Sangiorgi: “Ci sono canzoni per sempre, la nostra si chiama Amicizia”

Negramaro. L'anima vista da qui, il doc di Grandinetti per il racconto di tre anni di storia della band. Il 15 novembre su Rai Play


Un brano musicale spesso racconta uno spaccato di vita. Così, da un brano musicale – L’anima vista da qui – nasce un documentario omonimo che racconta uno spaccato di vita di quelli che quel brano lo hanno scritto, i Negramaro, band italiana – natìa salentina – che ha contribuito a scrivere la Storia della nostra musica dell’ultimo ventennio, grazie anche al gruppo di lavoro di Sugar, guidato da Caterina Caselli, presente all’anteprima.  

Una promessa, sei amici – sei musicisti – che ormai due decenni fa hanno stretto il patto sul proprio sogno più lungo di sempre: fare della musica la propria vita e farlo insieme, con questo spirito si raccontano in prima persona Giuliano, Emanuele, Ermanno, Danilo, Andrea e Andrea, ovvero i Negramaro. “Ci sono canzoni che devono restare per sempre, e la nostra si chiama Amicizia”, dice accorato Giuliano Sangiorgi, front-man del gruppo.

Con un tono molto intimo di narrazione, tra scintillanti immagini di palco e folla e la riservatezza di riflessioni personali a quattr’occhi, si ascolta questa storia che in 40 minuti raccoglie i più recenti 3 anni della band: il testo di apertura/chiusura del film è stato scritto proprio da Sangiorgi, recitato da Alessandro Borghi, di cui il cantante racconta: “Lo scoprimmo, quasi sconosciuto, per il clip di Basta così: Borghi per noi non è solo un attore, ma un amico cresciuto un po’ con noi. Il testo è stato anche un po’ un’autoanalisi, infatti scrivo che cerco una pace, che per un inquieto come me forse non ci sarà mai davvero, ma tutto è bello anche per questo”. 

Il film sarà in esclusiva il 15 novembre sulla piattaforma di Rai Play, quale primo contenuto: “Non volevamo festeggiare, pensavamo solo sarebbe stato bello riprendere, ‘dallo studio allo stadio’. Però ci siamo accorti, nel montaggio, che poteva essere un resoconto di tutto quello che può succedere in una famiglia allargata come la nostra, dalle gioie ad una possibile fine, incluso il materiale che Andrea (Mariano, membro della band) ha cominciato a riprendere un po’ per ricordo 19 anni fa e che nel doc c’è, direttamente delle VHS”, continua Sangiorgi, che annuncia il prossimo album in lavorazione, ma dal punto di vista del presente e con il cuore volto a guardare la storia dei Negramaro: “Quando cominci un percorso – mi sono accorto grazie al doc – ti fermi nel momento in cui tutto cambia, e io sono fiero di essere in una storia che ancora ha prossimi inizi da fare; difficile era uscire come band, anche a casa nostra in Salento eravamo differenti, raccontavamo la nostra generazione e non la tradizione locale, è stata una cosa complessa ma capace di forgiarci e permetterci di parlare, dopo 20 anni, ancora al contemporaneo”. 

Per Gianluca Grandinetti, regista di Negramaro. L’anima vista da qui, coprodotto anche da Vanity Fair: “E’ stato molto semplice instaurare un’empatia con loro, cosa fondamentale per immagini basate su intimità e verità, come quelle del documentario. Sono stato travolto da questo bell’uragano, mi emozionavo addirittura in fase di montaggio”. 

In attesa dello showcase di stasera, evento nell’Evento Speciale, per cui il gruppo sale sul palco della Festa di Roma, Emanuele Spedicato, ora in salute dopo l’emorragia cerebrale dello scorso anno, dice: “Per me è un sogno perché così guardo avanti, e considero passato quello che mi è successo”.

Nicole Bianchi
25 Ottobre 2019

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