La disabilità tra ironia e commedia

il romanzo “Mio fratello rincorre i dinosauri” di Giacomo Mazzariol, sul rapporto di lui adolescente con il fratellino con la sindrome di Down, è diventato l’omonima opera prima di Stefano Cipani


VENEZIA. Il 22enne Giacomo Mazzariol, nel marzo 2015 carica su YouTube un corto, The Simple Interview, uno speciale colloquio di lavoro girato assieme al fratello minore Giovanni con la sindrome di Down, che ne è il protagonista. Il video ha un’eco imprevedibile: i principali quotidiani gli dedicano la prima pagina e viene commentato anche all’estero. Sull’onda della popolarità riscossa Giacomo pubblica nel 2016 il romanzo “Mio fratello rincorre i dinosauri” (Einaudi Stile Libero), oltre 300mila copie, un bestseller tradotto in oltre 10 lingue. Da questo libro autobiografico, che narra il rapporto non facile con la disabilità in famiglia da parte di un adolescente, è nata l’opera prima di Stefano Cipani Mio fratello rincorre i dinosauri con Alessandro Gassmann, Isabella Ragonese, e con la partecipazione di Rossy De Palma, volto almodovariano, dal 5 settembre in sala distribuito da Eagle Pictures, dopo il passaggio alle Giornate degli Autori come Evento speciale.

Jack (Francesco Gheghi) ha sempre desiderato un fratello maschio con cui giocare e quando nasce Giovanni, i suoi genitori gli raccontano che il fratello è un bambino “speciale”e così Gio diventa un supereroe, dotato di poteri incredibili. Crescendo Jack scopre che il fratellino ha la sindrome di Down e per lui adolescente diventa una vergogna, un segreto scomodo da non svelare a scuola, agli amici, alla ragazza Arianna (Arianna Becheroni), fino al punto di inventarsi la sua morte. Ma non si può pretendere di essere amati nascondendo una parte così importante di sé. La verità verrà presto a galla e alla fine Jack riuscirà a farsi travolgere dall’energia e dalla vitalità di Gio, che forse, un supereroe, lo è davvero. E in ogni caso è il suo migliore amico.

Mio fratello rincorre i dinosauri , accolto da un’autentica ovazione per tutto il cast in sala, è una coproduzione italo-spagnola (Paco Cinematografica, Neo Art Producciones con Rai Cinema), che narra il rapporto con la disabilità ricorrendo alla commedia leggera, ai confini con la favola. “Il mio film è un inno all’imperfezione, alla diversità, nell’epoca di Instagram in cui tutti vorrebbero essere perfetti”, dice il regista.

Il romanzo di Giacomo Mazzariol ha avuto un forte impatto sulla sua immaginazione. “Quando ho conosciuto Jack e Gio e la loro famiglia mi sono reso conto di essere di fronte a qualcosa di davvero unico: la loro indole e il loro senso di risolutezza è un esempio di umanità. La trama del film ruota intorno a una bugia terribile, spaventosa ma spontanea. Ciò che mi premeva era portare sullo schermo le emozioni e lo stato d’animo di Jack, un 13enne irrisolto che si confronta con la disabilità del suo tanto desiderato fratellino”.

Isabella Ragonese dice di essersi messa al servizio, senza pregiudizi. “Abbiamo conosciuto la famiglia vera e speriamo di averla restituita sullo schermo, ci hanno dato una grande lezione. La presenza poi sul set di Giacomo è stata fondamentale per la riuscita di questa avventura”. Alessandro Gassmann è convinto che il regista abbia utilizzato al meglio la commedia, il genere che più assomiglia alla vita. “In scena una famiglia che si ascolta, com’era anche nella realtà, e ce ne vorrebbero tante di famiglie come questa”. Per Rossy De Palma si tratta di un film che comunica amore, forse perché le opere prime hanno qualcosa di magico.

E un ringraziamento del regista va ai bambini che hanno interpretano Gio: Lorenzo Sisto e Antonio Uras. “Loro sono il comune denominatore nella creazione delle scene e nell’evoluzione dei personaggi. Già in precedenza avevo affrontato la disabilità e ho quasi sempre lavorato con i bambini. Questo film è rivolto prima di tutto a loro nella speranza che imparino ad affrontare la paura, la vergogna e a vedere la disabilità con occhi nuovi”.

Stefano Stefanutto Rosa
02 Settembre 2019

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