Santa Subito, stalking e martirio per la Fede in Dio

Santa Subito di Piva: doc su caso di stalking “ante litteram” a ragazza in odor di beatificazione


Santa Subito. Nomen Omen

Santa Scorese, nata in Puglia nel ’68, ha nel suo nome il suo destino, pare di poter dire. Sin da bambina manifesta una fascinazione indubbia per Dio, così come raccontata dalle persone che l’hanno conosciuta e vissuta nei suoi primi 23 anni di vita, anzitutto la mamma Angela, il papà Piero e la sorella Rosa Maria

Il film di Alessandro Piva, dedicato “a chi deve sopravvivere”, una dedica delicata quanto decisa, racconta in forma documentaria la storia di Santa, che trascorre la sua vita tra Bari e Palo del Colle, dove il 15 marzo 1991, sotto la propria casa di famiglia, una sera trova la morte per mano dell’uomo che, incrociato per caso negli ambienti parrocchiali – e ossessionato in maniera distorta dal tema della religione – e notissimo alle forze dell’ordine per costanti pedinamenti e minacce a Santa, l’ha accoltellata. 

Lo stalking, reato dal 2009, sembra una dimensione sociale recentissima, quasi un “trend” oscuro alla quotidianità del passato, eppure la storia di Santa denuncia come invece esistano da sempre drammatiche vicende in merito, rese ancor più raccapriccianti non solo per essere state inascoltate – o quantomeno non affrontate concretamente – dalle forze dell’ordine (di cui il papà di Santa è stato fedele rappresentante), ma squarciate ulteriormente, se possibile, dalla messa in piena libertà dell’assassino solo 10 anni dopo il femminicidio e una detenzione in ospedale psichiatrico (la madre lo curava con gocce di Valium, reputando le cure mediche e il percorso psicologico peggiorativi).  

Santa sembra essere stata battezzata con un nome che conteneva un destino, prima per la sua precoce e determinata Fede in Dio, tanto da decidere per la via missionaria, e poi per il maledetto destino successivo, quello che le ha interrotto la vita in Terra, e che adesso la sta pian piano conducendo al riconoscimento da parte del Vaticano dello stato di martire, per il processo di beatificazione/canonizzazione: attualmente il suo status è quello di Serva di Dio della Chiesa Cattolica.  

Santa Subito, in Selezione Ufficiale, nelle parole del suo autore, Alessandro Piva, al suo quarto documentario (Pasta nera, Situazione, Due Sicilie, realizzato con Luce Cinecittà), nonché ottavo film per il cinema, da regista: “La storia è nata grazie ad un evento pubblico connesso al sociale, in cui lo scorso anno interveniva Rosa Maria Scorese, sorella di Santa. Di lei mi ha colpito il racconto di come, oltre a Santa quale vittima, pensasse fosse vittima anche l’assassino, che aveva dato tutti i segnali per essere ‘messo in sicurezza’: la capacità di saper guardare in questo modo una vicenda tragica e così personale mi ha colpito molto. La storia parte dalla consapevolezza che pur essendo un tema molto attuale, è ormai stratificato: mi sono sottratto dalla cronaca e ho cercato di narrare. Ho usato il tempo, li ho ascoltati, la famiglia e gli amici, cercando la loro lunghezza d’onda”. 

“Ho trovato bellissima la sua idea, anche se devo dire che io ho dovuto lavorare moltissimo per metabolizzare, a casa abbiamo dovuto fare molta forza comune, ho fatto un grande lavoro su di me per arrivare a pensare che anche l’uccisore di mia sorella fosse in qualche modo vittima. Ero certa che un progetto come quello di Alessandro sarebbe stato uno sguardo che avrebbe guardato a Santa come ad una storia a matriosca, per questo subito ho aderito, e con me la famiglia e gli amici”, spiega la sorella di Santa, Rosa Maria.  

Il progetto è il primo di 10 film (4 corti e 6 lungometraggi) prodotti dalla Fondazione CON IL SUD e Fondazione Apulia FC, caratterizzati dall’aver vinto il bando “Social Film Found Con Il Sud” e non avere dei produttori tradizionali: “CON IL SUD sostiene persone e progetti con carattere sociale e questo progetto coniuga le due cose e piccolo miracolo è che nell’ambito culturale siamo riusciti a far collaborare pubblico e privato”, racconta Marco Imperiale, direttore generale di Fondazione CON IL SUD. 

Il film, che al momento non ha una distribuzione, e caratterizzato da una costruzione classica per un documentario, ha: “Una struttura registica che anche attraverso le immagini dei luoghi voleva restituire la giusta inquietudine: è stata finalizzata a far scivolare lo spettatore gradualmente dentro, questo perché Santa ha una forza vitale tale per cui è riuscita a rimanere, ancora oggi, accanto a loro, è incredibile. Di lei se ne parla ancora al presente, per me questa è la chiave di lettura con cui guardare questo film”, precisa Piva del suo lavoro.  

Nicole Bianchi
25 Ottobre 2019

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