicato a Paolo Tenna, il consigliere di Cinecittà mancato questa primavera: “Paolo è stato un vero amico, è stato fondamentale per il mio lavoro di regista. Grazie a lui abbiamo avuto a disposizione la Villa dei Laghi di Venaria, un posto bellissimo che non viene mai concesso come set. E poi ci veniva spesso a trovare sul set informandosi su come procedeva il lavoro, su come poteva aiutarci…”.

Sicuramente un’uscita così importante è assolutamente inusuale per un film di genere italiano… “Quando la distribuzione mi ha detto il numero di sale in cui il film sarebbe uscito non credevo alle mie orecchie. Era una tradizione che si era perduta, far uscire i film dell’orrore d’estate. Sarebbe per me un grande onore se questo film indipendente potesse rinverdire questa tradizione, e aprire una finestra importante per le uscite che in caso contrario continuano ad affollarsi in pochi mesi con risultati disastrosi”. E De Feo sorride quando qualcuno gli ricorda che anche Per un pugno di dollari è uscito proprio il giorno di Ferragosto…

Caterina Taricano
15 Agosto 2019

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