Share, il lato oscuro della generazione Instagram

L’aspetto negativo e voyeuristico dei social media nel film di Pippa Bianco, in anteprima alla Festa di Roma e dal dal 6 novembre su Sky.


Arriva in anteprima italiana alla Festa del Cinema di Roma (Tutti ne parlano), un film parecchio apprezzato all’ultimo Sundance film Festival. Si tratta di Share, sviluppo dell’omonimo corto vincitore della sezione Cinéfondation di Cannes 2015, realizzato da Pippa Bianco, regista di uno degli episodi dell’acclamata serie tv HBO Euphoria. Disponibile dal 6 novembre su Sky, il filma racconta la storia inquietante di un’atleta sedicenne, Mandy (la brava esordiente Rhianne Barreto), che si risveglia sul prato di fronte la casa dei suoi genitori. Ha nausea, diversi lividi sul corpo, sa di essere stata a una festa con gli amici e di avere, come le accade spesso, bevuto, ma non ricorda più nulla di quello che è successo la sera precedente. Dopo poco un video scioccante inizia a diffondersi sui telefonini di tutta la sua scuola, in cui si vede la ragazza ubriaca, mezza nuda e svenuta durante la festa, attorniata da un gruppo di ragazzi che la toccano e prendono in giro. Il video a un certo punto si ferma e non si capisce bene cosa sia davvero successo, e Mandy affronta l’unico ragazzo, suo amico, che ha riconosciuto dal video e che nega però che ci siano stati atti di violenza: “Faceva ridere e credevo avresti pensato che fosse divertente”, le dice, riferendosi al fatto di averla filmata in quello stato. Mentre il video continua a diventare più virale, cambiandole la vita, Mandy tenta disperatamente di ricordare gli eventi di quella notte e si trova a fronteggiare un dibattito pubblico invadente.

Spiazzante e illuminate, Share segue Mandy nella sua ricerca di verità, resa ancora più difficile dalla preoccupazione della famiglia da un lato, e dalla rabbia e dalla negazione dei suoi coetanei che dubitano di lei e che hanno aspettative contrastanti su come la ragazza dovrebbe affrontare le conseguenze del video. Share descrive il dolore, l’isolamento, l’incertezza, i sensi di colpa che Mandy vive, raccontando la storia di una giovane donna decisa a riappropriarsi del proprio destino, in una società ossessionata dal filmare e dal filmarsi, e dal condividere tutto ossessivamente sui social network. 

Per costruire adeguatamente la storia di Mandy Pippa Bianco ha condotto numerose interviste con vittime di violenze sessuali, attivisti, investigatori e avvocati, oltre a personale scolastico, psicologi e anche alcuni colpevoli. Racconta anche di essersi ispirata ad alcuni racconti di conoscenti che le hanno confessato di aver realizzato dei video, anche se in situazioni di sesso consensuale e dunque diverse da quella raccontata nel film. “Sono stata colpita da quanto sia facile essere al di fuori di te quando sei dietro una telecamera, e da quanto sia facile disumanizzare qualcun altro e renderlo un oggetto, anche quando si tratta di una persona a cui tieni. È il lato negativo dei social network che, se da un alto permettono a tutti di creare una propria narrativa e raccontare la propria storia come meglio ritengono , dall’altro hanno una componente voyeuristica che rende chiunque, anche se stessi, oggetto di consumo”.  

Prodotto dalla stessa società di produzione della serie tv HBO Euphoria, Share, scritto e diretto da Pippa Bianco, ha nel cast, oltre a Rhianne Barreto, altri talenti emergenti: Charlie Plummer, Nicholas Galitzine, Lovie Simone, insieme a Poorna Jagannathan e JC MacKenzie nei panni dei genitori di Mandy.

Carmen Diotaiuti
25 Ottobre 2019

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